Green pass. Proroga per tutti?

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Green pass. Proroga per tutti?

Il 30 settembre è stata allungata la “vita” di tutti i certificati verdi, sia quelli nuovi che quelli precedentemente emessi, che conquistano 3 mesi in più e dunque ne dureranno 12 invece dei nove previsti sinora. Infatti, secondo la nuova disposizione applicata dall’Istituto croato di sanità pubblica, i cittadini che li hanno già ottenuti non dovranno richiederne la riemissione perché la durata di quelli esistenti verrà automaticamente prorogata. Inoltre, in conformità con la nuova revisione del documento accettata dalla rete e-Zdravstvo della Commissione europea dal 29 settembre 2021, è possibile emettere i certificati digitali europei anche relativamente ai vaccini che non sono stati approvati dall’Ue. Sembra, però, che la suddetta delibera non sia valida per coloro che sono guariti dal Covid-19, i cui documenti rimangono in vigore 180 giorni dall’attestata positività. È veramente così? Ma perché allungare il green pass? Il vaccino, dunque, protegge almeno fino a un anno? Per avere qualche chiarimento in merito, abbiamo contattato Dobrica Ročević, a capo del reparto di epidemiologia dell’Istituto di salute pubblica della Regione litoraneo-montana, nella quale ieri sono stati registrati 105 nuovi casi di contagio. “L’estensione è stata apportata in seguito all’attestazione dell’efficacia del vaccino su tutte le persone che non sono immunodeficienti, che non stanno facendo terapie immunologicamente interattive. La durata della protezione, considerata molto solida, si riferisce a forme di malattia gravi e medio-gravi. Con il tempo, allo scadere di 8 mesi, si evidenzia una determinata caduta dell’immunità anche dopo l’inoculazione, cosicché aumentano anche le possibilità di casi d’infezione, la quale non si traduce in forme più gravi di malattia, ma può partecipare al contagio, anche se in minor misura. Per tale ragione, sarà reso possibile, come è stato fatto in altri Paesi e in base all’Agenzia europea per i medicinali (EMA), che ha prescritto il modo d’applicazione della terza dose, l’effettuazione della stessa ai pazienti immunodeficienti (con diagnosi chiaramente determinate), ovvero la prima vaccinazione che si effettua loro in tre dosi (secondo le indicazioni degli specialisti che li seguono). L’unica condizione è che non devono essere passati meno di 28 giorni dalla somministrazione della seconda dose. La terza dose, quindi, è parte integrante della prima vaccinazione. D’altronde, per la cittadinanza non appartenente alla categoria di cui sopra, quali gli anziani e altre fasce particolari come i malati cronici, coloro che lavorano nella dimensione dell’assistenza sanitaria e sociale e altri simili, possono vaccinarsi già dopo sei mesi dalla seconda dose. Ovviamente questo piano nazionale sottintende una quantità di vaccini e un’organizzazione di vaccinazione e questa non viene in realtà considerata quale vera e propria ‘terza’ dose, bensì come vaccinazione ripetuta o dose booster, in seguito alla prima vaccinazione completa con due dosi”, ha spiegato Rončević.

I giovani più propensi a vaccinarsi

In merito al prolugamento della validità dei certificati per coloro che sono guariti, l’epidemiologo ha dichiarato che “i certificati sono stati prolungati anche per coloro che sono guariti dal Covid-19 e gli stessi sono validi per quasi tutto (attraversare il confine, la partecipazione a eventi), oltre che per la misura dell’autoisolamento nel caso siano passati i nove mesi. Se però qualcuno è stato esposto a qualche caso positivo, in modo intensivo e senza mezzi di protezione (non si conta il personale sanitario), deve andare in autoisolamento al termine dei nove mesi”. In conclusione, Rončević si è soffermato sulla vaccinazione dei giovani affermando che “con l’inizio dell’anno accademico è considerevolmente cresciuto tra i giovani l’interesse per l’inoculazione. Ciò sta avvenendo soprattutto perché la stessa permetterà agli studenti (soprattutto a coloro che frequentano facoltà inerenti all’assistenza sanitaria e sociale o quelle dell’educazione e istruzione) di essere a contatto con le fasce più fragili, passaggio richiesto dalle attività universitarie. Per questo motivo stiamo organizzando anche ulteriori centri vaccinali”.

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