ANGOLI CITTADINI Una palazzina bagnata dal sole

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ANGOLI CITTADINI Una palazzina bagnata dal sole
La facciata vista dalla parte del mare. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Passeggiando per il quartiere di Sušak, una volta una delle zone più esclusive di Fiume, non si può non rimanere affascinati dalle sue soluzioni in ambito architettonico, storico e industriale. In tale contesto, l’occhio cade spontaneamente sulle numerose abitazioni costruite nel periodo tra le due guerre per merito dei prolifici architetti attivi in quell’epoca (Bunetta, Boren Emili, Randich, Mattiassi e altri). Rioni quali Tersatto, Boulevard, l’attuale Piramide (nello specifico la via Strossmayer),Vežica bassa, Crimea e Pećine, sono tutt’oggi considerati fra i più belli del capoluogo quarnerino, nei quali si possono ammirare eleganti palazzi residenziali, case vacanza e persino ville di lusso, una volta adibite a residenze estive. In tale senso, un esempio tipico è l’appartata e splendida abitazione signorile sita alla fine di Pećine, nota quale villa Ružić, realizzata per l’avvocato e politico Viktor Ružić dal rinomato architetto David Bunetta, secondo i dettami degli armoniosi stili del concetto di Gesamtkunstwerk (letteralmente “opera d’arte ideale”), che univa elementi architettonici, pittorici e scenografici. La stessa custodisce nel suo rigoglioso giardino e nei suoi interni una preziosa collezione di opere d’arte, documenti, libri e memorie storiche di molte generazioni delle famiglie Mažuranić, Brlić, Badovinac, Daubachy, Demeter e Ružić. Oltre alla stessa, Viktor e sua moglie Nada Ružić (nata Brlić) ne possedevano ben altre cinque, ubicate lungo la suddetta via Strossmayer, tra cui anche la palazzina in stile storicistico sita al civico 24, nata quale fantasia e visione della coppia, innalzata nel 1890. Insieme ai loro sei figli, Nada ci trascorreva moltissimo tempo, abbellendola di continuo con nuovi dettagli e schiccherie, curando con amore il parco di fronte alla stessa (in seguito al matrimonio, durante la luna di miele, vicino alla tomba di Francesco Petrarca, per raccolse un mazzetto di rosmarino che cresceva nelle vicinanze e lo piantò nel loro giardino) e invitandovi gli amici per trascorrere i pomeriggi davanti a una tazza di tè. Ad un certo punto il consorte, che per motivi di lavoro era spesso assente, spendendo il suo tempo a Zagabria, a causa di un significativo aumento del traffico, concesse una parte dell’area verde alla Città.
Dettagli curati con amore
Come la palazzina adiacente (civico numero 26), anch’essa si avvale di due cupole arricchite da occhielli incorniciati e piccole mensole decorative e volute, disposte simmetricamente su basi quadrate lungo i bordi del tetto della facciata rivolta a settentrione. Il suo punto decorativo focale si trova, però, al centro del primo piano, ed è relativo al rialzo dell’ingresso, al quale si accede tramite alcuni gradini. Lo stesso è impreziosito da una stupenda base attica, corredata da una balaustra e da un cartiglio, elemento decorativo a immagine di rotolo cartaceo in parte svolto. Per ciò che concerne il piano terra, è caratterizzato dalla rustica quadrata, che assume una forma più appiattita al primo piano. La suddivisione orizzontale è data dalla fascia del balcone dello stesso, contraddistinto da balaustre incastonate ai lati degli assi verticali e dall’apparato decorativo delle finestre a tre archi, grazie alle quali, sotto il portale, è osservabile una rappresentativa scala interna. Ciò che è interessante in merito alla bella palazzina, dalla pianta regolare allungata, e lo si percepisce benissimo passeggiandovici intorno, è l’angolo di visuale. Infatti, se la si osserva da via Strossmayer si presenta avente un piano ma, guardandola dalla parte del mare, a causa della pendenza del terreno, è a due piani. Qui il passante non può non ammirare l’eccellente lavoro dell’architetto nella realizzazione dei meravigliosi balconi/terrazze dai parapetti in ottimo ferro battuto, ricoperti di tettoie realizzate a mo’ di pizzo e completamente bagnato dal sole.

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