Un’Arena componibile per spiegarla ai ciechi

Progetti. Sforzo congiunto di Università e Fondazione

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Un’Arena componibile per spiegarla ai ciechi

Alla presenza di un grande numero di rappresentanti dei mass media si è tenuta ieri nell’Anfiteatro polese una conferenza stampa di presentazione del prototipo del progetto sociale “Puzzla arene za slijepe i slabovidne osobe (Il puzzle dell’Arena per le persone non vedenti e ipovedenti)”. Si tratta di un altro esempio della proficua collaborazione tra l’Università “Juraj Dobrila” di Pola e la Fondazione per l’incentivazione del partenariato e lo sviluppo della società civile. A promuovere questo lodevole progetto è stato il prof. Sven Maričić, direttore dell’Istituto scientifico-tecnologico “Visio” e docente presso l’Università polese. In collaborazione con i suoi studenti, e sotto la guida dell’assistente Ivan Veljović, nell’ambito del progetto 3D and Virtual Reallity for Vet, ha creato il prototipo di puzzle per i non vedenti e ipovedenti. Il fine di questo puzzle 3D è quello di presentare alla categoria l’aspetto dell’Arena. Inoltre, di motivare le persone, in primo luogo i bambini, a comporlo, il che contribuirà al loro sviluppo motorio e cognitivo, il tutto all’insegna del gioco e del divertimento. Il “giocattolo”, infatti, è concepito in modo da trovare dei segni nella parte superiore, che inoltre ha colori diversi che potranno aiutare gli ipovedenti nel comporlo. Il puzzle sarà d’aiuto ai bambini con particolari necessità, per il rilassamento e la concentrazione ed è un oggetto didattico molto utile e interessante.
“Questo è appena il primo dei prodotti finalizzati ad aiutare la persone vulnerabili – ha puntualizzato Maričić – , che si è sviluppato grazie al processo d’innovazione sociale, che congiuntamente viene promosso dall’Università e dalla Fondazione, al fine di creare delle nuove innovazioni volte a dare una risposta ai problemi sociali”.

Zlatko Kuftić

Alla conferenza, oltre a Višnja Radunović Popović e Danijela Panić, rispettivamente direttrice della Scuola per l’educazione e istruzione e professoressa della Scuola di medicina, online ha preso parte il futuro rettore dell’Università, Marinko Škare, la Prorettore per gli studenti, arte e collaborazione, Mirjana Radetić-Paić, nonché Zlatko Kuftić, presidente dell’Associazione dei ciechi della Regione istriana. “Siamo molto contenti di aver portato a termine questo singolare progetto, che comunque non è il primo di tale tipo – ha detto la Radetić-Paić – . Infatti, i nostri studenti hanno creato il modello della mano per un robot, nel corso della scuola estiva ‘Ericsson Nikola Tesla’, un particolare microscopio e prodotto alcune migliaia di mascherine e caschetti protettivi che sono stati donati all’Ospedale cittadino di Pola”. Infine, l’intervento di Kuftić, il quale ha puntualizzato che il 90 p.c. di tutte le informazioni si acquisisce grazie alla vista. “Noi non lo possiamo fare, per cui simili progetti ci servono per conoscere la realtà che ci sta attorno. Il prototipo si è mostrato molto efficace e ora anch’io so come è fatta l’Arena. Insomma, oggi mi sento meno cieco”, ha concluso Kuftić.

Sven Maričić e Valentina Žgomba dell’Agenzia

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