Istra 1961 e Rijeka. Dalla polvere al sogno Europa

Istra 1961 e Rijeka sono le due grandi sorprese del girone primaverile. Garcia e Jakirović stanno facendo volare le loro squadre, che il prossimo 3 marzo si scontreranno in un derby d’alta quota che si preannuncia caldissimo

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Istra 1961 e Rijeka. Dalla polvere al sogno Europa
Istra 1961 e Rijeka torneranno a incontrarsi a inizio marzo per un nuovo derby. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Incredibile ma vero: le due più grandi sorprese (e scoperte) di questa seconda parte di stagione sono Istra 1961 e Rijeka. Con i condottieri Gonzalo Garcia e Sergej Jakirović osannati dalle rispettive tifoserie e incensati dagli addetti ai lavori. Con pieno merito, visto il percorso che stanno facendo le loro squadre.

La truppa gialloverde, per anni condannata a lottare per una strenua salvezza, stavolta sogna a occhi aperti. E sono sogni d’Europa, dall’alto del quarto posto in classifica, scalando vette mai raggiunte dalle parti dell’Arena. In questo primo scorcio del nuovo anno i polesi hanno battuto nell’ordine Hajduk (3-0), Varaždin (2-1) e Osijek (1-0), pareggiato con lo Slaven Belupo (0-0) e perso solamente con la Dinamo (0-1). Nel 2023 sono ripartiti dalla sesta piazza e dopo cinque giornate hanno scalato due gradini issandosi al quarto posto, virtualmente nei preliminari di Conference League. Risultati che sono anche e soprattutto lo specchio del gioco espresso sul campo. Ebbene sì, perché la squadra è bella da vedere: costruzione dal basso, uno o due tocchi, verticalizzazioni e inserimenti negli spazi. Non a caso anche le tribune del Drosina risultano sempre più frequentate.

Erceg e Majkić
Gonzalo Garcia sta facendo un lavoro eccezionale. Tra i suoi pregi anche quello di rilanciare giocatori giudicati bolliti. L’esempio più emblematico è quello di Ante Erceg. Arrivato l’estate scorsa dagli ungheresi del Debrecen, si diceva che fosse giunto a Pola in vacanza. Vuoi perché non più un ragazzino (è un classe 1989), ma soprattutto perché puntualmente martoriato da guai fisici che ne hanno condizionato il talento e frenato la carriera. Nel sud della Penisola il centravanti cresciuto nelle file dello Split è ripartito da zero: ha lavorato per ritrovare la miglior condizione e si è messo al servizio della squadra. Garcia ha creduto in lui, gli ha dato spazio e lui lo ha ripagato e suon di gol. L’ultimo in ordine di tempo, quello che ha steso l’Osijek sabato scorso, è stato il nono stagionale, che peraltro l’ha fatto piombare al secondo posto della classifica marcatori, dietro soltanto a Livaja. All’ombra dell’Arena Erceg è letteralmente rinato e sta vivendo una seconda giovinezza, diventato in poco tempo punto di riferimento e trascinatore della squadra, oltre che beniamino della tifoseria. E meno male che era bollito…
Se l’attacco gira come un orologio svizzero, altrettanto solida è la difesa, semplicemente granitica: assieme alla Dinamo, la meno battuta del campionato con 20 gol subiti. Qui il punto di forza risponde al nome di Lovro Majkić. A inizio stagione sembrava destinato a essere il terzo portiere dietro a Lučić e Collao, e invece si è preso fin da subito la maglia da titolare per non cederla più.
Vedere l’Istra 1961 in piena corsa per l’Europa era impronosticabile alla vigilia della stagione, eppure eccolo lì, a lottare e sognare. L’importante, ora, è non svegliarlo…

Gonzalo Garcia.
Foto: Matija Habljak/PIXSELL

L’uomo della provvidenza
Dall’altro versante del Monte Maggiore anche i cugini del Rijeka viaggiano veloci. Anzi, ancora più degli istriani avendo raccolto 13 punti sui 15 a disposizione. Una media da titolo. E pensare che nella prima tornata di stagione ne avevano messi in bisaccia 15 in 17 giornate… Dopo l’umiliante 2-7 incassato contro la Dinamo nell’ultima uscita del 2022, con la squadra allo sbando e una classifica pericolante, i biancocrociati sembravano condannati a lottare per la salvezza. Poi però il presidente Damir Mišković ha tirato fuori dal cilindro Sergej Jakirović. In cinque partite sono arrivati i successi su Šibenik (2-1), Hajduk (2-1), Gorica (2-0) e Lokomotiva (2-1) e soltanto il pareggio con l’Osijek (1-1) ha negato un clamoroso en plein. Che metamorfosi! Numeri che permettono inoltre al tecnico di Mostar di eguagliare il record del più illustre dei suoi predecessori, Matjaž Kek, che nella magica annata 2016/17 che ha portato allo storico titolo, ha conquistato proprio 13 punti nelle prime cinque partite del girone primaverile. Nessuno dei suoi tre successori, Igor Bišćan, Simon Rožman e Goran Tomić, è riuscito a replicare tale bottino. L’unico ad avvicinarsi è stato Tomić, fermatosi a quota 9. E non solo perché nemmeno Nenad Gračan, alla guida del Rijeka dei miracoli nella stagione 1998/99, è riuscito a fare di meglio (12). Jakirović è davvero l’uomo della provvidenza, capace di rivoltare la squadra come un calzino in soli due mesi e di recuperare 9 punti sulla zona Europa passando così da -11 a -2. Adesso ci si domanda dove sarebbe il Rijeka in questo momento se la scorsa estate l’ex allenatore di Gorica, Maribor e Zrinjski avesse risposto positivamente a quella prima chiamata giunta da Rujevica…

Sergej Jakirović.
Foto: GORAN KOVACIC/PIXSELL

Fattore Labrović
Ma attenzione perché non è oro tutto ciò che luccica. In queste prime cinque uscite il migliore in campo nelle file fiumane è stato sempre Nediljko Labrović, bravissimo a togliere le castagne dal fuoco nei momenti di difficoltà e a mascherare qualche lacuna a livello tecnico. Il Rijeka è un fiume un piena, è vero, però le grandi prestazioni del proprio portiere e capitano suggeriscono chiaramente come il processo di guarigione sia tutt’altro che completato. La cura Jakirović funziona e questo è sotto gli occhi di tutti, ma per vedere un Rijeka davvero a immagine e somiglianza del proprio allenatore ci vorrà ancora del tempo. E a ribadirlo è proprio il sergente di ferro Jakirović, peraltro il primo a essere sorpreso dal ruolino di marcia della sua squadra.
Istra 1961 e Rijeka sono divise da sole due lunghezze in classifica (30 a 28 in favore dei polesi) e il prossimo 3 marzo il Drosina sarà teatro di un caldissimo derby tra gialloverdi e biancocrociati con vista sull’Europa. E chi l’avrebbe mai detto…

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