Riconoscere gli studi nella Nazione madre

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Riconoscere gli studi nella Nazione madre

ZAGABRIA | Negli ultimi tempi diversi interpreti giudiziari giurati per la lingua italiana, e non solo, hanno riscontrato difficoltà nel loro lavoro a causa di una modifica del Regolamento sugli interpreti forensi risalente al 2013.

Ricordiamo che questo tipo di documenti non passa al vaglio del Parlamento, ma viene approvato direttamente dal governo. Il deputato della CNI nonché vicepresidente del Sabor, Furio Radin, si è fatto promotore di un’iniziativa rivolta al Ministero della Giustizia per risolvere tale questione e modificare il Regolamento che risulta penalizzante anche per molti appartenenti alla Comunità nazionale italiana.

Un nodo da sciogliere presto

L’On. Radin ha pertanto inviato una lettera direttamente al ministro Dražen Bošnjaković con l’obiettivo di sciogliere quanto prima il nodo.
Nella Legge sui Tribunali, l’articolo 124 comma 1 prevede che nel ruolo d’interprete giudiziario giurato possa essere nominata una persona che abbia completato un corso di studi universitario, che abbia un’ottima conoscenza della lingua straniera e della lingua ufficiale, nonché un’adeguata conoscenza del diritto.
L’articolo 3 comma 3 del Regolamento sugli interpreti forensi giurati, modificato l’ultima volta nel 2013, stabilisce che la conoscenza della lingua per la quale il candidato richiede la nomina a interprete, sia comprovata dal diploma di laurea relativo al corso di studio universitario per la lingua in questione, oppure da un certificato attestante il superamento dell’esame linguistico riconosciuto (livello C2 nell’ambito del quadro di riferimento europeo) per la lingua per la quale il candidato richiede la nomina.

Nomine annullate

In base a queste disposizioni del Regolamento, il Ministero della Giustizia negli ultimi tempi annulla le decisioni sulla nomina di nuovi interpreti giurati e le delibere sulla conferma della nomina degli interpreti stessi, che finora si sono visti riconosciuti la buona conoscenza della lingua sulla base di un corso di studi universitario nella lingua del Paese in cui lo studio è stato completato.

Integrare la disposizione

Pertanto, l’onorevole Furio Radin propone che la disposizione del Regolamento sia integrata in modo tale da consentire, tra le altre cose, che la conoscenza della lingua per la quale un candidato chieda la nomina a interprete, sia dimostrabile attraverso il diploma di studio universitario nel Paese in cui la lingua in questione è la lingua ufficiale di studio, come per esempio nel caso di chi abbia completato gli studi in Italia.

Studi nella Nazione madre

La modifica proposta consentirà anche la conferma della nomina degli interpreti giudiziari giurati che fino ad ora avevano svolto tale lavoro sulla base del riconoscimento di un’ottima conoscenza della lingua, che veniva comprovato con il diploma di laurea universitario nella lingua per la quale veniva richiesta la nomina. Ciò consentirà che, insieme agli altri, anche gli interpreti forensi delle minoranze nazionali che hanno studiato nei Paesi di riferimento di tali minoranze, continuino a svolgere il lavoro di interpreti giudiziari, il che è importante anche per le ragioni previste dalla Legge sull’uso delle lingue e delle scritture delle Comunità nazionali nella Repubblica di Croazia.

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