L’Istra 1961 ha sette vite come i gatti

I polesi hanno nuovamente strappato in extremis il pass per gli ottavi rischiando però di pagare a caro prezzo un atteggiamento troppo lezioso

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L’Istra 1961 ha sette vite come i gatti
I polesi l’hanno spuntata praticamente allo scadere. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Un anno fa era stato Serderov con un gol nel finale a firmare la vittoria e il conseguente passaggio del turno nel derby con il Rudar (3-2). Stavolta invece ci ha pensato Kadušić a togliere le castagne dal fuoco praticamente allo scadere e a regalare gli ottavi di finale di fronte a un coriaceo Grobničan (2-1). La Coppa Croazia è per l’Istra 1961 una competizione che la fa sempre penare, indipendentemente dall’avversario. Gonzalo Garcia lo sa bene e non è un caso se a Mavrinci ha schierato dal primo minuto tutti i titolari, nella speranza di chiudere quanto prima la pratica. Ma ciò non è stato sufficiente per evitare di soffrire le pene dell’inferno perché dall’altra parte c’era un avversario sceso in campo con il coltello tra i denti e determinato a vendere cara la propria pelle. E ha sfiorato l’impresa perché se a metà ripresa, sull’1-1, Galešić non si fosse fatto ipnotizzare tutto solo davanti a Lučić, chissà come sarebbe andare a finire. I polesi hanno sette vite come i gatti, ma se davvero vogliono essere protagonisti in questa competizione bisognerà necessariamente cambiare registro. Il prossimo 9 novembre li attende il Rudeš. L’asticella adesso si alza di parecchio perché gli zagabresi sono attualmente in testa al campionato di Prima Lega, con la chiara ambizione di centrare la promozione nella massima serie. Fino ad allora tante cose possono cambiare, ma ciò che giocoforza gli istriani dovranno cambiare è l’atteggiamento. In campo non hanno dato l’impressione di aver sottovalutato l’avversario, ma sono stati un po’ troppo leziosi e convinti che per sbancare Mavrinci sarebbe bastata una prestazione anche con il freno a mano leggermente tirato. Ed effettivamente è andata così, ma hanno corso un grossissimo rischio.
“La Coppa è questa e se in campo non dai il 100% rischi di uscire con qualsiasi avversario. Siamo entrati bene in partita sbloccandola abbastanza presto, ma poi siamo stati ingenui a subire immediatamente il gol del pareggio. Alla fine del primo tempo siamo nuovamente cresciuti, sciupando però un paio di buone occasioni che ci avrebbero permesso di andare al riposo in vantaggio. Nella ripresa Lučić ci ha salvati in due occasioni e a quel punto si è insinuata un po’ di paura. Ho continuato a ripetere ai ragazzi di restare calmi e di avere pazienza. E alla fine è stata propria questa la chiave. Ora voltiamo pagina e concentriamoci sulla prossima partita che per noi è importantissima”, ha detto un Gonzalo Garcia apparso abbastanza soddisfatto.
Domenica al Drosina arriva lo Šibenik in uno scontro delicatissimo: vincere vorrebbe dire fare un bel balzo avanti, perdere invece finire risucchiati nella zona calda della classifica. Il tecnico uruguaiano dovrà valutare con attenzione la condizione della sua squadra perché la battaglia di Mavrinci avrà lasciato sicuramente qualche scoria sia a livello fisico che mentale.

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