Ponte di Sabbioncello (Pelješac): Croazia unita da un gioiello tech

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Ponte di Sabbioncello (Pelješac): Croazia unita da un gioiello tech

Dopo 303 anni il territorio croato è un tutt’uno. Alle 23.50 di mercoledì sera, 28 luglio, è stato collegato anche l’ultimo segmento del ponte di Sabbioncello (Pelješac). “È un ponte che collega”. Il premier Andrej Plenković ha battezzato con queste parole l’imponente struttura, aggiungendo che il ponte “è la dimostrazione che essere membri dell’Unione europea aiuta a realizzare progetti di interesse nazionale”. Plenković ha poi sottolineato che il ponte è alto 55 metri: “Tranquilli, sotto potrebbe passare anche il Titanic…”. Il primo ministro ha commentato anche il fatto che stasera non è stato invitato il Presidente Zoran Milanović. “Non preoccupatevi, arriverà il prossimo anno, assieme ai vertici dell’Ue, quando inaugureremo ufficialmente il ponte”. Dal canto suo il Capo dello Stato, dall’isola di Curzola (Korčula) ha affermato che “ora è importante che il ponte sia quasi finito. La Croazia ha aspettato molto di più altri progetti di tale portata e forse anche più importanti…”.

La road map fino all’inaugurazione: la fase finale prevede l’asfaltatura del ponte e la conclusione dei 30 chilometri delle strade d’accesso. Tutto ciò dovrebbe essere portato a termine entro i primi giorni del 2022, mentre l’apertura al traffico dovrebbe avvenire nel mese di giugno dell’anno prossimo.

L’idea

A lanciare l’idea di sovrastare il Canale della Narenta (Neretvanski kanal) o più correttamente la Baia di Stagno Piccolo (Malostonski kanal) con un ponte fu nel 1997 l’allora presidente della Regione di Ragusa e della Narenta, il defunto Ivan Šprlje. Ventiquattro anni più tardi quello che sembrava un sogno irrealizzabile sta per trasformarsi in realtà. Dopo che nella tarda serata di mercoledì i tecnici hanno terminato di saldare l’ultima delle 165 sezioni metalliche che compongono il ponte, il territorio di Ragusa (Dubrovnik) ha smesso di essere un’enclave croata (e dell’Unione europea) circondata da due Paesi (Bosnia ed Erzegovina e Montenegro) che non fanno ancora parte dell’Ue. I 2.404 metri che separano Komarna (Dalmazia) da Brijesta (Sabbioncello) sono diventati percorribili, cancellando così la discontinuità territoriale della Croazia.

Lo storico evento è stato celebrato alla presenza di numerose autorità istituzionali croate e internazionali. A Sabbioncello sono intervenuti il premier Andrej Plenković, accompagnato da una nutrita schiera di vicepremier e ministri: Tomo Medved (Difensori croati), Zdravko Marić (Finanze), Oleg Butković (Mare, Traffico e Infrastrutture), Darko Horvat (Assetto territoriale, Edilizia e Patrimonio dello Stato), Marija Vučković (Agricoltura) e Nataša Tramišak (Sviluppo regionale e Fondi europei).

“Il ponte di Sabbioncello è il progetto infrastrutturale più importante e complesso che si sta realizzando in Croazia. Ci riempie di gioia la consapevolezza che ogni giorno che passa la fine dei lavori è più vicina”, ha dichiarato il ministro Butković. “C’inorgoglisce – ha proseguito – la consapevolezza che questo Esecutivo ha raggiunto un obiettivo dal quale molti erano pronti a desistere”. Butković ha sottolineato che il ponte non ha soltanto un valore simbolico, ma anche sostanziale. Si tratta di una delle più complesse opere in fase di realizzazione a livello comunitario e nonostante l’appaltatore principale del ponte sia un consorzio straniero, una porzione non irrilevante dei lavori è stata eseguita da società la cui sede si trova in Croazia. Quest’ultime hanno un ruolo di primo piano pure nella realizzazione delle strade d’accesso al ponte. Trenta chilometri di vie di circolazione che contemplano la realizzazione di due viadotti, tre ponti e quattro tunnel.

Il ponte progettato da Marjan Pipenbaher, si ricorda è stato inserito nell’elenco delle opere d’importanza strategica per l’Ue (nonostante le rimostranze dei politici bosgnacchi), che di conseguenza contribuisce alla copertura parziale delle spese connesse alla sua realizzazione (e a quella delle vie d’accesso) stanziando circa 357 milioni di euro (l’85 per cento del costo totale). A gestire il progetto è formalmente la società Hrvatske ceste (HC) che ha affidato per il tramite di una gara pubblica internazionale alla Crbc (China Road and Bridge Corporation) il compito di realizzare l’opera (ha iniziato i lavori nel gennaio del 2019). Quello di Sabbioncello sarà un ponte di tipo strallato, sarà largo 21 metri, avrà due carreggiate con quattro corsie (due per ciascun senso di marcia), una luce massima di 285 metri, un’altezza luce di 55 metri, a fronte di un’altezza massima di 98 metri.

La storia

Lo sbocco al mare di Neum risale alla fine del XVII secolo. Il confine meridionale (verso Ragusa) corrisponde alla frontiera fissata tra l’Impero ottomano e la Repubblica di Ragusa. Il confine settentrionale (verso Spalato) venne invece fissato in seguito alla pace di Carlowitz (1699), quando i Turchi strapparono la zona di Neum ai possedimenti veneziani della Dalmazia per ottenere uno sbocco al mare e per imporre dei diritti di dogana sui commerci del litorale dalmata.
La città fece ininterrottamente parte dell’Impero ottomano fino al 1878, poi rimase nominalmente turca ma sotto amministrazione austriaca, finché nel 1908 non venne annessa all’Impero austro-ungarico, alla quale appartenevano già i contigui territori delle due ex Repubbliche marinare. Col sorgere del Regno di Jugoslavia, la città cessò di essere zona di frontiera, anche se l’antico confine fu mantenuto nel dopoguerra per la suddivisione interna della Jugoslavia in entità federali. La frontiera è ritornata ad essere internazionale con l’indipendenza di Croazia e Bosnia ed Erzegovina.

Gordan Jandroković e Andrej Plenković

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