Università di Trieste. Mattarella: «Italia e Slovenia modello di pace»

Laurea honoris causa per il presidente italiano e l'ex capo di Stato sloveno Borut Pahor

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Università di Trieste. Mattarella: «Italia e Slovenia modello di pace»
Foto Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica

L’Università degli Studi di Trieste ha conferito al presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e al Presidente emerito della Repubblica di Slovenia Borut Pahor, la laurea magistrale honoris causa in giurisprudenza.

La cerimonia si è svolta nell’Aula magna dell’Ateneo, che quest’ anno celebra i suoi 100 anni.

“Sergio Mattarella e Borut Pahor – si legge nella motivazione del conferimento della laurea honoris causa – hanno saputo coraggiosamente ripudiare la prospettiva angusta dell’egoismo nazionalistico, per perseguire invece una politica di riconciliazione, retta sulla creazione e sul consolidamento di spazi e di simboli dedicati alla memoria collettiva, quale fondamento di autentica pace tra i popoli. Due statisti che hanno interpretato l’amor di patria in una dimensione europea alta, così contribuendo a trasformare la frontiera adriatica, da territorio di aspro conflitto etnico e culturale, ad area di dialogo, di cooperazione e di amicizia, nella comune coscienza dei diritti umani e nella luce delle libertà democratiche”.

Foto Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica

Mattarella e Pahor “continuino a essere guide illuminate per i nostri Paesi e per l’Europa nel suo insieme, ispirando le nuove generazioni a far germogliare la conoscenza, la libertà, la democrazia e i diritti umani”: è l’auspicio espresso del rettore dell’Università di Trieste Roberto Di Lenarda, nel suo discorso in apertura della cerimonia, riporta l’agenzia Ansa.

Le parole di Mattarella…

Durante il suo discorso, il presidente Mattarella ha sottolineato ch in questi anni, Slovenia e Italia, “hanno sviluppato un dialogo costante e fruttuoso, alimentato dalla consapevolezza che la comune adesione e appartenenza alla casa europea e ai valori euro-atlantici rappresentino quell’elemento identitario che rafforza nei nostri Paesi lo sguardo verso il futuro”.

La riconciliazione con la storia “non ci libera dal dovere di conoscerla e di ricordare”, come Borut Pahor ha più volte sottolineato. Non conduce a letture di comodo del passato “né relativizza le responsabilità”, ma ci consente di coltivare sentimenti di rispetto per le sofferenze di ciascuno, in luogo di nutrire rancore e contrapposizione.

Si iscrive in questo processo il Giorno del Ricordo, istituito dal Parlamento italiano nel 2004 e che “richiama, in particolare, le sofferenze delle popolazioni istriane-giuliane-dalmate”. Ricordare gli avvenimenti, che hanno così profondamente inciso con dolore sulla vita delle popolazioni al confine orientale, “significa anche rispettare i patimenti altrui”. Le ferite causate dalle tragedie del Novecento “non si possono cancellare”. Le guerre combattute “senza alcun rispetto per le popolazioni civili, le violenze e gli esodi”, hanno colpito e sconvolto l’Europa, in balia di una lotta combattuta da nazionalismi esasperati”, ah sottolineato Mattarella.

… e quelle di Pahor

“Non è vero che non c’è amicizia in politica, grazie a te ho cominciato a crederci. Tu sei un grande statista e ci siamo aiutati a vicenda. Mi auguro che nel nostro mondo l’amicizia riesca a prevalere sul risentimento e l’odio”. Lo ha detto l’ex presidente sloveno Borut Pahor parlando in italiano, a conclusione del suo intervento, in sloveno, dopo che gli è stata conferita la laurea honoris causa, scrive rainews.it

“La guerra non è inevitabile”, aveva affermato in precedenza, “abbiamo sempre la possibilità, e anche il dovere morale, di cercare i modi per rafforzare la pace e la sicurezza, la democrazia e il benessere. Abbiamo dimostrato che, insieme, possiamo farlo per un comune futuro europeo. Per proteggere la pace e la sicurezza, per il bene dei nostri figli, non abbiamo altra scelta se non continuare a dimostrare di volta in volta a noi stessi e al mondo intero che una pace duratura europea e mondiale è necessaria e possibile”

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