Žiža a Lubiana: sciogliere i nodi di RTV Capodistria

Il deputato della CNI Felice Žiža incontra il ministro Matej Arčon e il direttore ff dell’Ufficio per le etnie Rok Petje. Focus sui programmi italiani. Si pensa a un’intesa con Zagabria

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Žiža a Lubiana: sciogliere i nodi di RTV Capodistria
Il parlamentare Felice Žiža. Foto Roni Brmalj

“Non dobbiamo mollare un colpo sui diritti delle minoranze. Ogni volta che si lascia passare una cosa questa è persa, una volta che acconsenti a fare un passo indietro, tornare dov’eri è una sfida abissale. È per questo che agiremo prima per via tecnico amministrativa e poi se sarà necessario per via politica”: è questo il pensiero di Žiža, deputato della minoranza nazionale italiana al Parlamento sloveno, che non lascia adito a interpretazioni. Il pensiero è rivolto al taglio di circa 100mila euro per la parte variabile dei programmi di RTV Capodistria. “Si tratta di mezzi che devono sostenere il lavoro dei nostri inviati in Istria e a Fiume, come pure dei collaboratori esterni che abbiamo sul campo. A causa del taglio ci troveremo costretti a sospendere molti servizi, ma sarà una cosa temporanea”, ha affermato Felice Žiža.

Il deputato della CNI ha ammesso che sapeva di questo rischio da circa un mese, spiegando però come non fosse possibile muoversi fintanto che la decisione non fosse stata presa e non vi fosse l’ufficialità. Questo è accaduto nei giorni scorsi, in seguito alla pubblicazione del bilancio della Radio TV, mentre è di ieri, lunedì 4 marzo, invece una riunione con il ministro per gli Sloveni all’estero, Matej Arčon, che fa anche da interlocutore con il governo per le due Comunità nazionali che la Slovenia riconosce, e con Rok Petje, facente funzioni di direttore dell’Ufficio per le nazionalità del governo, nonché con Stane Baluh, che ha ricoperto il ruolo di direttore dell’Ufficio per 20 anni.

Situazione assurda

“Il taglio dei fondi ci penalizza fortemente e va contro tutti gli accordi precedentemente presi. Mesi fa, quando il presidente dell’RTV era Janez Zoltar, ci eravamo accordati per trovare un modo per rimediare ai debiti dell’RTV, che prevedeva un nuovo modello di finanziamento anche per i programmi italiani. La strada da seguire avrebbe dovuto essere simile a quella già in atto in Italia con la minoranza slovena, dove i programmi vengono finanziati direttamente dal governo. Se si fosse fatto così anche in Slovenia con la minoranza italiana, la RTV nazionale avrebbe risparmiato circa 10 milioni di euro, ossia tutto l’ammanco. Il governo era d’accordo e infatti già a dicembre aveva stanziato 5 milioni di euro per dare seguito agli accordi. Questi però non prevedevano la possibilità di tagli di alcun tipo ai programmi italiani. Ora, dopo che il nuovo direttore amministrativo dell’RTV, Zvezdan Matič, ha proposto un piano di finanziamento con 100mila euro in meno, ci troviamo costretti a rivedere tutto”, ha spiegato Felice Žiža.

Il piano d’azione

“Per i programmi italiani l’unico finanziamento possibile da parte del governo è per il tramite dell’Ufficio nazionalità. Per questo durante la riunione abbiamo raggiunto il seguente accordo: Petje cercherà di risolvere il tutto in un incontro con Matič, ripristinando i mezzi e ottenendo garanzie affinché scherzi come questo non si ripetano. Se ciò non dovesse funzionare, in accordo con il ministro, ci attiveremo direttamente per via politica. Ora che abbiamo visto che non ci possiamo fidare della parola data procederemo a firmare dei contratti. Sono in ballo i 10 milioni di euro che il governo è pronto a dare per finanziare in toto i programmi italiani, liberando così 10 milioni dal fondo riservato al canone, i quali potrebbero coprire l’intero buco dell’RTV. Ma prima di stanziare un euro vogliamo avere le garanzie che i finanziamenti ai programmi italiani non verranno ridotti e che non si faranno passi indietro in materia di diritti”, ha affermato il parlamentare CNI.

Trattato bilaterale

Tutte queste azioni dovranno comprendere per forza anche un’altra questione. “L’RTV Slovenia sta calando l’intensità del segnale radiofonico delle onde medie AM di Radio Capodistria, con una conseguente riduzione della diffusone delle trasmissioni. È inammissibile. Le due questioni sono legate e se non verranno risolte nel giro di qualche settimana, si interverrà politicamente. Anche per questo motivo abbiamo bisogno di un accordo bilaterale tra Slovenia e Croazia che faccia seguito al memorandum d’intesa tra Croazia, Italia e Slovenia sulla tutela della minoranza italiana del ‘92. Dobbiamo tutelare al meglio le istituzioni comuni, quali EDIT, CRS, Dramma Italiano… e dobbiamo inserire fra esse anche RTV Capodistria. Ho parlato della questione con il ministro e si è detto d’accordo sulla necessità di un’intesa bilaterale con la Croazia. Il prossimo passo da fare sarà avere il benestare del premier Robert Golob e poi dopo le elezioni potremo procedere ad avviare le trattative con la Croazia. Dobbiamo tutelare RTV Capodistria anche a livello internazionale”, ha affermato il depurato della minoranza italiana a Lubiana.

Accordo di collaborazione

Durante la riunione si è fatto il punto anche sull’andamento della realizzazione dell’accordo di collaborazione. “L’attuazione sta andando bene, ci stiamo attenendo ai tempi e alle modalità che avevamo previsto e siamo soddisfatti. L’unica cosa che rimane in dubbio di tutto l’accordo riguarda la creazione del Fondo di sostegno economico e sociale. Golob ha invitato la premier italiana Giorgia Meloni per parlare di varie questioni fra le quali verrà trattato anche questo tema. L’idea di base è che ogni Stato finanzi la minoranza dell’altro che risiede entro i propri confini: in questo modo è più facile controllare i mezzi finanziari, in quanto i soldi rimangono nello Stato che li stanzia. Bisogna ancora trovare un accordo fra i due governi per raggiungere l’obiettivo, ma stiamo lavorando in questa direzione”, ha concluso Felice Žiža.

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