Krško. Il nodo delle scorie radioattive

Nessun accordo al vertice a Bled fra i ministri di Slovenia e Croazia. Ogni Paese procederà per la propria strada. Dall’FVG intanto arrivano chiarimenti

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Krško. Il nodo delle scorie radioattive

Slovenia e Croazia continuano a discutere sul futuro della centrale nucleare di Krško. A Bled si è svolta la sessione della Commissione mista incaricata di monitorare l’attuazione dell’accordo tra i due Paesi sulla gestione, sugli investimenti e sulla dismissione dell’impianto atomico. Alla sessione hanno partecipato anche il ministro alle Infrastrutture sloveno, Alenka Bratušek, e il ministro dell’Ambiente e dell’Energetica croato, Tomislav Ćorić. Uno dei temi trattati è stato l’immagazzinamento delle scorie radioattive. La Slovenia già da tempo ha deciso di depositare la sua quota di scorie a Vrbina, non lontano dalla centrale stessa. La Croazia invece avrebbe voluto immagazzinare la sua parte delle scorie nell’ex caserma di Čerkezovac, sulla Trgovska gora, al confine con la Bosnia ed Erzegovina. Ma a opporsi sono la comunità locale e le autorità bosniache. La Croazia comunque non s’arrende. Ci si attendeva che al vertice di Bled sarebbe stato trovato un accordo tra Zagabria e Lubiana sull’immagazzinamento congiunto delle scorie radiattive, magari a Vrbina. Così non è stato. Le autorità croate proseguono sulla strada seguita finora e vogliono realizzare un proprio deposito.
Intanto nell’FVG l’assessore a Energia e Difesa dell’Ambiente, Fabio Scoccimarro, ha chiarito la sua posizione rispetto alla centrale nucleare di Krško, intervenendo nella sede di Confindustria Udine, al seminario sul Pacchetto energia pulita promosso da Confindustria, Elettricità Futura e Fire (Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia). “Non abbiamo mai espresso una posizione favorevole all’energia nucleare. Sono personalmente contrario all’installazione di centrali nucleari ma, posto che la centrale di Krško c’è già ed è a noi vicina, dobbiamo controllarla come già fatto un anno fa con la nostra Arpa e come andrebbe fatto più spesso”, ha rilevato Scoccimarro. Davanti a una platea di imprenditori e operatori del comparto energetico, l’assessore ha voluto precisare che “una delle ipotesi per monitorare e non subire questo impianti, è di controllarlo dall’interno acquisendo delle quote e avendo un beneficio anche sul costo dell’energia. Ciò premesso, questa è solo un’ipotesi e non vi è ancora nessuna decisione in merito”.

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