ROBE DE MATTEONI Istra-Hajduk: polesi ospiti a casa, ma forse non è un male

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ROBE DE MATTEONI Istra-Hajduk: polesi ospiti a casa, ma forse non è un male

Nella serata di mercoledì, disteso sul divano, seguivo i vari telegiornali e mi godevo il riposo dopo un’intensa giornata di lavoro. Ma ecco che una telefonata mi cambia il ritmo. Dall’altra parte c’è un noto personaggio sia in campo politico che in quello sportivo. Un pochino sorpreso vedendo il suo nome sul cellulare, rispondo, o meglio cerco di salutarlo… “Ciao amico, devi aiutarmi. Speravo di non avere problemi per assicurarmi i biglietti per la gara dell’Hajduk a Pola a quattro giorni dalla sfida, ma non è stato così. Dicono che non c’è un biglietto nemmeno per il settore VIP, però sono convinto che tu mi aiuterai…”.
Nemmeno un “Buonasera, come stai? o “Che c’è di nuovo?”, tanto per mostrare che non ha chiamato soltanto per interesse. Beh, forse è onesto anche così: senza parole di cortesia e direttamente al sodo. Dopo essersi fermato nel suo tam-tam di parole piene di aspettative e speranze, ho dovuto ripetergli ciò che avevo detto nei giorni precedenti a molti: “Non ho biglietti e non so se ne siano rimasti per la tribuna Nord, dove sono posizionati gli ultrà dell’Istra 1961. Sono al corrente del fatto che le tribune Sud (tifosi ospiti), Est e Ovest sono sold out”. Siccome in precedenza mi avevano “contattato” anche dei conoscenti di Pola, che hanno determinate posizioni politiche o imprenditoriali, ho capito che non ci sono più privilegi nemmeno per gli “speciali”. Al Drosina, domenica alle 15, ci sarà il pienone. Eccezion fatta per la partita d’inaugurazione dello stadio ricostruito (il 9 febbraio 2011), con 9.200 biglietti venduti in un giorno, il Comunale di Pola non ha registrato mai il tutto esaurito. Logicamente tale situazione non è riconducibile al fatto che l’Istra ha vinto due partite di fila, contro lo Slaven Belupo e il Rudeš. L’Hajduk è in vetta alla classifica, è reduce da quattro successi consecutivi e l’euforia dalmata ha raggiunto il picco massimo. In Istria ci sono moltissimi tifosi dei “bili”, quindi è facile intuire che al Drosina ci sarà un raduno in massa. Stando alle informazioni ricevute dal club, ma anche dall’atmosfera che si respira sui social, si può capire che sono attesi circa 8.500 spettatori e che di questi forse anche il 70 per cento saranno tifosi dell’Hajduk. Un dato impressionante, perché questo esodo massiccio non ha paragoni nella storia recente del calcio di Pola. Fino a oggi era una normalità che la tifoseria del Rijeka, che è geograficamente molto vicina, arrivi al Drosina con 1.500-2.000 persone. Era normale anche per l’Hajduk una simile cifra, mentre la tifoseria della Dinamo era meno rappresentata. Ma se domenica ci saranno sugli spalti veramente 6.000 tifosi dell’Hajduk, allora siamo davanti a una novità assoluta. Siccome nella tribuna Sud, quelli degli ultras, ci sono 1.500 posti, tutti gli altri saranno nella Est e qualcuno anche in quella centrale. In altre parole, ci saranno contatti diretti tra gli spettatori locali e quelli che simpatizzano l’Hajduk (nella Est), con tutti i problemi legati all’organizzazione e alla sicurezza: si annuncia una giornata di lavoro intensa e difficile…
C’è chi critica la dirigenza dell’Istra sul perché abbia venduto tanti biglietti agli ospiti, ma non hanno ragione. Tanti tifosi dell’Hajduk arrivano dalle città della penisola e da centri di altre regioni che non distano più di 3-4 ore da Pola. Come si può impedire a questa gente di comprare il biglietto? Ci sono stati club che hanno vietato a spettatori con carta d’identità rilasciata fuori dalla regione di Koprivnica o di Gorica di acquistare i tagliandi, ma questa mi pare una misura discriminatoria. Resta il fatto che l’Istra avrà dalla sua parte 2-3 mila tifosi. Ci sta anche la possibilità che l’atmosfera sia come se i gialloverdi giocassero in trasferta. Siccome qualche mese fa al Poljud hanno vinto in presenza di 24mila tifosi dell’Hajduk e con appena una quarantina di Demoni (non è stata la prima volta) sugli spalti, forse la situazione non è poi tanto penalizzante per i giocatori di David Català. Quando c’è il pienone, indipendentemente se si giochi a Pola, Spalato, Fiume o Zagabria, tutti i giocatori, ospiti e ospitanti, sono parecchio motivati. Per i calciatori dell’Istra, che questa emozione non la vivono spesso, è ovviamente una motivazione in più. Lo hanno dimostrato in primavera, quando hanno rifilato tre gol all’Hajduk, vincendo alla grande. L’Hajduk attuale sembra però avere un’altra energia. Paradossalmente è stata generata da Mislav Karoglan, l’allenatore che aveva iniziato la stagione sulla panchina dell’Istra 1961. Si prospettava una collaborazione di 2-3 anni in quanto Karoglan è considerato un giovane tecnico che ama i progetti a lungo termine. Dal primo giorno non è entrato in sintonia con la squadra, anche se nella partita d’esordio è arrivato un pareggio in casa del Lokomotiva. Due sconfitte di fila, con la Dinamo al Drosina (0-3) e il Rijeka a Rujevica (0-6), hanno convinto la dirigenza a procedere all’esonero. Troppo distanti le posizioni di allenatore e squadra, con grande irritazione della tifoseria. Non si vedeva l’uscita da quel tunnel, e Karoglan è tornato a Spalato. Quando si dice le vie infinite del calcio. Tre mesi dopo torna al Drosina da capolista, con quattro vittorie di fila e una tifoseria euforica. Karoglan in due occasioni (dopo Dambrauskas) non ha mai perso una partita al timone dell’Hajduk. Ciò vorrà pur dire qualcosa del suo lavoro. A Pola non hanno avuto pazienza, ma anche lui ci ha forse messo del suo. Nel calcio ci sta che uno non si trovi bene in un determinato posto e poi in un altro si esalta…
David Català si era trovato quasi nella stessa situazione, ma ha saputo reagire nel momento più opportuno e nel modo giusto. Lo abbiamo visto nelle due partite vinte in campionato, ma anche nell’amichevole con l’Udinese. In primis nel gioco espresso, molto vicino a quello di Garcia. Vediamo domenica quale spunto ci daranno i due tecnici, ma anche lo spettacolo nella bolgia del Drosina.

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