Caritas, in prima linea per aiutare il prossimo

L’organizzazione cattolica e le associazioni umanitarie hanno offerto supporto alle persone bisognose, moribonde e ai rifugiati dall’Ucraina

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Caritas, in prima linea per aiutare il prossimo
Suor Leopolda Ivković, suor Veronika Popić, Željka Frković, suor Marija Faustina Kovačević, Pjer Orlić e Nela Puljić. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Con l’allentamento delle misure antipandemiche, la Caritas di Fiume ha ripreso tutte le sue attività usuali aggiungendovi delle nuove, tra cui quella dedicata all’organizzazione d’accoglimento dei profughi dall’Ucraina. Un anno di grandi sfide, come specificato da suor Marija Faustina Kovačević nel tradizionale incontro annuale con i media, a capo dell’organizzazione caritativa, non soltanto per la Caritas, ma pure per tutte le organizzazioni umanitarie che fanno capo all’Arcidiocesi di Fiume.
“Oltre ai bisognosi che ricevono un aiuto concreto dalla Caritas, quest’anno abbiamo organizzato quanto di meglio per le famiglie profughe giunte stremate dalle zone di guerra. Il progetto elaborato, finanziato dalla conferenza dei vescovi statunitensi Chatolic Relief Services, ha visto la messa in funzione degli edifici parrocchiali in disuso, soprattutto nel Gorski kotar, dove è stato offerto alloggio a una trentina di rifugiati, in primo luogo a madri con figli. Questi sono stati approvvigionati di tutto il necessario per una vita quanto più normale, tra cui materiali didattici per gli alunni, lezioni gratuite di croato e, molto importante, l’aiuto nel trovare un lavoro. In tutto, la Caritas ha supportato con viveri, vestiario e denaro, 432 persone giunte dall’Ucraina. Per ultimo, il prossimo 21 dicembre nella sala grande della nostra associazione, ci sarà una festa con l’arrivo di Babbo Natale per i piccoli ucraini. Il tutto è stato organizzato grazie alle donazioni di numerosi benefattori”.

Supporto di vario tipo
La Casa di Sant’Anna, in questo 2022 che sta per terminare ha accolto 27 donne e 48 bambini organizzando per loro aiuto psicologico e psicosociale, di autostima, corsi formativi e altre attività sociali tramite il consultorio che funziona nell’ambito dell’edificio. “Sono tante le istituzioni con cui abbiamo un’ottima collaborazione, tra cui, la Città di Fiume, la Regione litoraneo-montana, il Ministero competente, la Questura, il Servizio sociale e quello giudiziario – ha reso noto la direttrice Željka Frković –. Inoltre, i dipendenti seguono corsi d’aggiornamento continuo per poter essere di supporto degli assistiti”.
La Casa rifugio e l’associazione Depaul, guidate da suor Veronika Popić, ogni giorno si occupano di 250 assistiti offrendo un totale di 3mila pasti all’anno. I programmi di socializzazione, igiene, giardinaggio e lavoro con i volontari, sono seguiti molto bene dai fruitori dei servizi. Oltre a questa primaria attività, i volontari sono attivi pure sul campo facendo visita alle persone che vivono in condizioni precarie e ai senzatetto che non desiderano entrare in una struttura sociale. “Per l’anno futuro, apriremo un’officina di produzione per offrire una modesta occupazione a tutti coloro che desiderano lavorare. Da quanto appurato, sono tanti gli assistiti che richiedono di poter farne parte”.

Giovani in soccorso agli ammalati
Suor Leopolda Ivković, direttrice dell’hospice “Maria Crocifissa Cosulich” in Belvedere, ha sottolineato che l’istituzione, ancor sempre l’unica di questo tipo in tutta la Croazia, continua a operare in modo appropriato per il bene degli assistiti e dei loro familiari. Nel corso del 2022 la struttura si è presa cura di 262 pazienti, di cui 18 sono stati dimessi. “Oltre al personale specializzato, nelle cure palliative ci sono i volontari che operano nell’ambito sanitario e pure quelli, come i ragazzi del Centro della gioventù cattolica ‘Miroslav Bulešić’ che arrivano settimanalmente ad allietare gli ammalati con la musica. Un’ottima collaborazione è stata instaurata con il CCO di Fiume per quanto riguarda i corsi di cura dei malati terminali e con la Casa per adulti di Torretta i cui assistiti operano in veste di volontari nella nostra portineria. Per l’anno prossimo abbiamo in piano di organizzare un gruppo di supporto psicologico per le famiglie i cui parenti soggiornano nell’istituto”.
Il rifugio per senzatetto “Le rose di San Francesco” ha celebrato quest’anno i 15 anni dalla fondazione. “La struttura può ospitare 14 persone di cui due donne e in un anno vi hanno soggiornato 29 uomini e 5 donne. A loro è stato offerto tutto l’aiuto possibile tramite i vari programmi di inserimento sociale che la nostra casa offre, nella maggior parte dei casi ci siamo riusciti, grazie alle istituzioni competenti e ai volontari che giornalmente sono a disposizione dei protetti”, ha spiegato il responsabile Pjer Orlić.

Ostacolo da superare
Lo spaccio sociale “Il pane di Santa Elisabetta” oltre a occuparsi della distribuzione di generi di prima necessità ai bisognosi, e quest’anno sono stati 578, offre un sostegno alle persone socialmente in difficoltà tramite la vendita della rivista “Lampioni stradali”. “Pure in un momento di crisi economica, come quello che stiamo vivendo attualmente, la generosità dei cittadini e delle istituzioni non manca – ha specificato Nela Puljić, dei fedeli laici raccolti nell’Ordine secolare dei francescani, fondatore della struttura –. Purtroppo, l’anno nuovo porterà una difficoltà da superare. Si tratta del nostro deposito per la raccolta di vestiario e piccoli elettrodomestici, operante nei magazzini di Žabica che nel periodo a venire verranno smantellati per dar posto alla nuova Autostazione. La Città ci è sempre venuta incontro, ma in questo momento non ha vani vuoti a disposizione. Speriamo di riuscire a trovare uno spazio consono alle nostre necessità in poco tempo per poter continuare la nostra primaria attività, ovvero quella di offrire un aiuto concreto ai bisognosi”.

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