«L’Alpe Adria Cup è un passo avanti»

Vice Sep, presidente dell’Adria Oil Škrljevo, analizza la stagione appena conclusa

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«L’Alpe Adria Cup è un passo avanti»

Sabato scorso, con gara-1 dei quarti di finale, sono iniziati i play off del campionato croato di basket. Tra le otto squadre che si contendono il titolo non c’è però l’Adria Oil Škrljevo, che a differenza dello scorso anno non è riuscito ad agganciare l’ottavo posto, sfuggito a causa di una differenza canestri peggiore rispetto allo Šibenik. In questo piccolo club quarnerino, dai giocatori all’allenatore Damir Rajković e fino al presidente Vice Sep, non si percepiscono tristezza o delusione. Anzi.
Una grossa responsabilità

Il presidente dello Škrljevo, Vice Sep. Foto: Željko Jerneić

Con la retrocessione del Kvarner 2010, due anni fa, lo Škrljevo è stato investito di una grossa responsabilità, quella di rappresentare un contesto geografico molto vasto. È l’unica società tra Istria, Quarnero e fino a Zara, per poi salire verso Zagabria, che milita in Premier League. È una bella realtà nel basket croato, per certi versi romantica, priva di tensioni diverse da quella puramente agonistica. Il club porta il nome di una frazione della municipalità di Buccari, pur giocando le partite casalinghe a Mavrinci, nel territorio amministrativo del Comune di Čavle. Le due località, con le rispettive amministrazioni e soprattutto con i rispettivi sostenitori, seguono con passione ogni partita.
Per fare un bilancio della stagione e per capire quali sono le prospettive immediate nonché i piani futuri dello Škrljevo, abbiamo incontrato il presidente Vice Sep. “Se prendo in considerazione tutto, dal calendario difficile a inizio stagione agli infortuni, scegliendo di disputare per la prima volta una competizione internazionale come l’Alpe Adria Cup – ha detto –, devo dire che tutti noi siamo molto soddisfatti. I play off non li abbiamo centrati a causa della differenza canestri, dopo esserci qualificati nella Final Eight di Coppa Croazia”.

Avanti con i giovani

“Il passo avanti lo abbiamo compiuto con l’Alpe Adria Cup – ha proseguito il presidente Sep –, una competizione in cui nessuna squadra croata è mai riuscita ad arrivare così lontano. Siamo arrivati alla finale di una competizione a cui prendono parte sedici squadre di sette Paesi e come esordienti siamo giunti in finale, opponendoci dignitosamente a un avversario obiettivamente più forte di noi. Prima di noi soltanto lo Zagreb era riuscito ad arrivare ai quarti. Uno dei lati positivi che vorrei sottolineare è che siamo riusciti ad affermare alcuni nostri giocatori. Josip Barnjak, per esempio, è diventato uno su cui il club può progettare il proprio futuro. Allo stesso tempo credo sia stato un vero boom portare qui Karlo Uljarević dallo Cibona. Aggiungerei Marko Šarac per completare un terzetto di giovani che ha avuto un minutaggio notevole”.

Collaborazione regionale

Cosa può e vuole fare il club che è l’unico della regione in Premier League? Lo Škrljevo è diventato un punto di riferimento, cioè l’unico sbocco per i giocatori di Fiume, del suo circondario, dell’Istria e della Regione di Segna e della Lika che vogliono assaporare il basket seniores nel più alto rango a livello nazionale? “La nostra idea è di compiere ogni anno un passo avanti e lo facciamo in collaborazione con gli altri club. Lo stesso Barnjak è arrivato dal Kastav dopo una stagione in prestito al Kvarner 2010. Anche in questo momento stiamo trattando con alcuni club della nostra regione in cui abbiamo individuato dei giocatori interessanti. Mi riferisco a giocatori che un giorno, non l’anno prossimo, ma sicuramente in quelli successivi, potranno aggregarsi a noi per il bene di tutti, cioè dei club in cui questi ragazzi sono cresciuti e del nostro in cui potranno affermarsi. Desideriamo instaurare con tutti un rapporto che abbia delle basi sane. In questi anni abbiamo dimostrato di poter funzionare in questo modo”.

Un futuro… europeo

La Premier League è il massimo campionato nazionale, ma la competizione come tale ha diversi elementi discutibili. Le società più grandi giocano nella Lega ABA e quando affrontano le gare di Premier League spesso non impiegano i giocatori migliori. Lo Cedevita, campione in carica, è un club che gioca con due squadre e due allenatori. Quelli migliori li impiega nel campionato croato soltanto nei play off, quando si lotta per il titolo. Si pensa di uscire da questo ambito ristretto in cui, alla fine, non c’è tantissima qualità. L’allenatore Damir Rajković ci aveva detto che la Lega ABA, secondo lui, non è un traguardo a cui ambire. Cosa ne pensa la dirigenza?
“Già lo scorso anno avevamo ricevuto l’invito a partecipare all’ABA 2, per il FIBA Cup e per l’Alpe Adria Cup. Abbiamo declinato i primi due inviti – spiega Sep –, per motivi di natura economica e di logistica. Aspettiamo di crescere, tenendo comunque d’occhio le altre competizioni. Vogliamo operare nell’interesse del club e l’interesse del club è quello di funzionare su basi sostenibili. È necessario avere una rosa abbastanza competitiva, un budget soddisfacente e infrastrutture adeguate. Quando ci saranno tutte queste condizioni, ci penseremo. Si tende a sottovalutare l’Alpe Adria Cup in rapporto all’ABA 2 e non riesco a comprendere per quale motivo quest’ultima dovrebbe essere più interessante. L’Alpe Adria Cup è una competizione che si gioca nei Paesi dell’Unione europea, con squadre provenienti da città con milioni di abitanti e società importanti. È una competizione giovane, che a noi piace. Lo è stata anche la Lega ABA. Sono convinto che potrebbe nascere una Lega centroeuropea sul modello dell’ABA. Naturalmente, siamo più propensi a pensare a un nostro futuro nel contesto europeo che a quello balcanico”.

Ogni partita una festa

Il coach Damir Rajković. Foto: Željko Jerneić

Pochi giorni fa siamo stati testimoni degli incidenti avvenuti nella serie delle finali per il titolo nella Lega ABA in cui si sono incontrate Crvena zvezda di Belgrado e Budućnost di Podgorica. Quando usiamo l’aggettivo “balcanico” non per indicare un’area geografica, bensì come un termine dispregiativo, pensiamo proprio a situazioni come quelle che hanno caratterizzato le ultime due gare dei play off tra la squadra serba e quella montenegrina, allenata dal croato Jasmin Repeša. “Guardiamo all’Europa e la nostra ambizione è quella di poter giocare contro squadre di Paesi nei quali c’è una grande cultura sportiva, dove intere famiglie vanno a vedere le partite di basket. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi da quello che abbiamo visto nelle competizioni dell’Alpe Adria Cup – racconta le proprie impressioni il presidente –. È un pubblico diverso, un pubblico che tifa, sì, ma che applaude anche gli avversari. A fine gara si festeggia insieme. Sono club con una grande tradizione e con un grande seguito di tifosi veri. Pochi giorni fa abbiamo visto a Zara i tifosi di casa scontrarsi con le forze dell’ordine. Nella finale di ritorno dell’Alpe Adria Cup, in Ungheria, siamo stati accolti in modo straordinario 48 ore dopo i fattacci di Zara. Anche se abbiamo perso, nessuno di noi voleva lasciare il parquet, ci godevamo l’atmosfera straordinaria creata dai tifosi di casa. In appena 48 ore abbiamo visto le due facce del tifo. Noi a Mavrinci cerchiamo di costruire un clima positivo e ci riusciamo abbastanza bene. Non è certo un caso. Andiamo regolarmente nelle scuole e negli asili, regaliamo biglietti d’ingresso. Abbiamo abituato i bambini e i loro genitori a seguirci. Cerchiamo di creare un tifo di tipo occidentale, di restare insieme a festeggiare nel dopopartita a prescindere dall’esito della gara. Tutti devono tornare a casa soddisfatti per aver preso parte a uno spettacolo sportivo. Il pubblico c’è e non arriva soltanto dall’area di Buccari e del Grobniciano. Ci sono anche quelli che vengono da Fiume per vedere delle partite di Premier League o quelle europee”.

Sponsor soddisfatti

E cosa dicono gli sponsor? Sep risponde con il sorriso sulle labbra” “Quello principale è molto soddisfatto. Non si aspettava di avere tanta visibilità. Annuncia di voler restare al nostro fianco. Oltre all’Adria Oil ci sono tanti piccoli sponsor che vorrei ringraziare, anche quelli che, per esempio, ci danno due pneumatici per il furgone. Speriamo di poter continuare di questo passo”.

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