San Nazario, un simbolo di Capodistria

Grazie all’intervento del Centro italiano di cultura «Combi» corrette una serie di mancanze e gravi inesattezze presenti nella mostra allestita alla Loggia vecchia

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San Nazario, un simbolo di Capodistria
La mostra “Capodistria 1500” presso la Loggia vecchia. Foto: MARIANGELA PIZZIOLO

“Sebbene Capodistria abbia certamente più di 1500 anni, la consacrazione del vescovo San Nazario nel 524 è la prima prova della sua esistenza, ed è per questo che abbiamo deciso di commemorare l’anniversario quest’anno”, ha dichiarato il sindaco di Capodistria, Aleš Bržan, durante la conferenza stampa di presentazione del programma delle celebrazioni che animeranno il 2024. Il fil rouge di “Capodistria 1500” saranno la vita e il patrimonio culturale di San Nazario, presentati attraverso manifestazioni culturali, storiche ma anche gastronomiche volte a ricordare ai residenti e ai visitatori “quanto bella e ricca di storia sia la città in cui viviamo”, ha detto ancora il primo cittadino. Oltre agli eventi che coinvolgeranno gran parte delle istituzioni culturali locali e regionali, anche le strade, i negozi e gli autobus cureranno il loro aspetto, con decorazioni di bandiere e rami di lavanda. Il direttore f.f. dell’Ente per la cultura, i giovani e il turismo di Capodistria, Marko Ferluga ha ricordato che questa pianta era chiamata dagli abitanti di Capodistria proprio “Spiga di San Nazario”, ed è stata scelta come protagonista dell’offerta dei locali e dei ristoranti che proporranno torte di San Nazario, dolci alla lavanda, cocktail e limonate di lavanda e altre novità. Il culmine degli eventi giungerà in occasione della festa del patrono San Nazario il 19 giugno. Nell’occasione rivivrà la tradizionale processione di un tempo per le strade di Capodistria e, ha annunciato Ferluga, ci sarà anche una fiera del Santo che profumerà di “bussolai”, biscotti di tradizione veneziana e poi istriana, che venivano preparati dalle mogli dei pescatori. In quel periodo dovrebbe essere completata anche la ristrutturazione di uno degli edifici più antichi della città, il battistero di Sant’Elia altrimenti noto come Rotonda dell’Assunzione di Maria. Anche il campanile della città, la cui facciata e scalinata sono in fase di ristrutturazione, avrà un nuovo aspetto.

Il Museo regionale di Capodistria, nell’ambito di “Capodistria 1500” organizzerà due mostre, una dedicata al bicentenario dalla nascita del pittore Bartolomeo Giannelli e la seconda all’opera del pittore Tone Kralj. Uno degli oggetti più riconoscibili del museo è una statua lignea di San Nazario del XVI secolo, che, a causa delle sue cattive condizioni, ha bisogno di essere restaurata e sottoposta a ulteriori ricerche per scoprire se possa essere stata modificata dopo la sua creazione. Ieri, in occasione della Giornata della Cultura, la statua è stata esposta al pubblico, per essere riportata a Lubiana presso il Centro di restauro dell’Istituto per la tutela del patrimonio culturale e storico. Il completamento dei lavori è previsto per settembre, quando la statua tornerà definitivamente al Museo, ha dichiarato il direttore Marko Bonin. Anche il Teatro locale partecipa al progetto riproponendo lo spettacolo di Renata Vidič “È bello essere di Capodistria”, ed ha inoltre dedicato l’ultima pubblicazione “Svetilnik-Il faro”, alle celebrazioni dell’anniversario e allo sviluppo urbano e culturale. La rivista, con la sezione in lingua italiana incentrata sulla figura di San Nazario, curata dal Centro di cultura “Carlo Combi” e finanziata dalla CAN costiera, è già stata distribuita alle scuole elementari con lingua di insegnamento italiana.
Le celebrazioni non sono iniziate nel migliore dei modi. Dopo la ristampa lo scorso anno del più antico Statuto cittadino, nel mese di gennaio è stata allestita presso la Loggia vecchia di Palazzo Pretorio la mostra “Capodistria 1500”, curata dal Museo regionale e dal Comune. Certo non è semplice condensare 1500 anni di storia in un’unica e circoscritta linea del tempo, ma le selezioni – e omissioni – operate dalle curatrici hanno suscitato non poche obiezioni, esposte in prima linea dal Centro italiano di cultura “Carlo Combi”. In seguito a un confronto chiarificatore, i contenuti sono stati rivisti e, la settimana scorsa, sono state apportate alcune correzioni. Sono state inserite tra l’altro le pestilenze che nel ‘600 hanno falcidiato la popolazione, la fondazione del Collegio dei Nobili, mentre la parola “emigrazione” con la quale era stato definito il rovesciamento demografico del secondo dopoguerra, nella versione in italiano è stata sostituita con “esodo”. È rimasto invece il termine “sottrazione” a definire la messa in sicurezza con il trasferimento in Italia delle opere d’arte dai rischi bellici negli anni ‘40. “Noi abbiamo sottolineato quelle che sono le lacune e certi macro errori, poi le curatrici hanno scelto cosa integrare e cosa proporre”, ha osservato il direttore del “Combi” Kristjan Knez, aggiungendo “spero che questo scivolone, definiamolo così, sia stato solo un incidente di percorso e che nel corso di questo 2024, con tutte le iniziative che riguarderanno San Nazario, la storia e il retaggio culturale di questa città, si faccia maggiore attenzione”.

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