Da 130 anni impegnati a studiare il mare

Il Centro per la ricerca marina dell’Istituto «Ruđer Bošković» festeggia un importante anniversario

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Da 130 anni impegnati a studiare il mare

Nel 130.esimo anniversario dalla fondazione, il Centro per la ricerca marina dell’Istituto Ruđer Bošković ha dato il via alle celebrazioni di questa importante ricorrenza con un ricco programma presso il Centro Multimediale di Rovigno.

Alcuni degli oggetti e reperti in mostra nel Centro multimediale

Mare limpido e «vivo»

Il Centro per la ricerca marina (Crm) – Istituto “Ruđer Bošković” è stato fondato il 10 maggio 1891 sotto l’amministrazione austro-ungarica, per volontà del farmacista e direttore dell’Acquario di Berlino, Otto Hermes. Venne istituito quale Stazione zoologica dell’Acquario di Berlino (Zoologische Station des Berliner Aquarium) con l’intento di fornire all’Istituto madre berlinese organismi vivi e acqua marina. I motivi per i quali Rovigno sia stata scelta quale sito di ricerca sono molteplici e legati principalmente alla limpidezza e all’eccelsa qualità del mare che il Rovignese vantava, all’eccellente biodiversità, alle disparate comunità bentoniche, ai diversi tipi di fondale nonché alla rete ferroviaria che collegava Rovigno a Berlino, a Trieste e ad altre città europee. Nel periodo successivo alla Grande Guerra e con l’annessione dell’Istria al Regno d’Italia, l’Istituto prese il nome di “Istituto di biologia marina per l’Adriatico” e la sua amministrazione passò alla sede romana del Reale Comitato Talassografico Italiano. Con il cambio di gestione, la biblioteca dell’Istituto fu trasferita a Graz, mentre all’Istituto rovignese venne ceduta la raccolta bibliotecaria e le collezioni zoologiche dell’Istituto triestino. Grazie alla nuova dirigenza, venne aumentato il volume delle vasche esterne adibite ad acquari, superando la capienza totale di ogni altro acquario europeo del tempo. In seguito alla riorganizzazione del 1931 il Centro divenne “Istituto Italo-Germanico di Biologia Marina di Rovigno d’Istria” e la sua amministrazione fu divisa tra i due direttori, il prof. Massimo Sella e Adolf Steuer. In seguito al secondo conflitto mondiale e a un’ottima produttività dell’Istituto, la ricchissima biblioteca triestina, come pure la collezione di preparati zoologici, vennero nuovamente trasferiti a una Villa Veneta. A partire da questo momento, l’Istituto cambierà più volte titolo e dirigenza, fino al 1969, quando assume la condizione attuale di Centro per la ricerca marina dell’Istituto Ruđer Bošković di Zagabria. Al giorno d’oggi il Centro vanta lo status di Centro di ricerca interdisciplinare, con attività incentrate su ricerche in oceanografia, di base e applicata.

Per conoscerci meglio

L’esposizione con la quale il Crm ha voluto segnare i 130 anni delle ricerche marine e che è stato possibile visitare nel Centro multimediale di Rovigno dagli inizi di novembre fino ai giorni scorsi, è di estrema rilevanza nel considerare la validità storica e contemporanea del Centro negli ambienti tecnici e scientifici, nonché per consapevolizzare e sensibilizzare la comunità locale sul ruolo cruciale del Centro nei processi di conservazione marina.

Ai visitatori è stata così data l’opportunità di conoscere la lunga e ricca storia del Centro, a partire dalla sua fondazione e dalle circostanze che hanno portato ad essa, attraverso i tempestosi cambiamenti storico-sociali avvenuti nel corso delle varie epoche, come pure il lavoro dei fautori più significativi, che hanno segnato l’espansione delle attività e della ricerca scientifica del Centro.

Il profilo storico e gli altri punti salienti del Crm sono stati presentati al pubblico in maniera perlopiù visiva, attraverso oggetti, illustrazioni, fotografie, cartoline di repertorio e altre documentazioni d’archivio, che il Centro ha raccolto e conservato con cura negli anni. Il “clou” della mostra consta nell’allestimento dei laboratori “di allora e di oggi”, che hanno permesso ai visitatori di vedere dal vivo gli strumenti di laboratorio, apprendendo al contempo il loro funzionamento e la loro ottimizzazione nel corso delle epoche. L’enfasi è stata inoltre posta sull’attività primaria del Centro, ovvero sulla ricerca scientifica, per la quale il Crm è stato riconosciuto più volte quale leader di innovazione nel settore. Grazie allo sviluppo scientifico e all’aumento delle potenzialità del Crm, il suo programma di lavoro è divenuto più completo, ricco e diversificato, riflettendo così al meglio il perpetuo sviluppo del suo laboratorio e delle attività di ricerca scientifica portate avanti dall’Istituto.

Oltre alla sola esposizione, agli interessati sono stati offerti dieci pannelli i cui temi, proposti in formato trilingue, hanno avanzato argomenti accompagnati ad immagini, il cui intento era quello di esporre e avvicinare al pubblico l’operato del Centro da molteplici punti di vista.

Una storia affascinante

Il rilievo è stato così dato alla storia del Crm, a partire dagli inizi austriaci, attraverso l’amministrazione italiana, fino al periodo tra le due guerre e ai numerosi cambiamenti organizzativi nel contesto jugoslavo, che hanno portato all’indipendenza del Centro, che opera ancora come unità autonoma all’interno dell’Istituto Ruđer Bošković; alle indagini di ricerca scientifica, che hanno permesso un continuo lavoro sul campo fin dall’istituzione del Centro; agli scienziati che vi hanno lavorato e che hanno lasciato una traccia indelebile nella comunità scientifica e locale attraverso il loro lavoro e il loro entusiasmo di ricercatori; alle attività di laboratorio, che servono a dimostrare plasticamente il lavoro dei ricercatori e il loro contributo nella conservazione del mare; alla ricerca sul campo, di fondamentale importanza nel monitoraggio e nella documentazione dello stato del mare; alla biblioteca, la quale conserva enormi ricchezze e attende sempre nuovi ricercatori per riscoprire il suo inestimabile valore; nonché all’impegno attuale del Crm, evidenziato complessivamente attraverso questa mostra, che ne descrive le diverse attività e la sua rilevanza sociale.

Non va dimenticato che il Crm ha una lunghissima tradizione legata alla ricerca scientifica della parte costiera dell’alto Adriatico, che è una delle aree marine più importanti e interessanti per la sua configurazione e la biodiversità presente.

Valore scientifico unico

“In seguito a 130 anni di ricerche, possiamo concludere che in tutti questi anni il Centro ha studiato in maniera continuata ed esaustiva l’area marina dell’Adriatico settentrionale. Sebbene il ruolo e l’attività formale del centro, fin dalla sua apertura avvenuta nel lontano 1891, fossero principalmente legati a un approccio naturalistico (a quel tempo innovativo) di catalogazione e descrizione della biodiversità marina per le necessità dell’allora Acquario, la prassi era pure quella di mantenere attivo almeno un ricercatore, con il compito di attuare delle rilevazioni di carattere scientifico. I risultati di queste ricerche ci hanno permesso oggi di possedere un set di informazioni raccolte in maniera continua per quasi 130 anni, di estremo valore scientifico, per il quale il nostro Centro può ritenersi unico nel suo genere. È questo il motivo delle celebrazioni di quest’anno, ed è per questo motivo che ci impegniamo a continuare la ricerca del nostro mare, al fine di mantenere questa secolare continuità e l’alto livello di aggiornamento dei metodi di ricerca anche per le generazioni future”, ha asserito il direttore del Crm dr. sc. Martin Andreas Pfannkuchen.

Martin Andreas Pfannkuchen

Un altro aspetto essenziale dell’attività scientifica del Crm sono inoltre i progetti recentemente completati e quelli tuttora in corso, che ancora una volta hanno confermato l’importantissimo ruolo del Centro rovignese quale partner dei più famosi istituti europei per la ricerca marina. Il Crm vanta infatti ben 5 progetti nazionali in atto, finanziati dalla Fondazione croata per la scienza (HRZZ) e ben 8 progetti internazionali, di cui 3 finanziati dai fondi dell’Unione europea.

Tutto in una monografia

A coronare il 130.esimo anniversario del Centro di ricerca marina è stata inoltre la pubblicazione della monografia dal titolo “130 anni nella cura del mare”, di carattere principalmente storico-sociale.

“L’intento di questa pubblicazione non era quello di proporre nozioni scientifiche, ma un profilo storico e sociale del Crm adatto al vasto pubblico, che esponendo il lavoro dell’Istituto attraverso gli occhi dei sociologi e degli storiografi, avrebbe descritto la maniera in cui il Centro ha influenzato e continua a influenzare l’area del rovignese in cui opera”, dice Pfannkuchen.

L’ampia offerta educativa della mostra è stata inoltre arricchita da attività interattive che puntavano ad avvicinare i visitatori, in particolare quelli più giovani, all’operato del Crm. Il programma di accompagnamento della mostra ha visto realizzarsi così una serie di conferenze e workshop, tenutesi nel corso di tutta la durata dell’esposizione, che nelle mattinate offriva attività indirizzate alle varie classi di alunni delle istituzioni scolastiche rovignesi e limitrofe, mentre nelle ore pomeridiane le conferenze erano orientate perlopiù a un pubblico adulto. Le conferenze, svolte da rinomati scienziati e collaboratori del Crm di Rovigno, hanno trattato vari argomenti, tra cui i cambiamenti climatici, la tossicologia, le specie invasive nell’Adriatico e la biodiversità.

Uno dei workshop svoltisi nel Centro multimediale

Conferenze e laboratori

“L’interesse per le varie conferenze e per i laboratori da parte della popolazione più giovane è stata particolarmente soddisfacente, in quanto circa 1.500 alunni hanno visitato la nostra mostra, confermando così anche il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche nell’operato del Crm. Ciò che ci siamo prefissi con queste conferenze era di avvicinare quanto più il tema del mare e dell’ambiente ai giovani, come pure quello della ricerca marina dell’Istituto e della scienza in sé, tentando di trasmettere almeno per un po’ l’amore per la scienza e per queste particolari ricerche che noi tutti ricercatori del Centro di ricerca marina condividiamo”, ha concluso il direttore del Crm.

A oggi il Crm di Rovigno conta ben 55 dipendenti, di cui 21 scienziati, 13 assistenti e assistenti superiori e 11 ricercatori e collaboratori tecnici.

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