Bibi Butigan: «Berghem mola mia!»

La centrale del Volley Bergamo racconta la salvezza centrata in extremis dalle orobiche. «Una di quelle stagioni in cui tutto gira male, ma ce l'abbiamo fatta. E ora sono carica per la lunga estate con la Croazia»

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Bibi Butigan: «Berghem mola mia!»

No, Bergamo non poteva retrocedere. Perché Bergamo è la storia del volley femminile. Italiano, europeo e sì, anche mondiale. Da anni non è più quella corazzata imbattibile targata Foppapedretti che mieteva trofei su trofei sui taraflex nazionali e internazionali, tant’è che l’ultimo titolo messo bacheca è la Coppa Italia conquistata nell’ormai lontano 2016. Un digiuno lunghissimo che sembra una dannazione eterna per una piazza abituata a vincere a raffica e che nei precedenti 25 anni aveva sollevato 30 trofei. Eppure domenica scorsa, nell’ultimo atto della regular season, le orobiche erano sull’orlo del baratro, a un passo dalla discesa negli inferi, dall’incubo chiamato Serie A2. Ma nell’ora più buia, quando tutto sembrava perduto, Bergamo si è ricordata di essere Bergamo. Dall’altra parte della rete c’era una montagna da scalare, la seconda della classe, quella Scandicci dei fenomeni Antropova, Zhu e Ognjenović. Ma Bergamo ha scalato la montagna, ha resistito, ha lottato, si è lasciata trascinare dalla bolgia del proprio palazzetto e dal calore dei suoi tifosi, strappando con le unghie e con i denti (e un po’ con la forza della disperazione…) i due set necessari per conquistare quel punto decisivo per mettere la freccia su Cuneo proprio all’ultima curva, andando così a prendersi una salvezza che vale quanto uno scudetto al termine di una stagione che fino a domenica sembrava maledetta. Alla fine Scandicci si è imposta al tie-break, ma mai sconfitta fu più dolce…

Una delle leader di questo gruppo (come pure della nazionale croata) è la centrale Božana Butigan, da due stagioni e mezzo un elemento imprescindibile del sestetto rossoblù. E “Bibi”, all’indomani dell’impresa, aveva la voce rauca…

Serata di bagordi al termine della partita?

“Ce la siamo proprio goduta. Tutti insieme: giocatrici, staff e società. È stata una liberazione dopo una stagione soffertissima”.

Chi è stata la più casinista?

“Stavolta lo siamo state un po’ tutte…”.

Con quale spirito siete scese in campo contro Scandicci?

“Con una determinazione pazzesca e una voglia matta di prenderci questa benedetta salvezza. Ci credevamo tutti, da noi ragazze alla società passando per i nostri fantastici tifosi che ci sono sempre stati vicini, soprattutto nelle difficoltà, e che le altre squadre si sognano”.

Parliamoci chiaro, questa squadra è stata costruita per ben altri obiettivi, non certo per una salvezza all’ultima giornata: cos’è andato storto?

“È una domanda che mi sono posta un milione di volte, ma ad oggi non so ancora cosa rispondere. È vero, a inizio stagione l’obiettivo erano i play-off considerando gli investimenti fatti e il roster allestito. Diciamo che a incidere negativamente sono stati tanti piccoli fattori sommatisi tra di loro”.

È mancato quel click tra voi giocatrici?

“Lo so che da fuori può sembrare questo, ma posso assicurare che non è assolutamente così. Anzi, tra noi ragazze si è creato un bellissimo rapporto anche fuori dal campo. Effettivamente è inspiegabile e noi siamo le prime a non capacitarcene. Forse è stata semplicemente una di quelle stagioni in cui tutto gira male. Lo sport alle volte è imprevedibile. Ad esempio l’anno scorso era successo un po’ il contrario: le aspettative erano poche eppure ne è uscita una stagione bellissima con tanto di accesso ai play-off e alla Final Four di Coppa Italia”.

Al di là della salvezza, il futuro di Bergamo rimane comunque in bilico. Ogni anno diventa sempre più difficile trovare sponsor disposti a metterci i soldi…

“Io sono straconvinta che Bergamo sarà regolarmente ai nastri di partenza del prossimo campionato. Perché Bergamo è Bergamo. Questa società ha una storia incredibile alle spalle e non ho dubbi sul fatto che la dirigenza saprà trovare gli sponsor necessari per portare avanti il progetto. Purtroppo però si partirà con un ritardo di programmazione rispetto alle altre squadre dato che bisognava capire da quale campionato si sarebbe ripartiti. A questo punto della stagione le squadre sono già tutte proiettate verso la prossima, molte giocatrici sono già sotto contratto e questo chiaramente è destinato a condizione e limitare le possibilità in chiave mercato”.

E il tuo futuro?

“Al momento non ho ancora definito nulla, ma non ho alcuna fretta e deciderò con calma più avanti assieme al mio agente”.

Sei in scadenza?

“Sì”.

Hai già delle offerte?

“Sia dall’Italia che dall’estero ma, ripeto, non ho alcuna fretta”.

Vorresti rimanere?

“A Bergamo mi sono sempre trovata benissimo e non l’ho mai nascosto. Vedremo”.

Hai imparato un po’ di bergamasco?

“Berghem mola mia! E questo mi basta (ride)”.

Stasera scattano i play-off: chi reciterà il ruolo di anti-Conegliano, Milano o Scandicci?

“Penso Milano. A livello di rosa si equivalgono, ma a Scandicci manca sempre quell’ultimo step. Alla fine però a vincere lo scudetto credo sarà ancora una volta Conegliano”.

E la finale di Champions League tra Conegliano e Milano?

“Qui il discorso cambia perché le finali in gara secca sono sempre un 50:50. Sarà sicuramente una finale spettacolare con una pallavolo di altissimo livello”.

Finale di Champions tutta italiana, Chieri che ha vinto la Coppa CEV e Novara la Challenge Cup: pochi dubbi sul fatto che il campionato italiano sia il più forte al mondo.

“Non solo il più forte ma anche il più equilibrato perché è capitato spesso nel corso della stagione di vedere squadre di bassa classifica sgambettare quelle di vertice. Non a caso anche noi l’altro giorno abbiamo giocato alla pari contro uno squadrone come Scandicci. Il livello della A1 è veramente altissimo e la cosa più incredibile è che continua a crescere di anno in anno”.

Cambiamo argomento. Pronta per la lunga estate in nazionale?

“Non vedo l’ora. Considerando che la mia stagione è già terminata avrò anche il tempo per staccare un po’ e presentarmi bella tonica in ritiro”.

La Croazia è reduce da un Europeo disastroso, a testimonianza di come il ricambio generazionale sia un processo forse più complicato del previsto.

“Ci vuole pazienza. Ricordiamoci però che nell’ultimo periodo a livello giovanile abbiamo ottenuto risultati di tutto rispetto. Il potenziale perciò non manca, ora però bisogna impostare bene il lavoro e inserire gradualmente queste ragazze nella nazionale maggiore. Io sono fiduciosa ma, torno a ripetere, non aspettiamoci miracoli dall’oggi al domani”.

Hai già avuto modo di confrontarti con il nuovo selezionatore Igor Arbutina?

“Ammetto che non lo conoscevo. Comunque ci siamo parlati e mi sembra un allenatore preparato e con le idee piuttosto chiare. Tutti ne parlano un gran bene, il che è incoraggiante. Ma come sempre sarà il campo a fornire tutte le risposte”.

Samanta Fabris farà ancora parte del gruppo?

“La domanda andrebbe rivolta alla diretta interessata… Purtroppo negli ultimi anni è stata condizionata da problemi fisici, però è attaccatissima alla nazionale e se starà bene sul piano fisico, sono sicura che sarà ancora in squadra con noi”.

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