Fiume. Caffè nelle edicole? Servono regole

Il caffè o la bibita fresca da acquistare in edicola? È concorrenza sleale nei confronti della categoria. Le Associazioni nazionale e dell’Istria e del Quarnero sostengono la battaglia avviata di recente dalla Città di Pola

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Fiume. Caffè nelle edicole? Servono regole

Sorseggiando il primo caffè della giornata, al bar abbiamo la possibilità di sfogliare (gratis) uno o più quotidiani, se non ci accontentiamo di smanettare sul nostro smartphone. All’edicola acquistiamo il quotidiano e, almeno per ora, abbiamo la possibilità di prenderci anche il caffè. La Città di Pola dall’inizio di quest’anno vieta la vendita di caffè e di bibite refrigerate nei chioschi, un provvedimento salutato dai ristoratori, anche quelli di Fiume e della Regione. Si parla di concorrenza sleale. La municipalità fiumana si è espressa in merito, sostenendo che la materia non sia di competenza delle amministrazioni locali.
In un pub del capoluogo quarnerino, ieri si sono rivolti ai media alcuni gestori di locali pubblici, impegnati in prima persona nell’organizzazione dei ristoratori a livello regionale e nazionale. Nikola Eterović è a capo dell’Associazione nazionale di categoria: “Abbiamo convocato i media per porgere sostegno alla Città di Pola che, a modo suo, sta affrontando una battaglia a favore di un mercato equo. Ha espresso il proprio parere chiaro. Noi, per principio, siamo contrari ai divieti, ma favorevoli a creare delle condizioni con pari opportunità. La vendita di caffè, bibite refrigerate e alcolici all’edicola, va considerata come una forma di concorrenza sleale nei confronti dei gestori di bar che per svolgere l’attività devono soddisfare molte condizioni che i tabaccai non hanno, a livello fiscale e di altro tipo. Non abbiamo ancora avviato alcuna iniziativa nei confronti della Città di Fiume, ma lo faremo, con l’intento di parificare le rispettive posizioni sul mercato”.
È intervenuto anche Vedran Jakominić, presidente dell’Associazione dei ristoratori dell’Istria e del Quarnero, affiancato da Robert Salečić, membro dell’esecutivo dell’organizzazione, nonché rappresentante dell’Unione del Quarnero nel Consiglio cittadino. “Non amiamo esporci davanti all’opinione pubblica – ha detto Jakominić –, ma ci sentiamo in dovere di farlo. Anch’io sono dell’avviso che i divieti non siano la soluzione. Si può liberalizzare tutto, ma a quel punto occorre rispettare delle regole. Noi ristoratori, per esempio, dobbiamo disporre dei servizi igienici per gli ospiti e per il personale, di spazi interni ed esterni per i quali paghiamo l’affitto e le tasse comunali e altro. Se la vendita di bevande rappresenta un segmento importante per gli edicolanti, il problema è un altro. Abbiamo saputo che i chioschi, senza la vendita di bibite, non potrebbero sopravvivere. In piazza Jelačić troviamo tre bar e tre edicole che, di fatto, svolgono la stessa attività. Riteniamo che si debba trovare una soluzione che non vada a rovinare gli edicolanti. Non occorrono divieti, ma una regolamentazione. Nei nostri bar non andremo a riparare le auto e non offriremo servizi di estetica. Noi ristoratori non possiamo permetterci di ridurre il prezzo del caffè a 8 kune per resistere alla concorrenza. Lo faremmo volentieri, ma allora è necessario avere le medesime posizioni di partenza”.
Eterović ha aggiunto che finora non ci si è mai rivoltati contro gli edicolanti, ma riteniamo buona l’iniziativa di Pola. “La Legge – ha affermato ancora – precisa chiaramente che lì dove ci sono locali pubblici non possono venire sistemati esercizi mobili provvisori nel raggio di 100 metri, ma le edicole non vengono prese in considerazione anche se, in effetti, svolgono un’attività analoga”.
Salečić ha quindi osservato che lo stesso personale delle edicole utilizza i servizi igienici dei bar che si trovano a pochi metri. Come consigliere ha annunciato iniziative in questo senso nell’organo di rappresentanza cittadino: “Accanto al locale che gestisco in via Vitezović, ci sono tre edicole e cinque frigoriferi. È un’immagine poco edificante. Non ho nulla contro le signore che vi lavorano e che usano la nostra toilette, ma è anche vero che se lì svolgono un servizio simile al nostro lì si dovrebbero soddisfare le stesse condizioni. Se c’è il distributore automatico in cui inserisci la moneta e ricevi caffè nel bicchierino di plastica, lo zucchero e il cucchiaino, va bene, ma se è l’edicolante a servirtelo è un’altra cosa”.
Riportiamo quanto sostenuto da chi rappresenta i gestori di bar, senza ignorare il fatto che le edicole stesse, oltre a vendere giornali e sigarette, già da tempo vanno ben oltre, diventando ricevitorie per le lotterie e uffici postali da cui inviare pacchetti, ma talvolta anche sportelli bancari.

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