Fiori, bimbi e palloncini: la festa di Kim per Putin come un vecchio film sovietico

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Fiori, bimbi e palloncini: la festa di Kim per Putin come un vecchio film sovietico

(Adnkronos) – Girasoli di carta, che in Asia sono simbolo di longevità e buona fortuna – a Taiwan il segno di riconoscimento delle proteste anti governative del 2014, ma a questo il protocollo di Kim Jong-un non deve averci pensato. Folla in festa lungo trenta chilometri di strada al passaggio del corteo di auto del presidente russo Vladimir Putin (secondo l’inviato di Rossiya) a Pyongyang. Bambini felici con i pantaloncini dei colori coincidenti delle due bandiere, o rossi o bianchi o blu.

Tanti palloncini, bandierine, mazzi di fiori. Coreografie e giravolte. Una parata militare, ma senza mezzi. L’accoglienza riservata a Putin nella Piazza Kim Il-sung è festosa ma con i colori sbiaditi di un vecchio film sovietico. La banda infatti intona “Grande è la mia patria”, con i versi “non conosco nessun altro Paese dove l’uomo respiri con tante libertà” e “al nostro tavolo nessuno è escluso, a ognuno viene riconosciuto il suo merito, in lettere dorate scriviamo, la legge della gente di Stalin”, composta nel 1936 per il film “Circo” e usata come sigla di radio Mosca durante la guerra (il riferimento a Stalin fu cancellato in epoca krusceviana, oggi chissà).

Il Presidente russo sfila per le vie della città in piedi su una limousine aperta, con Kim Jong-un accanto. Putin e Kim fanno i complimenti su chi deve salire per primo sull’auto. Putin ha la meglio. Al termine del loro colloquio al Geumsusan, il Presidente russo invece non ha esitazioni e sale deciso al posto di guida di una Aurus, Kim al posto del passeggero (VIDEO). A velocità sostenuta attraversano un parco. L’auto si ferma e i due scendono per fare un tratto a piedi. Kim, ricorda la Tass, possiede almeno due Aurus di fabbricazione russa, la prima acquisita dopo la sua visita al cosmodromo di Vostochny, lo scorso anno, occasione per riportare a casa anche tecnologia spaziale russa, la seconda portata ora da Putin in dono.

Putin – accompagnato a Pyongyang dal vice premier, Denis Belousov e dai ministri degli Esteri e della Difesa, Sergei Lavrov e Sergei Shoigu – e Kim hanno firmato un accordo di partenariato strategica globale e “diversi altri documenti importanti”, secondo la Tass. Il Trattato porta le relazioni bilaterali “a un nuovo livello”, con la promessa di “assistenza reciproca in caso di aggressione a una delle due parti”. L’agenzia russa si riferisce esplicitamente alle dichiarazioni di Usa e altri Paesi Nato sul rifornimento di sistemi offensivi di precisione con colpire il territorio russo.

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“Non si tratta solo di parole, sta già accadendo, in grossolana violazione dei limiti accettati dai Paesi occidentali nel quadro dei diversi impegni internazionali presi”, riporta l’agenzia, mantenendo l’ambiguità dell’accordo di cui non è stato diffuso il testo. Nel quadro di questo accordo, la Russia non esclude quindi lo sviluppo di cooperazione tecnico militare con la Corea del Nord. Un’altra intesa, prevede l’invio di orfani dei caduti sul fronte ucraino alla colonia Songdowon. L’interscabio, giudicato ancora basso, è aumentato di nove volte nel 2023, dopo che Pyongyang ha iniziato a rifornire munizioni e missili balistici che la Russia invia sul fronte ucraino, e per i primi cinque mesi dell’anno si è registrato un ulteriore aumento del 54 per cento.

Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby, non nasconde che fra i due Paesi “ci può essere una qualche forma di reciprocità che ricade sulla sicurezza della Penisola Coreana”. Anche se “non c’è ancora nulla di concreto”. Ma di certo, l’avvicinamento fra i due Paesi eremita l’uno, isolato il secondo, sono sviluppi che Washington “guarda molto, molto da vicino”.

In serata, dopo che Putin e Kim hanno deposto una corona ai piedi del monumento della Liberazione eretto nel 1946 in onore dei soldati dell’Armata rossa caduti nella liberazione della Penisola coreana dalle forze di occupazione giapponese, un concerto di gala. Eseguiti brani del cantante russo Shaman, grande sostenitore di Putin, fra cui “Ci alzeremo” uscita nel 2022 per celebrare i caduti nell’operazione speciale in Ucraina, come Putin, e Kim in ossequio, chiamano la guerra, assimilati ai caduti nella Grande guerra patriottica.

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