Rijeka. «Rasentata la perfezione»

Sergej Jakirović esalta il suo Rijeka dopo il tennistico 6-0 rifilato all’Istra 1961. «Vorrei sempre vedere questo atteggiamento». Ora la lunga trasferta verso le isole Far Oer e la sfida di giovedì contro il B36 Torshavn

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Rijeka. «Rasentata la perfezione»
Franjo Ivanović ha messo a segno una doppietta. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Dal mal di gol a fabbrica del gol il passo può essere sorprendentemente breve. Dall’attacco finito sul banco degli imputati dopo la sconfitta con l’Hajduk all’esaltazione del reparto offensivo nell’arco di una settimana. Anzi, a distanza di soli tre giorni: giovedì 6-1 al Dukagjini e domenica 6-0 all’Istra 1961. Game, set, match: più che a calcio, a Rujevica sembra si giochi a tennis… Al termine del derby di Spalato Sergej Jakirović non aveva lesinato critiche alla squadra, chiedendo una reazione e due vittorie nelle due seguenti partite. La squadra ha recepito il messaggio abbattendosi come un uragano sui malcapitati kosovari e istriani, agganciando Osijek e Hajduk in vetta alla classifica, anche se slavoni e dalmati hanno una partita in meno avendo rinviato il loro scontro diretto. Se il Dukagjini non faceva testo in virtù della troppa differenza a livello tecnico, i sei schiaffi rifilati ai cugini dell’Istra hanno chiaramente un peso specifico molto più grande e denotano bene la dimensione della mostruosa prova di forza dei fiumani. L’uomo copertina è naturalmente Ivanović, che dopo la tripletta ai kosovari si è sbloccato pure in campionato firmando una fantastica doppietta. Ma c’è anche il gol capolavoro di Pašalić, i due assist di Fruk e pure lo zampino del terzino goleador Goda, al terzo centro in questo inizio di stagione. Una vera rarità per un laterale, però la cosa più incredibile è che ha sempre segnato il quarto gol: il definitivo 4-0 contro il Rudeš, nonché il momentaneo 4-1 nel ritorno con il Dukagjini e il 4-0 contro l’Istra. Una coincidenza pazzesca! Il quartetto offensivo Pašalić-Janković-Fruk-Ivanović fa paura, ma più in generale è tutta la squadra che sta girando a meraviglia.
I pezzi si stanno via via incastrando e nonostante le tante partite ravvicinate il gruppo è bello tonico. Ma questa non è certo una sorpresa essendo Jakirović un allenatore che cura in maniera quasi maniacale proprio la parte atletica. Dopo la debordante prestazione di domenica è difficile trovare un difetto…

Oggi a Copenaghen
“Abbiamo rasentato la perfezione – gongola il tecnico dei fiumani –. Vorrei sempre vedere questo atteggiamento in campo, ovvero una squadra che non alza mai il piede dall’acceleratore. Selahi? La sua miglior partita da quando sono al Rijeka. Ha saltato quasi un mese di preparazione e ora sta tornando. Non ha ancora i 90 minuti nelle gambe, ma ci arriverà presto…”.
Ora ci si sposta nuovamente sul binario europeo. Giovedì si farà visita al B36 Torshavn nel quadro del terzo turno preliminare di Conference League. Labrović e soci sono attesi dal lungo viaggio verso le isole Far Oer. Oggi la squadra raggiungerà Copenaghen e domani volerà a Torshavn. Stesso percorso per il ritorno: venerdì soggiorno a Copenaghen e sabato il rientro a Fiume.
“Proprio per questo motivo siamo stati costretti a rinviare la partita di domenica con il Gorica. I faroesi? Torno a ripetere: in Europa non ci sono più outsider. È una buona squadra che ha in rosa un paio di giocatori molto interessanti che sono sicuro troverebbero spazio anche al Rijeka. Hanno cambiato poco rispetto alla scorsa stagione e il loro campionato sta entrando nella fase finale perciò stiamo parlando di una formazione ben rodata. Inoltre giocheremo sull’erba sintetica, un fondo al quale non siamo abituati”, predica prudenza Jakirović.

Karoglan: «Crollo mentale»
Mentre a Rujevica il roboante successo sull’Istra è ormai soltanto un lontano ricordo, al Drosina è tempo di analisi per provare a capire i motivi di una disfatta pesantissima. Per una squadra ancora alla ricerca di una sua identità si sapeva che la trasferta sull’altro versante del Monte Maggiore sarebbe stata proibitiva, ma un’imbarcata di queste proporzioni era uno scenario difficilmente immaginabile alla vigilia. “Il loro primo gol ci ha distrutto. Siamo crollati mentalmente e in tutta onestà non riesco a spiegarmelo. Ho detto ai ragazzi di mantenere la calma e che avremmo avuto tutto il tempo per recuperare, e invece… L’errore di Marešić? È con noi da soli dieci giorni e quindi ha bisogno di tempo per entrare nei meccanismi. Il problema però è che da quel momento in poi abbiamo proprio smesso di giocare”, ha spiegato il tecnico Mislav Karoglan.

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