Plenković davanti al cratere: «Drone? Una chiara minaccia»

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Plenković davanti al cratere: «Drone? Una chiara minaccia»

«Questa è una minaccia chiara minaccia, non possiamo tollerarlo. Ho scritto alla Nato per capire come sia stato possibile che un velivolo abbia attraversato tre Stati senza che nessuno lo notasse e abbattesse”. Non ha usato mezzi termini il premier croato Andrej Plenković per commentare l’aeromobile a pilotaggio remoto TU-141 Strizh (Rondone) caduto giovedì 10 marzo, poco prima della mezzanotte a Zagabria, a pochi passi dal centro studentesco “Stjepan Radić”.

“Il drone evidentemente è stato lanciato dal territorio dell’Ucraina, ma non sappiamo ancora con certezza se appartenesse alle forze armate ucraine o russe: entrambe le parti smentiscono di averlo fatto partire – ha proseguito il primo ministro durante il sopralluogo -. Comunque sia, l’aeromobile ha volato per per 7 minuti sopra il territorio croato e si è schiantato qui dove vivono 7.500 studenti, dove lavora un ristorante, un night club, dove ci sono molti edifici. Poteva essere una strage”. “Non sappiamo se si è trattato di un incidente casuale o voluto”, ha concluso Plenković, aggiungendo che “è assolutamente necessario che all’interno della Nato ci sia un maggiore livello di collaborazione, per evitare simili problemi”.

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