Rijeka. «Male nei primi 25’ poi abbiamo meritato»

Sergej Jakirović ha debuttato sulla panchina del Rijeka con un prezioso pareggio (1-1) a Osijek

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Rijeka. «Male nei primi 25’ poi abbiamo meritato»
Osijek e Rijeka hanno dato vita a una partita interessante ed equilibrata. Foto: Dubravka Petric/Pixsell

Sergej Jakirović può tirare un sospiro di sollievo. Il tecnico nativo di Mostar ha debuttato sulla panchina del Rijeka con un buon pareggio in casa dell’Osijek (1-1), ma ciò che conta maggiormente è che la squadra ha fatto vedere alcune qualità che finora erano venute a mancare. Per inizio la tenuta mentale, emersa dopo il vantaggio dei padroni di casa e una prima mezz’ora non certo all’altezza della situazione. Poi, come secondo, le trame di gioco. Detto della sofferenza iniziale, dal 30’ in avanti il Rijeka è stata sicuramente la squadra migliore, non concedendo in pratica all’Osijek nemmeno un’occasione degna di tale nome.

“Nei primi 25’ abbiamo faticato parecchio e l’Osijek avrebbe potuto andare a nozze se non fosse stato per l’ottimo Labrović – inizia la sua analisi della partita Jakirović –. Per fortuna siamo riusciti a limitare i danni e abbiamo iniziato a giocare come pretendo sempre dalla mia squadra. Abbiamo tentato di attaccare gli spazi ed entrare nei sedici metri, anche se il campo scivoloso rendeva difficile la manovra offensiva da ambo le parti. Siamo riusciti a pareggiare su calcio di rigore e all’intervallo abbiamo concordato di attaccare con maggiore intensità. Credo che per lunghi tratti della ripresa il Rijeka abbia figurato bene, dominando in parte il confronto. Peccato per non aver saputo cercare di più la vittoria: direi che ci è mancato soprattutto l’ultimo passaggio. Sicuramente è un pareggio ampiamente meritato e meno male che alla fine il VAR ha ravvisato la posizione di fuorigioco in occasione del loro gol allo scadere”.
Il campo pesante non è stato sicuramente un alleato. “Contro la natura non puoi fare nulla, a parte adattarti. Ma il discorso vale anche per l’altra squadra e di conseguenza il maltempo ha finito per penalizzare sia il Rijeka che l’Osijek – sottolinea Jakirović –. Sono soddisfatto per il comportamento della squadra, i ragazzi hanno dimostrato professionalità. A parte Dilaver, Grgić e Vukčević questa è una rosa piuttosto giovane e ci saranno ovviamente alti e bassi nel rendimento. Ciò che conta maggiormente è la voglia di emergere e le ambizioni. Questo è il punto di partenza per il Rijeka del futuro. Adesso seguono altre due trasferte (Šibenik e Hajduk, nda), ma è nostro compito presentarsi al meglio a prescindere da dove giochiamo. Pazienza, vuol dire che nel quarto mini girone avremo tre gare consecutive in casa”.
La rosa primaverile è tutt’altro che ben definita. “Ci saranno sicuramente dei movimenti sia in entrata che in uscita da qui alla fine della sessione invernale del mercato – conferma il tecnico –. Frigan, Vukčević, Selahi, Hodža…, sono loro i principali candidati a lasciare Rujevica. Ma il Rijeka è sempre molto vigile sul mercato e sapremo intervenire in tempo in caso di eventuali partenze di qualcuno.

Frigan: «Un punto che dà fiducia»
Matija Frigan è andato a segno anche al Gradski vrt, seppur su calcio di rigore. La giovane punta fiumana ha trovato il suo quinto centro stagionale in campionato, il che lo promuove a capocannoniere della squadra. Ciò che rallegra particolarmente è il fatto che l’attaccante si sia assunto le proprie responsabilità, andando subito a prendere la palla e posizionarla sul dischetto del rigore, da vero leader. “Credo che possiamo essere contenti per questo pareggio, che ci dà sicuramente fiducia in vista dei prossimi impegni. La partita è stata difficile, su un campo al limite della praticabilità, e abbiamo dovuto recuperare lo svantaggio iniziale. Era difficile mantenersi in equilibrio sul ghiaccio e si rischiavano anche alcuni interventi pericolosi. Per me è la prima volta sotto una simile nevicata. A mio avviso il Rijeka ha disputato una buonissima gara e alla fine è stato giustamente premiato con il punto. Il calcio di rigore? Prima di tirarlo mi sono calmato un po’, prendendo fiato. Sapevo benissimo dove tirare e alla fine è andata bene. Ora cerchiamo di migliorare e farci trovare pronti per i prossimi impegni”.

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