UPT. Il Commissario scioglierà i nodi

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UPT. Il Commissario scioglierà i nodi

Francesca Adelaide Garufi, già Prefetto di Trieste, ritorna in città come Commissario designato a trovare il modo di risolvere la questione dell’Università Popolare di Trieste. Dopo mesi di attesa il commissariamento, più volte annunciato, diventa definitivo, con il decreto consegnato ieri all’Ente morale triestino. Sarà coadiuvata da due vicecommissari: il commercialista Alessandro Paolini di Udine e la viceprefetto di Trieste, Marzia Baso.
Siciliana, laureata in giurisprudenza, l’ultimo incarico della Garufi, prima della quiescenza, è stato proprio quello di Prefetto di Trieste. Ha iniziato la sua carriera nella Prefettura di Roma. A marzo del 2001 fu nominata Prefetto con l’incarico di Presidente del Collegio di direzione del Servizio di Controllo Interno. Nel biennio 2005/2006 fu Prefetto di Matera. La Regione Basilicata l’ha designata “donna dell’anno 2006”. Dal gennaio 2007 fino all’agosto 2008 è stata Prefetto di Arezzo.
Vista la specificità giuridica dell’UPT, c’erano molti dubbi sul fatto se fosse possibile procedere in questo modo, ma ora i nodi sono stati sciolti e già da oggi la Garufi inizia il suo percorso.
Che cosa significa tutto ciò? Che il CdA decade, che le funzioni stabilite fin qui, cessano di essere effettive e tutto viene riconsiderato. Rimangono al suo fianco i consiglieri nominati nelle ultime settimane che si stanno occupando dell’analisi della contabilità che ha messo in ginocchio l’Ente morale. In tutti questi mesi – sin dalle prime dimissioni di Renzo Grigolon, alla nomina di Piero Colavitti – ci si è chiesto come fosse stato possibile arrivare a un deficit di 350.000 euro, imputabile all’attività 2017 e a quella degli anni precedenti. Di questi, 70.000 euro sono stati recuperati in vario modo dall’estate a oggi, mentre rimangono da giustificare i rimanenti 280.000.

Un sistema da rivedere

Se da parte dell’UPT si riscontrano diverse leggerezze nell’aver accordato finanziamenti all’UI maggiori di quanto preventivato, tutto il sistema è da rivedere, proprio per questo squilibrio tra progetti approvati e rendicontati, la cui sproporzione ha creato un “buco”, che tale non è, ma ben rende l’idea della situazione che è andata creandosi. Accanto alle richieste dell’UI ci sono anche quelle del Ministero, che ha voluto realizzare iniziative non previste dal Piano di collaborazione con l’UI e che sono state coperte con mezzi di altri capitoli, rimasti in tale modo scoperti e che ora rappresentano un grosso problema.
L’atmosfera all’UPT è molto calda. Ci si chiede quale sarà la posizione di Fabrizio Somma, nominato all’UPT dall’ex Giunta regionale, targata Serracchiani-Torrenti, che l’ha voluto nel ruolo di presidente, poi diventato con una manovra elettorale, direttore. Pur avendo palesato più volte le sue dimissioni, indotte anche da varie spinte interne per incompetenza gestionale, non ha mai lasciato l’Ente. La sua posizione attuale scade il 31 dicembre e da gennaio dovrebbe diventare effettiva. Sarà così? Tutta la situazione ha dato spazio a un piccolo giallo locale, ma a un grande problema internazionale. Il Dramma Italiano è in ginocchio e anche le altre istituzioni dell’UI stanno soffrendo per questa situazione di squilibrio e mancanza di armonia e di accordi per superare lo status quo.
Un’atmosfera sempre più pesante
Nella totale mancanza di volontà individuali atte a risolvere la situazione, l’atmosfera si è fatta sempre più pesante. I funzionari UPT stanno soffrendo da tempo una realtà schizofrenica che sta compromettendo i rapporti personali. A tutto ciò bisognerà mettere rimedio. La speranza viene riposta ora nella Garufi. I tempi? Ci vorranno mesi e non sarà una facile attesa.

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