Vera Begić ai Vigili del fuoco: «Non guidavo io»

Oggi la sentenza all’ex capodipartimento per lo Sport e la Cultura della Città di Fiume, che causò l’incidente stradale che la notte di Ferragosto del 2018 costò la vita al 41.enne Igor Soldatić di Umago

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Vera Begić ai Vigili del fuoco: «Non guidavo io»

Come già fatto dinanzi al giudice dell’udienza preliminare, l’ex capodipartimento per lo Sport e la Cultura della Città di Fiume, Vera Begić, si è nuovamente dichiarata colpevole, assumendosi dunque la piena responsabilità dell’incidente stradale che la notte di Ferragosto del 2018 è costato la vita al 41.enne Igor Soldatić di Umago. Lo ha fatto dinanzi alla Corte – presieduta dalla giudice, Gabrijela Marčeta Ferić – del Tribunale regionale di Pola, dove oggi, martedì 22 ottobre, si è tenuta la prima udienza del processo. Processo che si concluderà già oggi, con la lettura della sentenza. Riesaminate le prove, rilette le testimonianze, riviste le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza fornite dalla Bina Istra, la società responsabile della gestione dell’Ipsilon istriana, e ascoltate le arringhe finali dei legali delle parti in causa, la presidente della Corte ha dichiarato chiusa l’udienza, rinviando a mercoledì alle ore 15 ogni decisione.
L’udienza di ieri è iniziata intorno alle 9.40, quando la presidente della Corte ha chiesto all’imputata di confermare o meno la sua dichiarazione di colpevolezza rilasciata dinanzi al Gup. Come sottolineato in precedenza, Vera Begić, ha immediatamente confermato la sua colpevolezza. Dopodiché, tra le lacrime ha dichiarato di non avere alcun valido motivo da esporre in sua discolpa. “Sono assolutamente consapevole delle mie azioni, così come sono consapevole del dolore che ho causato ai familiari della vittima e miei”, ha detto l’imputata, aggiungendo di non essere al momento in grado di trovare le parole più adeguate per esprimere quanto le dispiaccia avere provocato la morte di una persona e tantissimo dolore. “Non posso e non riesco nemmeno a chiedere scusa, poiché è una parola al momento senza alcun valore”, ha proseguito, singhiozzando, la donna, la quale ha sottolineato di essere disposta a tutto pur di poter tornare indietro e rimediare ai suoi errori. “Sono colpevole e chiedo quindi di essere punita secondo la legge croata”, ha successivamente dichiarato Vera Begić, che ha concluso dicendo che la sua punizione più grande sarà quella di portare questo peso sulle spalle per tutta la vita.
La guida contromano sull’Ipsilon
Ascoltate le parole dell’imputata, la giudice Gabrijela Marčeta Ferić ha quindi passato in rassegna tutti i referti medici e tossicologici, dai quali risulta che la notte dell’incidente Vera Begić si trovava alla guida di una vettura con un tasso alcolemico di quasi quattro volte superiore (1.92 g/l) al limite consentito. Dopodiché, la presidente della Corte ha ordinato la proiezione di quattro registrazioni delle telecamere di videosorveglianza dell’Ipsilon istriana, dalle quali si vede chiaramente l’imputata (al volante di una Peugeuot 3008 bianca) imboccare contromano l’autostrada all’altezza dei caselli di Buie. Dai video mostrati in aula si capisce che Vera Begić, ancora prima dell’incidente, stava viaggiando sull’Ipsilon istriana, dalla quale ha imboccato l’uscita e raggiunto i caselli di Buie, dove è rimasta ferma dinanzi alla sbarra per diversi minuti. Dopodiché, non riuscendo a pagare poiché in preda ai fumi dell’alcool, l’imputata ha ingranato la retromarcia e, fatto un’inversione ad “U”. Dalle immagini successive si vede poi la donna imboccare l’autostrada contromano e proseguire in senso contrario lungo la stessa. Dai video si vede inoltre l’auto della donna andare incontro (sempre contromano) a diverse auto che stavano viaggiando nella giusta direzione. Non esistono, però, video dell’incidente.
Le testimonianze
Mostrate tutte le registrazioni, la giudice ha letto le dichiarazioni rilasciate dai soccorritori e da alcuni testimoni, tra i quali un cittadino sloveno, che la notte dell’incidente si trovava al volante di una Škoda. L’uomo – stando a quanto letto dalla presidente della Corte – stava viaggiando lungo l’Ipsilon in direzione di Buie, quando ha notato un’auto arrivavargli incontro contromano. L’uomo ha quindi tentato, riuscendoci, a evitare l’impatto frontale. Non è, però, riuscito a evitare che l’auto guidata da Vera Begić urtasse contro lo specchietto retrivisore della sua Škoda. Nonostante l’urto, la donna non si è fermata, continuando la sua folle corse fino ai pressi dello svincolo di Villanova di Parenzo dove, dopo avere perso il controllo del veicolo, ha urtato contro uno spartitraffico, per poi scontrarsi frontalmente con una Peugeout Partner alla cui guida si trovava Igor Soldatić, che a causa delle gravissime ferite riportate nell’incidente è spirato poco dopo. All’interno dell’auto si trovavano anche la moglie e il figlio di Igor Soldatić, che fortunatamente hanno riportato soltanto ferite lievi. Oltre ai referti medici e alle dichiarazioni rilasciate da alcuni testimoni, la giudice ha provveduto alla lettura delle testimonianze di due Vigili del fuoco, che agli inquirenti hanno raccontato di aver trovato Vera Begić seduta sul sedile posteriore della sua auto. Stando alle dichiarazioni dei due soccorritori, la donna avrebbe detto loro di essere la proprietaria, ma non la conducente del veicolo. Parole che, stando alle dichiarazioni lette in aula, avrebbe detto anche a un automobilista fermatosi per prestare un primo soccorso alle persone coinvolte nell’incidente.
Chiesto il massimo della pena
Non avendo altre testimonianze e prove da leggere o presentare, la giudice Gabrijela Marčeta Ferić ha ceduto la parola al procuratore di Stato regionale Mirko Grujić e ai legali delle parti in causa. L’accusa e il difensore della famiglia Soldatić hanno quindi chiesto il massimo della pena per l’imputata (che rischia dai tre ai 12 anni di reclusione) presentando alcune aggravanti, come il fatto che la donna è stata già punita due volte per infrazioni al Codice della strada. In passato Vera Begić è stata sanzionata poiché si era rifiutata di sottoporsi all’alcotest e perché era fuggita dal luogo di un incidente stradale. Il legale della vittima ha inoltre ricordato che la notte dell’incidente, la donna al volante della sua auto non ha provocato soltanto l’incidente, ma ha anche commesso diverse infrazioni, prima fra tutte quella di avere guidato contromano sull’Ipsilon per 9 chilometri e di avere negato di essere lei stessa la conducente della Peugeout 3008, facendo così perdere tempo a ben 7 soccorritori, che a causa della bugia della donna sono stati costretti a cercare una persona inesistente.
Le attenuanti della difesa
Alle parole dell’accusa hanno ribattuto i due legali dell’imputata, dicendo che le dichiarazioni rilasciate da Vera Begić immediatamente dopo l’incidente non possono essere prese in considerazione poiché ubriaca, in evidente stato confusionale e sotto shock. I difensori hanno inoltre presentato alcune circostanze attenuanti. A tale proposito hanno ricordato alla Corte che l’ex capo dipartimento allo Sport e alla Cultura tecnica non ha precedenti penali. Per quanto riguarda le due sanzioni per infrazione al Codice della Strada, i legali della donna hanno sottolineato che Vera Begić è stata soltanto multata per essersi rifiutata di sottoporsi all’alcoltest e per essere fuggita dal luogo di un incidente causato da altri. Infine, hanno invitato la Corte a tenere conto del fatto che Vera Begić è madre single di un bimbo che frequenta la seconda elementare. E ancora, i difensori hanno ricordato che Vera Begić si è sempre assunta le proprie responsabilità, dichiarandosi colpevole fin dal primo momento. Per questi motivi i due difensori hanno chiesto la pena minima per la loro cliente.
All’uscita da Tribunale al termine dell’udienza, il padre della vittima, ha giudicato scorrette le circostanze attenuanti presentate dalla difesa. “Spero che la Corte non si faccia influenzare dalle parole dei legali dell’imputata. Se lo farà vorrà dire che la colpa dell’incidente è di mio figlio, che non si sarebbe dovuto trovare sull’Ipsilon quella sera”, ha commentato Valter Soldatić, che per quanto riguarda il mea culpa e le scusa di Vera Begić ha detto che la donna avrebbe dovuto voltarsi e chiedere loro perdono guardandoli negli occhi.

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