Le situazioni folli e intanto si muore dal caldo

L’aumento della temperatura terrestre di «soli» 2 gradi centigradi è divenuto un argomento di portata mondiale

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Le situazioni folli e intanto si muore dal caldo

La temperatura del nostro Pianeta è aumentata di 2 gradi centigradi. “E chi se ne frega? Io vado al mare”, ho sentito dire quest’estate in risposta a chi dava un’informazione a riguardo. Purtroppo, si tratta di un atteggiamento condiviso da tante, troppe, persone che credono che il problema non sia di grande portata e anzi che sia facilmente risolvibile. Vediamo allora quanto sta succedendo nel mondo, in luoghi dove soltanto pochi anni fa la preoccupazione per i cambiamenti climatici era un qualcosa di lontano, staccato dalla realtà.

 

L’aumento della temperatura terrestre di “soli” 2 gradi è divenuto un argomento di portata mondiale, forse l’argomento principale. Sette Paesi: Italia, Germania, Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Canada e Giappone avevano deciso di contenere il surriscaldamento globale entro i 2 gradi, con una decisione dei rispettivi leader. Trascorse del tempo e non se ne fece nulla o quasi.

Gli accordi disattesi

Ma perché non se ne fece nulla? Questa è forse la domanda più difficile, sicuramente se si pretende una risposta chiara diventa oltre che difficile anche complessa. Innanzitutto il problema in questione è uno di quelli che per essere risolto richiede un’azione urgente e concreta. Basterebbe questo per coinvolgere l’interesse politico-finanziario, ma vediamo come gli accordi possono facilmente mescolare gli strumenti giuridici con la forza giuridica andando oltre le parole e le promesse fatte. I sette Paesi decisero di concretizzare gli sforzi pubblici e privati per dimostrare l’impegno a combattere il surriscaldamento globale. A dimostrazione dell’impegno profuso si sarebbero versati 100 milioni di dollari e successivamente l’importo sarebbe stato aumentato in sintonia con nuove intese raggiunte dai rispettivi leader. Nel frattempo però le decisioni si sono moltiplicate, ma si sono mescolate a sterili promesse rimaste lettera morta davanti agli interessi dei singoli Stati che non intendevano superare le barriere degli investimenti nonostante la dichiarata volontà di sostenere gli impegni presi venivano pertanto allungati i tempi e le decisioni venivano rinviate. Nel frattempo, il discorso riguardante l’equilibrio globale diventava sempre più ricco di nuovi elementi, le energie rinnovabili in Africa, gli interessi cinesi, quelli degli Stati Uniti… Il “soldo” è sempre stato, e continua ad essere, il “termometro” più importante per controllare le decisioni più importanti.

Effetto serra

Ma vediamo qual è l’origine del surriscaldamento del nostro Pianeta. Non dipende né dal Sole né dalla Terra. Si sa già da moltissimi anni che all’origine del fenomeno ci sono dei gas: il vapore acqueo, il diossido di carbonio, il metano, l’esafluoruro di zolfo… Sono questi e altri ancora i responsabili del famoso effetto serra, di cui tanto si parla. Grazie agli studi della scienziata americana Eunice Newton Foote, sappiamo anche che l’effetto di riscaldamento generato dalla luce solare sui diversi gas provoca l’alterazione della proporzione di anidride carbonica, la quale modificherebbe la temperatura. Nasce così l’effetto serra: una progressione geometrica della quantità di diossido di carbonio, la quale immessa nell’atmosfera segue una progressione aritmetica della temperatura terrestre.

Il disastro possibile

A questo punto è facile capire che stiamo tuffandoci in una piena emergenza climatica che lentamente ci porterà a conoscere un terribile disastro. O ci lasceremo alle spalle il nostro egoismo, cambiando rotta per cercare di contrastare con efficacia le emissioni del gas serra, o subiremo indicibili sofferenze. Lo hanno spiegato gli scienziati firmatari della “dichiarazione di emergenza climatica”. La raccomandazione di fondo è: rispetto totale per la natura. E per totale s’intende la riparazione dei danni inflitti agli ecosistemi, in primis il mare, le foreste, le montagne, le praterie, le zone umide, i fiumi, le torbiere che possono catturare l’anidride carbonica presente nell’atmosfera in quantità enormi. Anche una dieta più equilibrata, che faccia tesoro dei consigli di noti dietologi, potrebbe incidere sulla diminuzione delle quantità di metano e di altri gas. Anche l’economia potrebbe fare da freno agli sprechi, soprattutto se si puntasse alla conversione a un modello carbon free e sostenibile capaci di incidere sul livello di rispetto della biosfera.

Temperature anomale

Stando ad alcune stime il cambiamento climatico è il responsabile del 32 p.c. dei decessi registrati nel mondo. Anche qui gli studi ci suggeriscono che la percentuale rischia di crescere ulteriormente se si procederà con misure concrete. Di recente la parte occidentale delle Americhe è stata colpita da un’ondata di temperature impressionanti, mai registrate prima. In Canada, la British Columbia ha visto salire la colonnina di mercurio nei termometri fino a 50 gradi centigradi. Parliamo di una zona che registrava una media stagionale di 21 gradi. Sulle coste di Vancouver è stata constatato una moria di vongole, di cozze, di stelle e lumache di mare. Una moria foriera di gravi conseguenze, dato che le cozze e le vongole contribuiscono non poco al filtraggio del mare.

Ma l’aumento delle temperature, facendo ovviamente caso al riscaldamento dei mari, provoca una distribuzione sempre più squilibrata delle precipitazioni. Basti pensare a quello che è successo anche di recente nei Paesi dell’Europa centrale e ai danni provocati dalle inondazioni. Centro e Sud America hanno subito un impatto antropico locale che ha visto le popolazioni colpite da temperature record che hanno causato incendi difficilmente domabili…

Impatto devastante

Ma non è che ci dobbiamo preoccupare soltanto degli incendi o dei cicloni. La British Antartic Survey ha fatto sapere che in Antartide, a causa del surriscaldamento globale, un iceberg di 4.320 km quadrati si è staccato e galleggia nel Mare di Weddel, mentre un altro, considerato il più grande mai visto è in procinto di impattare la Georgia del Sud. Di conseguenza anche i pinguini e le foche perderebbero il loro sito di riproduzione, mentre la massa di ghiaccio, nello strisciare contro la piattaforma marina dell’isola inglese, gratterebbe il fondale distruggendo una grande quantità di specie marine, devastando così l’ecosistema della zona. È chiaro che tale impatto devastante è un messaggio che deve prepararci a sperimentare periodi di terribili conseguenze sull’intera superficie del nostro Pianeta.

La fuga nello Spazio

Ho visto un documentario che mi ha impressionato particolarmente. Trattava della crisi climatica, dello scioglimento dei ghiacci appunto e del degrado dell’Amazzonia. Non mancavano i problemi della biodiversità: temi questi oltremodo attuali. Noi ora ci preoccupiamo della pandemia. Certo, è un problema anch’esso, ma se riflettiamo attentamente, diventa un problema che presto o tardi verrà sicuramente risolto. Penso invece che irrisolto rimarrà quello dell’effetto serra. Dipenderà dai nostri governanti e dalle sollecitazioni finanziarie. Questo è certo. Un esempio molto chiaro lo si è avuto negli anni della Presidenza Trump, che non ha mai voluto adeguarsi alle decisioni di Parigi sul surriscaldamento globale. Per non parlare poi dei disaccordi tra i vari governanti che pensano alle “gite” spaziali, laddove non esiste il mare e dunque non esistono nemmeno i “problemi”.

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