Meduse, un’invasione a spese dei pescatori

Numerose imbarcazioni ferme agli ormeggi in attesa che si possa riprendere la normale attività quotidiana

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Meduse, un’invasione a spese dei pescatori

L’invasione delle meduse, soprattutto della specie “Polmoni di mare”, osservata nell’Adriatico settentrionale le scorse settimane, sta rappresentando un serio problema anche per il comparto pesca da Capodistria a Pirano. Il fenomeno, come rilevato per l’agenzia STA da Andreja Ramšak, ricercatrice della Stazione di biologia marina piranese, è dovuto alle notevoli quantità di plancton disponibili, ma gli invertebrati sono sempre presenti in questa stagione nei nostri specchi di mare. Possiamo osservarli soltanto quando il loro ciclo vitale, dopo la riproduzione, volge al termine. Allora salgono in superficie, muoiono e finiscono per spiaggiarsi. A loro volta diventano poi cibo per pesci, crostacei o uccelli.

Imbarcazioni agli ormeggi

Il potere urticante delle meduse in questione è limitato, ma è ugualmente preferibile evitare il contatto sia in mare sia in terra. Se toccate con il palmo delle mani, dove la pelle è più spessa non si notano fastidi, ma subito dopo si avvertono bruciori agli occhi o al viso, se toccati inavvertitamente. Non sono rari i casi di allergia al veleno. Se gli esperti tengono sotto controllo agevolmente i banchi di meduse, non altrettanto si può dire per i pescatori. L’enorme numero di questi organismi forma sott’acqua delle vere pareti che rendono impossibile la pesca. I pesci avvertono la presenza delle meduse e si allontanano oppure gli strumenti di pesca sono talmente intasati dalle meduse che è impossibile maneggiarli o pulirli. Le catture indesiderate, come riferito da Aleš Bolje, consulente per la pesca in mare del Ministero per le risorse alimentari, possono arrivare a una tonnellata per ogni battuta di pesca. Per questo motivo da molti porticcioli le barche in questo periodo non escono. Purtroppo in base alle norme vigenti, le perdite denunciate dal comparto non possono essere risarcite dal governo. Si potrebbero eventualmente aprire delle opportunità con la nuova prospettiva finanziaria europea, soprattutto in caso di sospensione dell’attività ittica.

La sede della Stazione di biologia

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