La battaglia di Lino

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La battaglia di Lino

Lino Delmoro è il socio più anziano della CI di Gallesano. Si potrebbe definirlo uno dei padri fondatori. Negli anni in cui nasceva la Comunità degli Italiani lui era giovanissimo e pensava soprattutto – come ci ha raccontato – a cantare, a ballare, a trascorrere con gli amici qualche ora la sera in allegria sia in piazza sia in qualche cantina dove, dopo la giornata trascorsa a lavorare nei campi, gli uomini si ritrovavano per una chiacchierata.

“Dopo la guerra questo palazzo era disabitato. Prima era stata la sede di ‘Casa balilla’. Poi negli anni ‘50 gli abitanti di Gallesano hanno iniziato il restauro. Eravamo tutti molto giovani, ci incontravamo in piazza oppure in una casa del centro dove facevamo le prove del folkolore e quelle del coro. Si ballava dappertutto anche nelle cantine, nelle case. E ci dedicavamo ai canti antichi, quelli erano obbligatori. Oggi siamo solo in quattro a tenere viva questa tradizione: due uomini e due donne. Le donne cantano ‘à la pera’ e gli uomini ‘à la longa’.”

In quegli anni avevate dei dei sogni, delle ambizioni?

“Ci bastava stare in compagnia e divertirci. Nel ‘51 e ‘52 buona parte della gioventù sparì dal paese. Furono inviati ai lavori volontari, come per esempio la costruzione della linea ferroviaria Šamac-Sarajevo. E poi anche Lupogliano-Stalie.
Ho fatto il servizio militare della durata di ben tre anni e poi ho trovato lavoro come macellaio. Poi sono andato per un anno a lavorare sulle isole Brioni sempre come macellaio. Dovevo macellare la carne destinata all’alimentazione dei lupi e di altri animali che popolavano all’epoca l’isola. In seguito ho fatto un corso per saldatori e nel 1957 ho trovato impiego presso il Cantiere navale Scoglio Olivi. E lì ho lavorato fino alla pensione”.

Quando le ricordano di essere il socio più anziano lei si arrabbia?

“Non mi pare vero. Come se tutto questo tempo non fosse trascorso. Ora partecipo al folclore e al coro diretto dalla maestra Maria Grazia Crnčić Brajković. Vorrei lavorare con i giovani per insegnar loro i nostri canti antichi: sarei disposto a venir qui in Comunità in qualsiasi momento della giornata pur di tramandare ai nostri ragazzi i canti e le tradizioni antiche. Ma l’interesse è quello che è…”- ci spiega Lino.
Ci ha raccontato pure di altri momenti estremamente commoventi della sua vita. Una storia di perdite di persone a lui care venute a mancare nel momento in cui lui, oramai ultraottantenne, ma con un sorriso di ragazzo, avrebbe avuto bisogno del loro supporto. Ma la vita va avanti… e Lino continua la sua battaglia.

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