Sottile fascino perverso delle stelle di mare (foto)

Una quindicina d'anni fa lo Stato del Queensland in Australia varò una legge – che fu una delle più contestate nel settore della biologia marina – in seguito ai danni riscontrati lungo la barriera corallina più grande del mondo, effettuati da un esemplare «killer» del tipo Acanthaster Planci, chiamato anche «corona di spine»

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Sottile fascino perverso delle stelle di mare (foto)
La Echinaster Sepositus a caccia di prede nel Mediterraneo

Una quindicina di anni fa, le autorità dello Stato australiano del Qeensland, preoccupate dei danni che venivano riscontrati lungo la barriera corallina sommersa più grande del mondo che costeggia proteggendo l’imponente costa orientale dell’Australia, vararono una legge che fu una delle più contestate nell’ambiente della biologia marina.
Cos’era accaduto? Una stella marina molto comune in tutta la fascia tropicale, del tipo Acanthaster Planci, chiamata anche “corona di spine”, era diventata improvvisamente il “killer” dei coralli più temuto. Sostenevano le autorità che le distese dei coralli della barriera venivano distrutte dalla sua voracità in maniera impressionante e perciò si doveva intervenire per frenare questo distruttore della natura. Furono stanziati dei fondi federali e messi a disposizione per la distruzione sistematica delle Acanthaster assassine. Ogni cinque esemplari portati ai centri di raccolta venivano ricompensati con due dollari australiani. La quantità dovevano essere sempre dei multipli di cinque per questioni contabili e così, ben presto prese forma un massacro sistematico che ebbe termine solamente con l’esaurirsi dei fondi a disposizione.

I motivi
Ci volle del tempo per comprendere il motivo della voracità di queste stelle. Che cosa dunque aveva trasformato la “corona di spine” in un killer spietato. Ancora una volta la natura stava suggerendoci il pericolo cui va incontro un ecosistema quando viene violentato dall’uomo. Tutto dipendeva dalla progressiva scomparsa di una grossa conchiglia che abitava la grande barriera: il “Tritone Gigante” Charonia Tritonis che della stella si cibava. Da anni ormai la richiesta di queste conchiglie da parte dei collezionisti di tutto il mondo era cresciuta, sino a raggiungere un prezzo che si aggirava attorno ai mille dollari.
Secondo i biologi australiani, ogni anno venivano raccolti almeno diecimila Tritoni nel Mar dei Coralli per soddisfare i mercati dei collezionisti. La loro strage aveva così consentito l’eccezionale moltiplicazione dell’Acanthaster che non aveva più nemici. Solamente verso la fine del secolo scorso, dopo che le autorità australiane avevano severamente vietato la raccolta dei Tritoni Giganti, le stelle assassine iniziarono a diminuire di numero per raggiungere nuovamente il logico equilibrio naturale.
Interessante è osservare come queste stelle si muovono strisciando sulle distese dei coralli e usino le loro dodici braccia spinose per attaccarsi alle madrepore sforzando poi in verticale per staccarne dei pezzi e divorando così i polipetti dall’interno. Come la maggior parte di questi echinodermi le Acanthaster possono estroflettere lo stomaco e digerire così già all’esterno la preda attaccata grazie ai propri enzimi digestivi che produce. I coralli vengono ripuliti dai polipetti, sistematicamente. È stato calcolato che una “Corona di Spine” può “ripulire” dai polipetti circa un metro quadrato di corallo al giorno.

Demolitrice ecologica
Anche il Mediterraneo ospita diverse specie di stelle che mantengono le caratteristiche della predazione dell’Acanthaster; soprattutto l’Astropecten Aranciacus, la classica stella che abita i fondali sabbiosi e che avremo visto chissà quante volte seccata a ornare pareti di casa o locali di trattorie in riva al mare. L’Astropecten è una vera demolitrice ecologica. Riesce, tramite i suoi pedicelli ambulacrali, che le fanno da sistema motore e le servono anche da sistema distruttivo, a inserire tra le valve dei molluschi i suoi enzimi digestivi. Estroflette, quindi, il suo stomaco e si mangia il mollusco. Questa stella è pure una temibile predatrice di soggetti della sua stessa specie. Attacca spesso i soggetti più piccoli, producendosi in un movimento contorsionistico. Li assorbe vivi risucchiandoli lentamente e predigerendoli contemporaneamente. Una fine orribile per le povere stelle che le capitano a tiro e che l’Astropecten completa con un movimento di grande eleganza.
Appartengono tutte alla classe Asteroidea. Esistono stelle a cinque braccia come la comunissima Echinaster Sepositus dal colore rosso vivo e a otto braccia come l’altrettanto comune Coscinasterias Tenuispina di un colore marrone giallo. Possiedono tutte la caratteristica di fare ricrescere le proprie braccia in caso di perdita che alcune specie staccano di proposito per riprodursi asessualmente per scissione. Altre hanno di regola i sessi separati e liberano spermi e uova nell’acqua mentre altre ancora, come l’Asterina Gibbosa sono più equivoche perché spesso, accanto a esemplari maschi ed esemplari femmine, si trovano anche esemplari ermafroditi. Insomma, è decisamente un mondo affascinate quello delle stelle di mare: affascinante e perverso, ma ancora poco conosciuto. Forse perché questi echinodermi non sono di alcuna utilità alimentare per l’uomo.

L’Astropecten Auranciacus ripresa in una rara fotografia che la ritrae mentre si sta cibando di un soggetto vivo della sua stessa specie
Una macrofotografia delle placche dorsali di una Echinaster
Una stella appoggiata su spugne calcaree
Una Coscinasterias Tenuispina a otto braccia
Un primo piano dell’Acanthaster Planci con i suoi aculei

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