Corruzione edile in Istria: 15 arresti tra Pola e Dignano

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Corruzione edile in Istria: 15 arresti tra Pola e Dignano
Un agente di polizia ai piedi dell'Arena di Pola. Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL

Jeans, polo con le maniche corte, scarpe da ginnastica, bermuda… L’abbigliamento di chi va a prendersi un caffè, o magari si dirige verso la spiaggia. Ma non è l’abito che fa il monaco o il vacanziero: sotto il casual batte un cuore da agente dell’USKOK, l’Ufficio nazionale per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata o di agente della Questura istriana.
Così, in maglietta, jeans e scarpe da tennis ieri mattina è entrata nella sua parte operativa l’azione “Dorina”; gli agenti dell’USKOK assieme a quelli della Questura (una sessantina in tutto) hanno suonato alle porte di circa una ventina di persone, hanno perquisito abitazioni, automobili, vani d’affari, requisito pc e chiavette Usb, fascicoli e altro materiale utile ai termini dell’inchiesta. Prima nel Dignanese, per poi allargare anche a Pola. Su che cosa s’indaga? Semplificando ai minimi termini, sul condono strabico che avrebbe dato legittimità a mattoni che non avrebbero avuto ragione d’essere in fasce assolutamente esterne all’area edile. Ma si parla anche di abuso di potere d’ufficio e favoreggiamento; perché se c’è stato chi ha mal costruito, c’è stato anche chi ha mal condonato e chi ha fatto da anello di congiunzione.
A metà mattinata circolavano già i primi nomi delle persone potenzialmente coinvolte: l’ex responsabile dell’Ufficio dell’amministrazione statale in Regione, Mladen Kancelar, l’ex responsabile dell’Ufficio per la pianificazione ambientale e l’edificazione di Dignano, Dora Komparić, l’assessore alla Pianificazione ambientale e il sistema comunale di Dignano, Damir Janko. E ancora Dragan Štokovac, proprietario della Štok Srl di Peroi, Krešimir Stojkovski, geodeta della Geo Biro Srl; Sead Ibrahimović, ex responsabile dell’Ufficio regionale per la Pianificazione ambientale e la progettista Maja Ristić (che non ha avuto la sveglia del PNUSKOK in quanto all’estero). Tra gli indagati anche cittadini sloveni. Fatto questo che non stupisce più di tanto, essendo i “deželci” proprietari di un’infinità di lotti nell’area costiera; affiancati da altrettanto innumerevoli proprietari di terreni della Croazia continentale, che avevano acquistato fazzoletti di terra con vista e odore di mare in una manovra di frenetica (s)vendita di appezzamenti di terreno. Per la cronaca, non si era trattato di alienazione di terreni di proprietà dello Stato, ma di persone fisiche, che avevano trasformato appezzamenti di terra in coriandoli (sempre di terra) e questi in marchi. S’indaga su fatti avvenuti tra il 2014 e il 2019.
Una dolorosa spina nel fianco, quella dell’abusivismo edilizio lungo la costa. Non solo istriana, ad essere precisi e forse in Dalmazia va peggio ancora, ma resta il fatto che ognuno debba guardare a tenere pulito il proprio cortile. Il fenomeno del mattone selvaggio ha avuto un impatto più che devastante sull’ambiente e ha aperto il vaso di Pandora dal quale sono usciti i proverbiali guai, magari un po’ rivisti: disordine in termini di progettazione e di edificazione, allacciamenti alla rete idrica, inesistenza di quella dello smaltimento delle acque reflue, asporto delle immondizie (con relativa nascita di discariche selvagge nell’ambiente).
I sospettati, 26 in tutto, sono stati trasferiti a Fiume per l’interrogatorio: 11 sono stati rilasciati, mentre gli altri 15 sono stati arrestati. Si tratta di 14 persone della Regione istriana e una di quella Litoraneo montana.

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