Roberto Dipiazza, lo Spirito di Trieste

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Roberto Dipiazza, lo Spirito di Trieste
Foto Goran Žiković

“Mi si apre il cuore quando ripenso alla notte (tra il 20 e il 21 dicembre del 2007, nda) durante la quale strappammo, letteralmente, le sbarre al confine di Fernetti (tra Italia e Slovenia, nda) o a qualche settimana fa, quando ho varcato la frontiera tra la Slovenia e la Croazia senza dover sottostare a controlli. Ve lo giuro, mi vengono i brividi al solo ripensarci. È paradossale che dopo la fine dell’ex Jugoslavia, invece di un confine ci siamo ritrovati con due”, ha dichiarato il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, notando che ora, con la Croazia in Schengen “ci sarà molto più movimento”. “Basta avere voglia di lavorare e se saremo intelligenti correremo bene”, ha sottolineato. “Pensateci un attimo. Viviamo in un territorio racchiuso tra Venezia, Vienna, Lubiana, Zagabria e Fiume, con al centro Trieste. In quaranta minuti possiamo essere a Lubiana e berci un caffè, oppure pranzare a Rovigno”, ha detto il primo cittadino del capoluogo giuliano, convinto che il nuovo regime di circolazione porterà all’area, ricca di porti e aeroporti, “un ritorno folle a beneficio di tutti”.

Vantaggi enormi

Lo scorso mese Dipiazza ha partecipato a due appuntamenti dedicati all’adesione della Croazia allo Spazio Schengen (e all’eurozona). Incontri nel corso dei quali ha sostenuto che l’ulteriore integrazione di Zagabria nel tessuto comunitario può portare enormi vantaggi a tutte le realtà dell’Alto Adriatico. Concetti, questi, che ha sostenuto sia a Fiume in occasione della tavola rotonda “Mai più confini” svoltasi il 10 gennaio scorso a Palazzo Modello – incontro promosso dall’Unione Italiana, dalla Comunità degli Italiani di Fiume, dal Comites Fiume, dall’Associazione dei Fiumani Italiani nel Mondo-Libero comune di Fiume in Esilio (AFIM-LCFE) e dal Circolo di cultura istro-veneta Istria –, che nel corso del convegno “La Croazia in area Schengen” organizzato dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e dalla Comunità croata di Trieste, svoltosi il 24 gennaio 2023 nella Sala multimediale “Tiziano Tessitori” a Trieste.

Sinergia adriatica

Due interventi che hanno fatto da spunto alla nostra chiacchierata con Dipiazza, avvenuta pochi giorni fa nel monumentale Palazzo del Municipio di Trieste. Durante la conversazione, condotta in uno dei saloni affacciati su piazza Unità d’Italia, a conferma delle sue tesi il sindaco di Trieste si è soffermato sul potenziale sinergico dei porti adriatici. “Una volta che le navi cariche di merci hanno superato il Canale di Suez, per come la vedo io, la cosa più importante è che entrino nell’Adriatico. A quel punto è andata. Che poi attracchino a Trieste, a Ravenna, a Venezia, a Capodistria o a Fiume è secondario. Ciò che conta è che non facciano il periplo della Spagna. Da un punto di vista commerciale sono Amburgo, Anversa e Rotterdam i nostri avversari”, ha affermato Dipiazza, rilevando che per esprimere al pieno il potenziale dei porti dell’Adriatico è necessario investire sui collegamenti ferroviari. “Vogliamo parlare – ancora il sindaco – delle ricadute per il turismo? L’Italia è meravigliosa e l’Adriatico orientale vanta alcuni tra i luoghi più belli al mondo. Pensiamo alla costa istriana, a Spalato, alle Incoronate, a Ragusa (Dubrovnik)…”. “L’anno scorso a Trieste sono sbarcati 500mila croceristi. Quest’anno il loro numero aumenterà a 750mila. Mi sono imbattuto in comitive partite da qui per Lubiana. Ora la stessa cosa accadrà anche in Croazia”, ha notato Dipiazza, rilevando che la caduta dei confini è la “ciliegina sulla torta” di un processo di riconciliazione teso a superare una volta per tutte i traumi del passato.

Concentrarsi sul futuro

“Per troppo tempo qui si è parlato soltanto di ‘900. Ritengo che con il Concerto dell’amicizia (svoltosi il 13 luglio 2010 e detto talvolta anche Concerto dei tre Presidenti, nda) in piazza Unità dal Maestro Riccardo Muti alla presenza dei Presidenti Ivo Josipović, Danilo Türk e Giorgio Napolitano, e con la stretta di mano del luglio del 2020 tra i Presidenti Sergio Mattarella e Borut Pahor a Basovizza il ‘900 possa finalmente essere considerato concluso”, ha dichiarato Dipiazza, che ora aspira a ripetere un’analoga opera di riconciliazione riunendo nel capoluogo giuliano i Capi di Stato e i sindaci delle capitali dell’Europa sudorientale. “Qualcuno potrebbe chiedersi perché organizzare un vertice così ambizioso a Trieste? Ma è semplice, per questa parte dell’Europa Trieste (che d’altronde il 24 gennaio scorso ha ospitato la conferenza dal titolo “L’Italia e i Balcani Occidentali: crescita e integrazione”, organizzata dalla Farnesina, nda.) rappresenta qualcosa di particolare. Tutti venivano qui a fare shopping”, ha osservato. “Desidero sfruttare – ha aggiunto – questa peculiarità e gettare le basi per una grande collaborazione. E possibilmente portarli a Miramare, come abbiamo fatto con i leader del G20, e far firmare loro un Trattato di cooperazione, che magari potrebbe essere intitolato ‘Lo Spirito di Trieste’”. “Qualcuno può obiettare che sto puntando troppo in alto. Ma Emanuela D’Alessandro, già Ambasciatore d’Italia a Zagabria, mi confidò che in seguito al Concerto dell’Amicizia i rapporti tra Croazia e Italia subirono un cambiamento. Queste sono le cose belle e sarebbe altrettanto stupendo riuscire a ripetere una cosa del genere anche ora che il mondo sta affrontando le sfide che tutti conosciamo”, ha rilevato Dipiazza. Ha svelato d’aver già accennato di questo progetto con il Presidente Mattarella e con Antonio Tajani, ministro italiano degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. “Ho chiesto a Damir Murković (presidente della Comunità croata di Trieste, nda) di mettermi in contatto con il sindaco di Zagabria, Tomislav Tomašević, affinché possa recarmi da lui a illustrargli che cosa ho in mente”, ha chiarito Dipiazza.

Il Porto Nuovo

Conversando con Dipiazza non abbiamo potuto non affrontare anche il tema della riqualificazione del Porto Vecchio di Trieste. Il progetto, denominato Porto Vivo (https://virtualtour.portovivotrieste.it/), rappresenta uno degli interventi di rivalutazione urbanistica più ambiziosi d’Europa. “Stiamo parlando della riqualificazione di un’area ferma da 100 anni e che fino a sette anni fa era chiusa e che la maggior parte dei triestini ha iniziato soltanto ora a scoprire. Uno spazio di 65 ettari a due passi da piazza Unità, nel quale sorgono 88 magazzini di cui quattro li abbiamo destinati alla Regione FVG. Ispirandoci al Deutsches Museum di Monaco di Baviera il Magazzino 26, che è lungo 250 e largo 40 metri, con 38mila metri quadrati di solai, lo abbiamo trasformato in un polo museale più grande della Basilica di San Pietro in Vaticano”, ha detto Dipiazza, al quale parlando dell’argomento si sono letteralmente illuminati gli occhi. Nel progetto, da lui rinominato “Bosco Nuovo”, saranno investiti 200 milioni di euro e nell’arco dei prossimi cinque-sei anni inizierà a concretizzarsi. “Pensate, una volta atterrati all’aeroporto (di Ronchi dei Legionari), e saliti sul treno navetta basteranno 15 minuti per raggiungere la stazione ferroviaria di Trieste e imbarcarsi sulle navi da crociera, che una volta salpate faranno rotta anche verso Ragusa (Dubrovnik). Oppure raggiungere gli yacht che saranno ormeggiati nei marina che intendiamo realizzare a fianco dei nuovi alberghi che sorgeranno nell’area”, ha detto il sindaco.

L’Asse Fiume-Trieste

“Una volta – scherzosamente Dipiazza – giravo per la città e parlavo con la gente. Ora, invece, non faccio altro che incontrare in queste medesime sale gli investitori”. “I fondi sono pieni di soldi e c’è tanta voglia d’investire”, ha sottolineato Dipiazza che a proposito di panfili ha ammesso d’essere rimasto affascinato da quelli ormeggiati nel porto di Fiume e che ha avuto modo di ammirare di persona. “Fiume è veramente bella, fantastica”, ha osservato Dipiazza, svelando che gradirebbe incontrare il sindaco Marko Filipović e parlare assieme a lui delle possibili sinergie tra i due centri. “Non vedo l’ora d’incontrarlo. Dobbiamo lavorare insieme perché tutta quest’area diventi qualcosa di portentoso e avere tante soddisfazioni”, ha puntualizzato.

Primati incredibili

Tornando al progetto Porto Vivo, ha notato che in questo momento si sta lavorando all’urbanizzazione dell’area. “Stiamo posando 23mila tubi sotto terra, fognature, acqua, luce, gas, telecomunicazioni…”, ha puntualizzato Dipiazza, ricordando che nel progetto sono stati coinvolti nomi importanti dell’architettura quali Massimiliano Fuksas, Guillermo Vázquez Consuegra, Andreas Kipar… “Realizzeremmo anche una cabinovia che collegherà Trieste a Prosecco, la località che dà il nome a ‘un miliardo di bottiglie’. Queste sono le cose che dobbiamo vendere, come gli sloveni devono vendere le Grotte di Postumia o la Croazia i Laghi di Plitvice o la Cherca (Krka), che è il Paradiso in terra”, ha affermato il nostro interlocutore. Dipiazza è certo che man mano che “Porto Nuovo” prenderà forma Trieste inizierà ad attrarre un numero crescente di persone, con ripercussioni positive anche sul fronte demografico. Richiamandosi a dati riportati dal Sole24ore ha rammentato che nel 2022 Trieste è stata la città con la maggior qualità della vita in Italia. “Abbiamo dei primati incredibili. Siamo primi per trasferimenti, ovvero per la capacità d’attrarre persone che vi ci si desideravano stabilirsi”, ha detto Dipiazza, notando che a dicembre in città i ristoranti erano pieni e non c’era una camera libera e che la movida triestina ormai attrae non soltanto i locali, ma anche tanti forestieri. Ha notato, inoltre, che pur rimanendo i prezzi degli immobili in città lontani dalle quotazioni nelle grandi metropoli come Milano, chi ha acquistato negli ultimi anni un’abitazione a Trieste ha visto rivalutarsi sensibilmente il proprio investimento.

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