Modrić & Co. dal Papa: «Siate un esempio per i giovani»

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Modrić & Co. dal Papa: «Siate un esempio per i giovani»
Foto Drago Sopta/HNS

“Andare a Roma e non vedere il Papa” è diventato un modo di dire molto comune nel linguaggio quotidiano. Oggi, mercoledì 5 maggio,, a Roma, la Croazia ci è invece andata di proposito, proprio per essere ricevuta in Vaticano dal Pontefice. Prima della tradizionale udienza generale del mercoledì Papa Francesco ha infatti incontrato dirigenti, staff tecnico e giocatori della nazionale, ma anche diversi rappresentanti diplomatici croati.

“Sono contento di accogliervi e di dare il benvenuto a voi, dirigenti e giocatori della squadra nazionale di calcio della Croazia – ha salutato i presenti Jorge Mario Bergoglio nell’Aula Paolo VI –. Nell’ultimo campionato mondiale avete conseguito il terzo posto: complimenti! Quell’evento, che per alcuni aspetti ha ricevuto anche molte critiche, ha comunque confermato che il calcio è un fenomeno globale capace di coinvolgere un numero enorme di persone, di smuovere emozioni, sentimenti collettivi. Posso ben testimoniarlo io che vengo da un Paese dove tutto questo è vissuto al massimo. Ma voi il calcio lo giocate, formate una squadra, e avete l’onore di rappresentare la vostra nazione. E questo del fare squadra è un aspetto dello sport che amo sottolineare, perché è una metafora della vita sociale, nei vari ambienti in cui si vive e si lavora insieme agli altri. Le azioni individuali sono importanti, la fantasia, la creatività… Ma se prevale l’individualismo, allora tutta la dinamica si rovina e non si raggiunge l’obiettivo. Grazie perché ci date l’esempio del fare squadra! E poi ci sono tanti altri valori in gioco: pensiamo al senso dell’onore, all’amicizia fra voi e alla fraternità, alla lealtà e all’autocontrollo. A questo proposito, non dimenticate mai che i tifosi, specialmente i giovani, si rispecchiano in voi: il vostro ruolo va oltre l’ambito sportivo e diventa modello di vita riuscita e di successo. Dunque è importante per voi coltivare le qualità spirituali e umane, per poter essere di buon esempio. Vi ringrazio per la vostra visita e vi auguro ogni bene per l’attività sportiva e sociale. Vi benedico e vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie”, il discorso di Papa Francesco.
Kustić: «È un grande onore»

Il presidente della Federcalcio, Marijan Kustić, ha regalato al Pontefice la maglia incorniciata della nazionale con il numero 1 e il nome Franjo sul retro, nonché una replica del primo pallone in pelle con cui si cominciò a giocare a calcio in Croazia. “È un grande onore per noi avere l’opportunità di incontrare il Santo Padre: lo ringraziamo per la sua benedizione e le belle parole che ci ha rivolto. Siamo orgogliosi che attraverso il calcio abbiamo il privilegio di poter rappresentare il popolo croato. Credo che sia stato attraverso la nostra squadra di calcio che il mondo abbia conosciuto i croati come una nazione talentuosa, passionale e coraggiosa per la quale la fede in Dio nonché l’amore per la famiglia e la patria sono i valori più importanti. Le immagini dei nostri calciatori che celebrano la loro fede in Dio nei momenti più importanti del calcio croato hanno fatto il giro del mondo e hanno dimostrato quanto sia importante la fede nella vita di tutti loro. Questo incontro è stato di inestimabile valore per tutti noi”.
Dalić: «La famiglia come slogan»

“Siamo fortunati di aver avuto l’opportunità di incontrare il Santo Padre – ha aggiunto il selezionatore Zlatko Dalić –. Lo slogan della nostra nazionale è una sola parola: la famiglia. I valori della famiglia sono alla base di tutti i nostri successi. Unità, collaborazione, rispetto, sostegno, amicizia, amore e fede: questo è ciò che la Croazia di calcio rappresenta, promuove e vive giorno dopo giorno. Questo incontro ci ha ulteriormente motivato a continuare nella stessa direzione, rappresentando degnamente il nostro popolo e la nostra patria”.

Una volta conclusa l’udienza, il cardinale ausiliare di Zagabria, Ivan Šaško, ha accompagnato la spedizione biancorossa nella Basilica San Pietro per una preghiera all’altare di Giovanni Paolo II.

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