Željko Sopić: «Voglio un Rijeka determinato»

Domani, con inizio alle ore 15, a Rujevica va in scena il terzo derby istroquarnerino della stagione. I fiumani affrontano l’impegno da primi in classifica e con il morale alle stelle. L’allenatore Željko Sopić rispetta l’undici polese, ma ha piena fiducia nella propria squadra

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Željko Sopić: «Voglio un Rijeka determinato»
Ivan Smolčić e Željko Sopić illustrano il derby. Foto: Zeljko Jerneic

D opo il derby dell’Adriatico, ecco quello istroquarnerino. Con la speranza che l’esito sia lo stesso, nel senso dei tre punti in tasca. Il Rijeka attende domani (ore 15) la visita dell’Istra 1961 consapevole di partire strafavorito, il che significa che gran parte delle sorti dell’incontro dipenderà proprio dai fiumani. Ciò non significa automaticamente che i polesi verranno a Rujevica in gita di piacere, come confermano anche le voci che arrivano dal Drosina. L’errore più grosso sarebbe tornare al 6-0 del primo confronto stagionale, una partita nella quale i padroni di casa hanno sì dilagato, ma sbloccando la situazione soltanto al 34’ grazie a una buona dose di autolesionismo da parte degli avversari. Željko Sopić è uno dei quei allenatori che non manifesta pubblicamente i suoi stati d’animo, dove poi l’euforia, preferendo rimanere saldamente con i piedi per terra. Dopo il successo al Poljud ha “premiato” la squadra con un allenamento a Rujevica alle 2 di notte, al rientro da Spalato. E nessuno ha osato obiettare. Allo stesso tempo, però, carica la squadra con battute del tipo: “Rijeka campione? E perché no?”. Giustamente, in quanto nel calcio d’oggi l’allenatore deve essere anche motivatore e psicologo. “Dopo due trasferte consecutive eccoci qui, di ritorno nella nostra Rujevica. Da quanto emerge, lo stadio sarà pieno, che era ciò che volevamo. Non c’è dubbio che i ragazzi daranno il loro massimo per conquistare i tre punti ed estendere così la serie positiva – dice Sopić in conferenza stampa –. Le due recenti partite, soprattutto quella di Velika Gorica, hanno lasciato il segno e abbiamo qualche problema con gli infortuni. Però non vorrei fare nomi. Mitrović ha ripreso ad allenarsi con il gruppo, mentre a Dilaver ho dato il permesso di andare a casa, stare vicino alla famiglia e curarsi. Mi sembra più utile questo che vederlo zoppicare a Rujevica. Vediamo come risponderà alla terapia prescrittagli per il tallone dolorante. Assenze a parte, sono sicuro che chiunque scenderà in campo farà il suo dovere. Marić? È disponibile. Da quanto ho avuto modo di vedere in allenamento è al top della forma. Di recente ha giocato contro l’Empoli, mentre prima aveva disputato un tempo contro il Milan. Il suo arrivo ci permette di avere tre punte, ovvero Ivanović, Obregon e Marić, di qualità e tecnicamente diverse tra loro. Mirko è un mancino e uno che segna, in fin dei conti è stato capocannoniere del campionato qualche stagione fa. Ogni bravo giocatore è benvenuto, poi toccherà a me fare delle scelte. Banda? È tornato, ma mi sembra doveroso farlo rifiatare”. Poi una battuta sull’avversario. “L’Istra 1961 ha il suo stile di gioco e lo pratica ovunque: contro il Rijeka, l’Hajduk o la Dinamo, a Pola come anche in trasferta. La manovra parte dal portiere, passando per la difesa, con tanto di passaggi in tipico stile spagnolo. Insomma, non mi aspetto un avversario chiuso in difesa. D’altra parte, il Rijeka gioca in casa e deve puntare alla vittoria. Per farlo bisogna sfoderare la medesima mentalità vincente vista a Spalato. Ci vuole concentrazione e pazienza, così come prudenza in difesa. Erceg è uno dei migliori giocatori del campionato, mentre Vuk vorrà sicuramente togliersi qualche sassolino dalle scarpe”.

Smolčić e Vuk, amici-avversari
Ad affiancare Sopić all’incontro con i giornalisti è stato il difensore Ivan Smolčić. “Siamo reduci da due trasferte e da due vittorie di fila, nelle quali abbiamo dimostrato carattere da vendere. Adesso bisogna dimenticare il tutto il fretta e pensare al prossimo impegno. L’Istra 1961 non va giudicato per la posizione di classifica. I polesi esprimono un calcio molto piacevole, indipendentemente dall’avversario che affrontano. D’altra parte giochiamo in casa, davanti al nostro pubblico. Credo che il Rijeka si sia meritato lo stadio pieno. Questo ci darà un ulteriore slancio. Probabilmente mi toccherà marcare il mio amico Vuk. L’assist con la… mano per Obregon? Non importa come, basta farlo. A dire il vero credo che sia la prima volta”, conclude Smolčić, aggiungendo: “Adesso che siamo primi iniziamo ad avvertire un po’ di pressione, ma soprattutto guardiamo le cose da un punto di vista diverso”

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