ROBE DE MATTEONI Parlare di risultati è un sollievo

0
ROBE DE MATTEONI Parlare di risultati è un sollievo

Martedì scorso al Drosina non c’è stato il lieto fine: Istra 1961 e Lokomotiva hanno pareggiato e di conseguenza gli zagabresi sono rimasti a +4. A due giornate dalla fine i gialloverdi sono mestamente ultimi in classifica. Pure il Varaždin ha colto un punto contro la Dinamo al Maksimir e ora si ritrova con due lunghezze di vantaggio sui polesi.
Sono ormai 50 anni che frequento lo stadio e posso assicurare che la società non è mai stata così in buona salute come lo è oggi. Naturalmente quando ne parlo con i tifosi mi guardano come se venissi da un altro pianeta. Perché la penso così? Perché i fatti dicono proprio questo.
Dal 1910 ad oggi, il calcio all’ombra dell’Arena è sempre stato in difficoltà. Problemi finanziari, club senza basi solide, un continuo viavai di allenatori e giocatori, idee di fantomatiche fusioni, ecc. Che siano i tempi della Prima o della Seconda guerra mondiale, della Jugoslavia comunista o della Croazia indipendente, a Pola è sempre lo stesso ritornello. Nel 2010 è iniziata l’era della privatizzazione, che comunque non portò subito alla risoluzione dei problemi. Però con la proprietà russa prima e americana poi, ecco che qualcosa stava iniziando a cambiare nel pensiero della gente e della comunità locale. Il calcio di una certa categoria ha il suo prezzo. La base la deve assicurare la Città, mentre il settore sportivo lo deve finanziare la proprietà. OK, la teoria è un conto e la pratica un altro, soprattutto in Croazia, ma dopo dieci anni il tanto osannato concetto di “proprietà sana” sta finalmente prendendo forma al Drosina.
Tralasciando la parte sportiva, ora c’è una società libera da debiti, che paga puntualmente le mensilità ai dipendenti, che si ritrova con un settore giovanile che sforna calciatori che giocano nelle nazionali giovanili e che ha visto pure il più grande transfer della storia del calcio polese, con il Salisburgo che ha speso la bellezza tre milioni di euro (bonus inclusi) per assicurarsi Rocco Žiković.
Tuttavia, il club cerca da tempo un sostegno concreto da parte della Città per trovare un’area adeguata dove costruire il proprio centro d’allenamento. In attesa di risolvere il problema, l’Istra è traslocato a Medolino con tutte le formazioni che militano nelle varie categorie nazionali (prima squadra, juniores, ragazzi, pulcini…), dove per una cifra di 150mila euro annui affitta i campi dell’Arena Hospitality Group. E già da questo si evince come l’Istra stia gradualmente diventando una realtà seria, con un budget che si aggira sui 20 milioni di kune. E sono soldi veri, mica come una volta quando si spendeva senza aver assicurato le coperture prima.
Proprio per questo da tre anni a questa parte a Pola non si parla più di scioperi, debiti o bancarotta, bensì solo dei risultati sul campo, dei problemi di selezione, classifica, permanenza in Prima Lega e via dicendo. Ed è un bel passo avanti. Nel 2004, quando venne centrata la promozione nella massima serie, e mentre tutt’attorno regnava l’euforia generale, scrissi in un mio editoriale: “Il giorno che a Pola si parlerà esclusivamente di risultati, buoni o pessimi che siano, di allenatori e giocatori, del gioco della squadra, quel giorno avremo la conferma di avere un club finalmente stabile a lungo termine. Fino ad allora, l’euforia per le promozioni sarà soltanto il preludio alle delusioni per le retrocessioni”.
Oggi l’Istra è sull’orlo del baratro. Le speranze di giocare anche la prossima stagione in Prima Lega sono tuttavia ancora vive. Domani però bisognerà battere lo Slaven Belupo al Drosina, che potrebbe essere anche sufficiente per salvare la pelle. Comunque sia, per come la vedo io, la retrocessione non cambierebbe la vita della società, la stabilità finanziaria e i progetti futuri. Anzi, forse tornerebbe utile per risistemare la questione tecnica della prima squadra. Restare in Prima Lega è meglio, certo, ma già solo parlare di risultati è un bel sollievo…

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display