«La Scienza al popolo» racconta il Museo archeologico

La Chiesa-Galleria dei Sacri Cuori ospita un’interessante mostra in onore del 50.esimo anniversario della fondazione del «Servizio culturale e di comunicazione» dell’istituzione

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«La Scienza al popolo» racconta il Museo archeologico

È un po’ come visitare il Museo archeologico istriano di Pola, che in condizioni di “cattività”, giacché l’edificio dell’istituzione è in fase finale di ristrutturazione, propone la storia della sua attività, ripercorrendo le tappe di istituzione e sviluppo del suo servizio didattico. La Galleria alias Chiesa sconsacrata dei Sacri Cuori sta ospitando “La Scienza al popolo” una splendida mostra che celebra con onore il 50.esimo anniversario della fondazione del “Servizio culturale e di comunicazione” del Museo, il cui successore è l’attuale Dipartimento didattico che si prefigge sempre di più lo scopo di raggiungere un pubblico più ampio possibile e di rendere le proprie risorse accessibili al maggior numero di persone per i residenti e stranieri, le scolaresche, le famiglie, i giovani, gli anziani e i disabili.
Trasmettere la conoscenza acquisita
Il titolo “La Scienza al popolo”, si ispira alla scritta “Znanost narodu”, che sovrasta l’ingresso dell’edificio museale, fatta incidere da Boris Bačić, primo direttore del museo nel secondo dopoguerra. Nasceva l’idea di voler trasmettere la conoscenza acquisita dagli archeologi attraverso il lavoro e la metodologia della ricerca scientifica a tutti i membri della comunità civile. Oggi, i servizi di guida (plurilinguistica) e i laboratori didattici del Museo non sono soltanto attività rivolte agli scolari, ma anche momenti di approfondimento, intrattenimento e gioco per grandi e piccoli, gruppi e comitive. A coordinarli è la responsabile del Servizio didattico odierno, la curatrice museale Giulia Codacci-Terlević, che è autrice di questa mostra, e anche altri collaboratori e operatori didattici in grado di personalizzare i laboratori a seconda delle varie esigenze: per le scuole dell’infanzia, per le elementari e medie superiori; per gli studenti delle Università e altri ancora.

La testimonianza della «Voce»
Con la medesima esposizione il Museo ricorda anche il 70.esimo anniversario dell’inaugurazione della sua esposizione permanente avvenuta a fine gennaio 1949 e del legame istituitosi tra museo e visitatori. L’avvenimento viene testimoniato da una trascrizione di un articolo attinto da “La Voce del Popolo”, l’unico giornale locale che allora l’aveva riportato, fornendo nel contempo informazioni sul lavoro del Museo e sugli orari di apertura per le visite. E come rileva Giulia Codacci-Terlević, si tratta di dati curiosi, che sarebbero rimasti ignoti qualora il nostro giornale non avesse scritto in merito.
Da Nesazio ai giorni nostri
L’esposizione alla Galleria in Clivo Antoine de Ville, inizia il suo racconto partendo dall’attività dei primi curatori museali: Boris Bačić, Branko Marušić, Štefan Mlakar e Josip Mladin. Si racconta che un primo esempio di attività didattica fu la visita di Bačić a Nesazio nel 1948, organizzata con lo scopo preciso di svelare agli abitanti e alla scolaresca del luogo l’importanza dello storico sito. In seguito, negli scavi archeologici vennero ingaggiate diverse scolaresche, furono proposte lezioni sul campo e visite guidate per numerose delegazioni e noti capi di stato, allestite mostre e altro. Nel 1969 le visite e la guida ai siti vennero affidate all’archeologa Vesna Girardi-Jurkić che nel 1881 organizzò una sala tematica con lo scopo di avvicinare il Museo alle scuole. Dal 1985 in poi, fu la storica dell’arte Ljubica Širec a ricoprire l’incarico di responsabile del Servizio didattico. Nel 1992, ideò il Servizio museale-scolastico allo scopo di instaurare una collaborazione permanente con le scuole. Elaborò schede didattiche, tenne lezioni, laboratori, fece da cicerone per le visite guidate. A partire dal 93, quindi, su iniziativa della pittrice Vera Kos-Paliska, docente della Facoltà di Pedagogia, ebbe inizio una collaborazione pluriennale tra l’istituzione universitaria, il Servizio museale e gli asili. Inizialmente, il progetto venne denominato “Ricordiamo la storia e le tradizioni culturali”. Seguirono progetti sui piccoli “Histri”, sulle antiche porte di Pola, sull’acqua.
Collaborazioni sempre più numerose
Con l’inclusione della ceramista Jadranka Ostić, la collaborazione finì per allargarsi alla Scuola di arti applicate e design, al centro dei cerebrolesi, alla casa dell’anziano Alfredo Štiglić e a produrre tutta una serie di mostre su oggetti in argilla. Le redini della “Scuola Museo, vengono quindi assunte da Giulia Codacci-Terlević nel 2004, che ha fatto e continua ancora a fare da guida istruttrice a tantissime generazioni di ragazzini e alunni di scuola, a studenti universitari, accompagnandoli attraverso l’esposizione permanente del Museo, a vedere i monumenti storici. Conferenze, laboratori, mostre anche in collaborazione con la scuola d’infanzia italiana Rin Tin Tin, con l’elementare Giuseppina Martinuzzi e la SMSI Dante Alighieri hanno completato l’offerta del servizio museale. Alcuni titoli delle realizzazioni espositive: “I portali di Pola attraverso i secoli”,, Gli strumenti magici raffigurati sui monumenti polesi”, “Egitto e Istria antica negli occhi dei bambini”, “I personaggi dell’antichità”, “I cavalieri medievali”, “L’alimentazione romana”, “Roma classica a Pola”, Quando in Istria vivevano le volpi polari”, “Dalle pintandere all’alimentazione”, “Sulle tracce degli agrimensori romani, “Da Atinianvm a Dignano” e via creando.
La storia locale
Tanto di allestimenti non hanno solo contribuito alla divulgazione del sapere tra le scolaresche rendendo attivi e partecipi i rispettivi insegnanti e docenti, ma anche fatto conoscere al largo pubblico aspetti molto interessanti della più remota storia locale proprio perché presentati in maniera semplice e accessibile ai non studiosi ed intenditori. Merito di Giulia Codacci-Terlević è quindi l’istituzione della collana di cataloghi del Servizio pedagogico, che hanno trasformato il lavoro prodotto da laboratori e mostre in un bene permanente.
L’allestimento della mostra, la soluzione grafica del depliant e del catalogo che ancora attende la stampa, si devono a Oleg Morović. Singolari i pannelli realizzati con foto giganti al centro e tante piccole immagini fotografiche incorniciate e sparpagliate attorno, che risultano distinguersi in rilievo illustrando attività varie e visite storiche avvenute a Pola dal dopoguerra in poi: dalle scolaresche che scavano a Nesazio, alla necropoli paleocristiana di Gimino, alle indagini attorno alla Grotta di San Daniele, grande testimonianza dell’era glaciale di Pola, la gita alla necropoli paleocristiana di Gimino; poi le visite di personaggi famosi, tra i quali spiccaniente meno che la regina Elisabetta a passeggio per l’Arena; quindi gli allestimenti con le pubblicazioni museali; le vetrine con tantissimi manufatti di singolare qualità – in gesso, argilla, metallo, pietra, vetro e altro materiale – che fedelmente riproducono i reperti storici in custodia al Museo e mostrano le tappe delle tecniche di fabbricazione alla maniera degli antichi.

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