Fianona 1, causa legale contro il Ministero della Tutela ambientale

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Fianona 1, causa legale contro il Ministero della Tutela ambientale

Le associazioni ambientaliste “Zelena akcija – Azione verde” e “Zelena Istra-Istria verde” hanno avviato l’8 aprile una causa legale contro il Ministero della Tutela ambientale e dell’Energia, dopo che quest’ultimo aveva deciso di rilasciare il nuovo permesso ambientale per la centrale termoelettrica a carbone Fianona 1 a Porto Fianona.
“L’HEP (la società statale responsabile per l’infrastruttura elettrica che gestisce l’impianto, nda.) vuole prolungare di ulteriori 15-20 anni la vita di questa centrale che ne conta ormai 50 e il Ministero con a capo Tomislav Ćorić vuole renderlo possibile eludendo in modo piuttosto radicale le procedure”, ritengono gli ambientalisti che lo rilevano in un comunicato stampa rilasciato ieri mattina.

Mai valutato l’impatto ambientale

Le due associazioni ricordano che l’attività di Fianona 1 sarebbe dovuta essere interrotta entro la fine del 2017, quando avrebbe dovuto chiudere i battenti una volta per sempre, anche a causa dell’inadeguatezza del suo funzionamento dal punto di vista degli attuali standard ambientali europei. Tuttavia, pur essendo inoperante dal maggio 2017, a causa dei danni provocati da un incendio, all’epoca era già in corso la procedura avviata dalla statale HEP per il prolungamento della sua attività, essendo stato nel frattempo abbandonato (o rinviato), da parte del governo, il progetto di realizzazione di Fianona 3 (Fianona C), impianto che veniva presentato come stabilimento “sostitutivo” per la vecchia centrale e che avrebbe dovuto entrare in funzione assieme all’attuale Fianona 2, operante dalla fine degli anni ’90.
“Per Fianona 1 non è mai stata compilata una valutazione di impatto ambientale, per cui non è chiaro se si tratti di un impatto accettabile o meno; questo è il motivo principale per l’avvio della causa legale”, si legge nel comunicato stampa degli ambientalisti, secondo i quali, “l’intera procedura di venire incontro al desiderio dell’HEP di mantenere in funzione Fianona 1 è sin dall’inizio contaminata dalle manipolazione del Ministero in parola”.

Imprecisioni e mezze verità

Gli ambientalisti ricordano il dibattito pubblico indetto l’anno scorso dal Ministero della Tutela ambientale e dell’Energetica per il documento preliminare relativo alle “modifiche delle condizioni del permesso ambientale per lo stabilimento di Fianona 1”, in cui si affermava che la valutazione dell’impatto ambientale per la vecchia centrale era stata eseguita. Fatto che, sottolineano gli ambientalisti, non corrispondeva alla verità. Come si legge nel comunicato stampa congiunto di “Azione verde” e “Istria verde”, il numero di protocollo e gli altri elementi distintivi del documento si riferivano a Fianona 3, “un progetto del tutto diverso, mentre per Fianona 1 la valutazione di impatto ambientale non è mai stata eseguita”.
“Dopo la reazione delle associazioni ambientaliste a questa falsa informazione, il Ministero di Ćorić ha cambiato versione e ora sostiene che la valutazione dell’impatto ambientale non sia necessaria, accompagnando il tutto con un’affermazione incredibile: che l’impatto sull’ambiente sarà positivo”, dicono gli ambientalisti. A loro avviso, si tratta di una tesi bizzarra, che è “un’offesa al buon senso”, giustificata con l’affermazione che Fianona 1 sarà modernizzata; un’altra manipolazione “visto che Fianona 1 non è attiva in questo momento”, motivo per cui non possono esserci nemmeno le emissioni.
“Anche se la centrale dovesse essere sottoposta a un ammodernamento, il riavvio della produzione porterà a un ulteriore impatto sull’ambiente e per questo motivo è necessario eseguire la valutazione dello stesso impatto”, si legge nel comunicato degli ambientalisti.

Abbandonare il carbone

Questi ultimi dicono che l’inquinamento generato dalle centrali termoelettriche a carbone causa negli abitanti dell’Albonese morti premature ogni anno, come pure una serie di malattie del sistema respiratorio e di quello cardiovascolare. È altrettanto dannoso il loro effetto sui cambiamenti climatici.
“Se vogliamo evitare le catastrofiche conseguenze di questi ultimi, è indispensabile assicurare uno sviluppo a basso consumo di carbone, in cui, logicamente, non ci sia luogo per i piani a lungo termine legati all’utilizzo dei carburanti fossili”, affermano gli ambientalisti, aggiungendo che “già una serie di Paesi ha annunciato l’abbandono graduale del carbone come fonte energetica nei prossimi anni”, tra cui Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Svezia, mentre il Belgio ha già rinunciato al carbone.

“Il ministro si dimetta”

“Invece di seguire l’esempio di questi Paesi, con il rilascio di questo permesso ambientale la Croazia aumenta la propria dipendenza dal carbone importato – la fonte energetica più nociva dal punto di vista climatico e ambientale – per i prossimi due decenni”, sottolineano gli ambientalisti.
Stando alle loro, il Ministro Ćorić continua a dimostrare di non capire tutto ciò, come “non capisce molti altri aspetti della tutela ambientale”, pur essendo quest’ultima di competenza del suo Ministero.
Considerando “il modo in cui il ministro si è comportato finora”, le associazioni ambientaliste ritengono che il suo più grande contributo alla tutela dell’ambiente sarebbe quello di rassegnae le dimissioni.

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