Asili fiumani, sciopero quasi inevitabile

Nei prossimi giorni l’annuncio ufficiale e quindi una settimana per organizzare l’agitazione. Servizi minimi assicurati

0
Asili fiumani, sciopero quasi inevitabile
L’accordo arriverà? Foto: ŽELJkO JERNEIĆ

Sciopero negli asili fiumani dal 25 maggio? Questa sembra al momento l’ipotesi più probabile, come conferma Ingrid Čavić, vicepresidente del SOMK (Sindacato croato dell’istruzione, della cultura e dei media), nonché fiduciario per gli asili di Fiume, dopo aver incassato il sostegno dei dipendenti attraverso il referendum organizzato ieri nelle tre istituzioni prescolastiche di cui la Città di Fiume è fondatrice, cioè “More”, “Sušak” e “Rijeka”. Le attività sindacali vengono svolte assieme al Sindacato dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia.

Adesione oltre il 90 p.c.
“Le trattative non hanno sortito finora alcun risultato per cui siamo costretti a proseguire con le nostre iniziative. Al referendum ha aderito oltre il 90 per cento dei membri e praticamente tutti ci hanno confermato l’appoggio. Nei prossimi giorni il Comitato di sciopero si riunirà per stabilire le modalità per annunciare alla Città, nostro datore di lavoro, l’agitazione che avrà inizio, probabilmente, a partire dal 25 maggio. Per legge lo sciopero deve essere annunciato una settimana prima della data stabilita per il suo inizio”, ci ha spiegato Ingrid Čavić la quale, lo scorso anno, si trovava come oggi in prima linea per rivendicare i diritti delle educatrici e dei dipendenti degli asili.

Concessioni minime
Lo scorso anno tutto era già stato predisposto per iniziare lo sciopero, ma all’ultimo momento era stato trovato un accordo. Ci si può attendere una revoca in “zona Cesarini”? Sono ancora incolmabili le distanze tra chi richiede la parificazione dei salari rispetto a quelli degli insegnanti, come prevederebbe la legge? “Un anno fa, forse, siamo stati un po’ ingenui e abbiamo accettato delle concessioni minime. Da allora non è cambiato nulla e questa volta credo proprio che la prospettiva dello sciopero sia molto probabile”, conclude Ingrid Čavić, precisando che sciopero non significa chiudere le porte degli asili. I bambini verranno accuditi e nutriti, attraverso dei turni, ma non verrà attuato alcun programma educativo e didattico.

Accordi troppo lunghi
Le trattative non sono iniziate ieri e nemmeno la scorsa settimana. Sindacati e Città cercano da oltre sette mesi un accordo che non arriva. La Città avrebbe fatto tre offerte, ma nessuna, come ci ha detto Ingrid Čavić, che avesse posto sullo stesso piano le educatrici negli asili e gli insegnanti nelle scuole. Da una parte si va al rialzo e dall’altra al ribasso, mettendo sulla bilancia due elementi, cioè la base per lo stipendio e i coefficienti per il computo. La Città propone l’aumento della base riducendo il coefficiente, ma senza arrivare al livello richiesto dai sindacati per quello che, alla fine, è ciò che ci si ritrova in busta paga e che è stato versato nei fondi previdenziali, elemento tutt’altro che irrilevante per chi è prossimo al pensionamenti. Un’educatrice con 40 anni di servizio percepisce 920 euro mensili. C’è anche il personale tecnico con la paga di 500 euro, una cifra inferiore del 20 per cento al salario minimo in Croazia.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display