Il Dna conferma: i resti sono di Riccardo Gigante

I resti del senatore sono stati rinvenuti un anno fa in un bosco di Castua, a pochi chilometri da Fiume, dove il 4 maggio 1945 fu ucciso da un reparto di partigiani jugoslavi e sepolto sommariamente insieme ad altri 6 italiani

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Il Dna conferma: i resti sono di Riccardo Gigante

Sono del senatore Riccardo Gigante e del vicebrigadiere Alberto Diana i resti rinvenuti un anno fa nel bosco della Loza, dove il 4 maggio 1945 furono uccisi da un reparto di partigiani jugoslavi e sepolti sommariamente insieme ad altri 5 italiani. Lo conferma il capo di Stato Maggiore delle Forze Armate, Enzo Vecciarelli, che ha comunicato l’esito degli accertamenti del Dna svolti dai reparti specializzati dell’Arma dei Carabinieri. Ne ha dato annuncio il senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia), che si era più vote occupato dell’argomento. “Ringrazio il generale Vecciarelli, Onorcaduti e tutti i reparti delle Forze Armate e dei Carabinieri in particolare che hanno condotto questi accertamenti – ha dichiarato Gasparri –. È una notizia che ha un grande valore morale e che certamente le associazioni degli esuli e i familiari del senatore Gigante e del carabiniere Diana hanno accolto, come me, con grande commozione. Questo vuol dire onorare i caduti e le memorie della Patria, che non possono essere mai cancellate”. Gasparri ha detto che “altre iniziative analoghe sono in corso per ricordare quanti furono massacrati in un momento tragico della storia europea del secolo scorso. Da aggiungere che nel maggio di quest’anno sono stati riesumati i resti di 27 caduti in guerra nell’isola di Cherso, sepolti all’esterno del Cimitero del paese di Ossero.
Ricordiamo, gli scheletri di Gigante, Diana e di altre 5 persone erano stati riportati alla luce nel luglio 2018 con un’operazione congiunta tra Onorcaduti e il Ministero croato dei Difensori. La Società di Studi Fiumani, presieduta allora da Amleto Ballarini, sin dal 1996 aveva individuato il luogo della sommaria sepoltura delle vittime italiane, grazie anche all’aiuto del parroco locale don Franjo Jurčević. Tale indagine rientrava nell’ambito più ampio di una ricerca italo-croata sulle “Vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni negli anni 1939-1947”, condotta dalla Società di Studi fiumani e dall’Istituto Croato per la Storia di Zagabria, i cui risultati furono pubblicati in un volume dal Ministero per i Beni culturali nel 2002.
La Società di Studi Fiumani ha avuto dall’erede diretto del senatore fiumano Gigante la procura per disporre dei resti del nonno, resti che, in base al desiderio dello stesso Riccardo Gigante, avrebbero dovuto essere tumulati al Vittoriale in un’Arca a ciò predisposta vicino a Gabriele d’Annunzio. A tal riguardo il presidente della Fondazione del Vittoriale Giordano Bruno Guerri, ha manifestato la sua piena disponibilità. In un comunicato firmato dal presidente Giovanni Stelli, la SSF ringrazia il senatore Gasparri per questa ultima fase dell’iniziativa, la Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati presieduta da Antonio Ballarin e tutte le autorità governative italiane e croate (in particolare Ministero degli Esteri e il Ministero della Difesa – Onorcaduti) coinvolte nella vicenda.

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