Mutui in franchi svizzeri. Le banche hanno sbagliato

La Corte suprema respinge il ricorso degli istituti di credito. L’Associazione Franak vince un’odissea legale iniziata nel 2011

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Mutui in franchi svizzeri. Le banche hanno sbagliato

Il duello giudiziario tra l’Associazione Franak – Unione croata delle associazione per la tutela dei diritti dei consumatori e le banche che a suo tempo proposero ai rispettivi clienti la possibilità di accendere mutui o altre forme di finanziamento vincolate al cambio del franco svizzero è giunto al termine. La Corte suprema della Repubblica di Croazia ha respinto il ricorso presentato dai legali degli otto istituti di credito coinvolti contro la sentenza di primo grado emessa a loro sfavore dal giudice Radovan Dobronić. Al contrario, i giudici dello Zrinjevac hanno sancito che le banche hanno infranto gli interessi colettivi e i diritti dei fruitori dei prestiti in questione. In parole povere, ciò significa che circa 125mila persone sia fisiche sia giuridiche ora hanno la possibilità di citare in giudizio gli istituti di credito, pretendendo di farsi risarcimento gli interessi pagati in eccesso. Stando alle stime si traterebbe di circa 15 miliardi di kune.
Ieri, il portavoce della Corte suprema, Željko Pajalić, ha illustrato il concetti di chiave della sentenza. In sostanza, i giudici sono giunti alla conclusione che nel periodo preso in esame le banche hanno stipulato contratti di finanziamento nei quali erano inserite clausole ingiuste e nulle – concordando la valuta alla quale era vincolato il prestito (clausola valutaria), ossia il franco svizzero, senza averne discusso singolarmente con i clienti.
La soddisfazione nelle file dell’Associazione Franak non ha fine. Dopo un’odissea giudiziaria protrattasi per otto lunghi anni, i giudici hanno avvalorato le loro motivazioni. “Questa è la più gioiosa delle notizie. Proclamo la definitiva vittoria”, ha dichiarato il deputato Goran Aleksić, che della lotta per risarcimento dei fruitori dei prestiti vincolati al franco svizzero ha fatto il suo cavallo di battaglia. “L’attesa – ha proseguito – è durata un po’ molto, ma alla fine la decisione (dei giudici) è arrivata”. Aleksić ha detto di attendere di conoscere altre tre sentenze della Corte suprema. “Desidero che i contratti attinenti ai finanziamenti sino proclamati nulli e che si definisca in maniera limpida il modo nel quale devono essere calcolati i risarcimenti dei prestiti che nel frattempo sono stati rifinanziati. Inoltre, pretendo non siano fissati limiti di tempo per la presentazione delle richieste di risarcimento”, ha dichiarato Aleksić.
La battaglia legale tra la Franak e le banche ha avuto inizio al 2011. All’epoca gli istituti invischiati erano l’Erste&Steiermärkische Bank, l’Hypo-Alpe-Adria-Bank (l’odierna Addiko Bank), l’OTP, la PBZ, la Société Générale – Splitska banka (acquisita nel frattempo dall’OTP), la ZABA e la Volksbank (l’attuale Sberbank). Successivamente fu coinvolta pure l’RBA. Il problema con i finanziamenti vincolati al cambio CHF/HRK è sorto per due ragioni: l’indebolimento del cambio della valuta elvetica e il contemporaneo innalzamento dei tassi d’interesse.

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