Verso le elezioni per il Parlamento europeo

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Verso le elezioni per il Parlamento europeo

Le elezioni per il Parlamento europeo, in programma nel mese di maggio di quest’anno, daccapo non porteranno all’elezione di un governo democratico continentale. La campagna elettorale per le Europee partirà prossimamente, ma l’Europa cambia di giorno in giorno, specie dopo le massicce e incontrollate ondate d’immigrazione illegali. I politici che vanno per la maggiore non sono ancora pronti a pentirsi sinceramente per i passi irreparabili compiuti a danno dei loro Paesi e dei loro cittadini in particolare nel 2015. Si pone il quesito: possibile che non abbiano compreso che virtù quali la “misericordia” e la “giustizia” non possono essere reciprocamente in contrasto? Purtroppo nell’ambito dell’UE si è arrivati a valutazioni e conclusioni completamente errate. I leader dell’UE hanno presentato sui mass media le ondate migratorie incontrollate che hanno coinvolto milioni di persone come una vittoria della “misericordia”. Si tratta di una menzogna. In quanto sono stati contemporaneamente calpestati i diritti degli europei. Nessuno dei leader si è posto il quesito: possono le nostre società – che sono il risultato di uno sviluppo civile e culturale secolare – sopravvivere di fronte a un’immigrazione illegale di simili proporzioni? Chi può arrogarsi il diritto di fare qualcosa del genere agli europei? È mancata la risposta a una questione di fondo: a chi è destinata in realtà l’Europa? Se è destinata a tutto il mondo, ebbene questo avrebbe dovuto essere comunicato per tempo ai suoi cittadini e chiesto il loro appoggio. Che cosa avrebbero risposto i cittadini a una simile richiesta? Ora sta venendo meno gradualmente ogni possibilità di porre riparo ai catastrofici errori commessi. Invece di procedere a riforme radicali, ora si preannuncia il prosieguo della politica seguita finora, a meno che i cittadini alle elezioni non decidano diversamente. Di pari passo il confine tra migrazioni legali e illegali sta sempre più sbiadendo. Nel frattempo i britannici sono già diventati una minoranza nella loro capitale, Londra. Nei Paesi dell’Europa occidentale, dopo i numerosi attacchi terroristici, le minacce ai giornalisti, agli scrittori e ai liberi pensatori, a trovarsi sotto la protezione della Polizia non sono gli islamisti/salafiti e gli altri estremisti, bensì coloro che li criticano ed evidenziano i seri problemi che l’Unione si trova ad affrontare. In simili circostanze gli europei voteranno per i nuovi eurodeputati. In quest’ambito non dobbiamo scordare che non sarà possibile eleggere un governo democratico europeo. Perché? Il Consiglio europeo, costituito dai Capi di Stato o di governo dei Paesi membri, assieme al suo presidente e al presidente della Commissione, continua a non svolgere funzioni legislative. Non lo fa nemmeno il Parlamento, Dal 1.mo novembre 2014 la maggioranza qualificata del Consiglio europeo è costituita da almeno il 55 p.c. dei suoi componenti, ovvero da almeno 15 membri nell’ambito dei quali vi siano Paesi membri che insieme rappresentino almeno il 65 p.c. della popolazione complessiva dell’Unione. La minoranza che ha la facoltà di bloccare le decisioni dev’essere costituita da almeno quattro componenti del Consiglio; in caso contrario si considera valida la maggioranza qualificata. Vista la nuova situazione venutasi a creare in Polonia, Italia, Ungheria, Slovacchia, Cechia… è assolutamente possibile che dopo le elezioni faccia la sua comparsa la “minoranza bloccatutto”.
Tra i modi possibili per porre rimedio al deficit democratico, il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha presentato un’interessante proposta: ha detto che il suo successore dovrebbe essere anche il presidente del Consiglio europeo. Ma l’attuale presidente del Consiglio, Donald Tusk, si è opposto subito a tale suggerimento. E lo stesso ha fatto il leader dell’Eliseo, Emmanuel Macron. In altri termini, l’UE continuerà a rimanere una struttura abbastanza incomprensibile ai suoi cittadini, con un’enorme influenza della burocrazia di Bruxelles. Per cui anche a maggio si porrà la questione di fondo: perché votare se non decidiamo in merito al governo? A prescindere da questo i principali partiti europei hanno già pronti i loro candidati: i Popolari hanno proposto Manfred Weber, i Socialisrti Frans Timmermans, ecc.

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