Per produrre serve la materia prima

0
Per produrre serve la materia prima

POLA/FIUME | La dirigenza del Gruppo Uljanik sostiene di non temere i controlli della polizia. A Pola ieri hanno fatto presente che dal 2004 l’Uljanik è quotato sulla Borsa di Zagabria. Hanno rilevato che di conseguenza, diverse istituzioni sono state messe al corrente delle attività chiave svolte dal Gruppo navalmeccanico. I manager della società si sono detti convinti che gli accertamenti intrapresi lunedì scorso dalla polizia contribuiranno a smentire le notizie non veritiere circolate ultimamente.

La polizia non ha fornito informazioni sui motivi del loro intervento nella sede dell’Uljanik a Pola. Dal Ministero degli Affari interni, dove si sono richiamati alle disposizioni della Legge di procedura penale, si sono limitati a confermare l’inizio dell’operazione. Hanno puntualizzato che la polizia ha agito su richiesta della Procura di Stato. Non è chiaro se gli agenti siano all’opera pure nel 3. maj. Stando a fonti ufficiose, in seguito a una denuncia anonima presentata mesi fa, che sarebbe stata trasmessa per conoscenza anche alle autorità locali, le indagini a Fiume sarebbero scattate già alcune settimane fa. Gli accertamenti riguarderebbero principalmente il prestito di oltre 500 milioni di kune concesso dal cantiere navale fiumano al Gruppo con sede a Pola.

Una società in affanno

Dall’Uljanik hanno fatto presente che le difficoltà in cui versa la società non costituiscono una novità. Hanno osservato che le medesime sono note dal gennaio scorso, quando in seguito all’ottenimento del prestito (rescue aid) concesso dai Banski dvori, l’Uljanik ha assunto lo status di società in affanno. Una circostanza che non consente al Gruppo l’ottenimento di finanziamenti su basi commerciali. I responsabili dell’Uljanik, richiamandosi anche alle decisioni e indicazioni del governo, hanno sottolineato che il Programma di ristrutturazione costituisce l’unica via logica da percorrere per salvaguardare i due cantieri navali (lo Scoglio Olivi di Pola e il 3. maj di Fiume).

Il blocco dei conti

L’Uljanik, intanto, è costretto a fronteggiare nuove difficoltà. Stando ai dati dell’Agenzia finanziaria (FINA), ieri i conti in banca della società polese sono stati nuovamente congelati. I conti dell’Uljanik, si ricorda, erano già stati bloccati giovedì scorso, ma poi sono stati sbloccati per consentire il versamento degli stipendi ai dipendenti della società navalmeccanica. Stando a voci ufficiose ad aver preteso il congelamento dei conti dell’Uljanik sarebbero state alcune società fornitrici del gruppo navalmeccanico. Oltre ad alcune aziende attive nel commercio di gas e utensili da lavoro, nonché nel noleggio di equipaggiamenti e forza lavoro. Smentite in giornata le voci stando alle quali aver preteso il blocco dei conti dell’Uljanik sarebbe stata pure l’HEP.

I rischi per l’Erario

Il problema più grave per l’Uljanik è però un altro, ossia la perdita di ben quattro commesse in un solo giorno. Il 1º settembre scorso le due società del Gruppo SIEM, più correttamente l’Auto Marine Transport Inc. e la Siem Shipping Inc. hanno rescisso unilateralmente i contratti attinenti alla costruzione di quattro car/truck carrier da 7.000 ceu (car equivalent unit) di portata cadauna. Una decisione dovuta ai ritardi accumulati nella consegna delle unità e confermata lunedì scorso dal Gruppo Uljanik. Stando a quanto riportato dai mezzi d’informazione nel libro degli ordini del Gruppo polese ora rimarrebbero sei unità.
La perdita delle commesse 514, 515, 524 e 525 ha colpito in particolare il 3. maj. Tre delle quattro unità sarebbero dovute essere realizzate a Cantrida. La commessa 514 è stata addirittura varata nel maggio scorso. Tuttavia, a causa della carenza di risorse, la nave, battezzata SIEM Ashanti, non è stata ultimata. In seguito alla rinuncia dell’armatrice Auto Marine Transport, la proprietà della nave passerà di fatto allo Stato croato poiché è stato il governo a concedere all’Uljanik le garanzie (450 milioni di kune) necessarie a ottenere i finanziamenti per procedere alla realizzazione delle quattro unità. Ora, nel caso in cui le garanzie dovessere venire attivate, Zagabria rischia di dover attingere l’importo dalle casse dell’Erario.

Il Programma di ristrutturazione

A riguardo il Gruppo di Pola ha diffuso ieri un comunicato nel quale hanno rilevato: “Riteniamo importante menzionare che la commessa 514 (car/truck carrier) è stata completata circa al 70 p.c. Sono in corso i negoziati con il proprietario per individuare una soluzione che consenta il prosieguo della collaborazione”. Per completezza d’informazione va detto anche che dall’Uljanik ammettono che per le altre tre commesse, la 515, la 524 e la 525, i lavori sono praticamente all’inizio. Questo comunque, stando a quanto si legge nel comunicato diffuso da Pola, “non rappresenta un ostacolo all’attuazione del Programma di ristrutturazione”. “Tutt’altro – si legge nella nota –; stando a tale Programma l’Uljanik abbandonerà questo tipo di attività (costruzione di navi per il trasporto di automobili e camion). Ai sensi del Programma di risutrutturazione l’Uljanik pianifica di dedicarsi esclusivamente alla realizzazione di navi da crociera, piattaforme e navi per operazioni speciali”.

Le richieste del 3. maj

Il presidente dell’Unità di crisi del 3. maj, Predrag Knežević, dopo aver incontrato i dirigenti del 3. maj, ha spiegato che lo stabilimento non dispone dei mezzi necessari per completare la SIEM Ashanti. Un problema che non persisterebbe se l’Uljanik fosse nella posizione di poter rendere allo cantiere navale fiumano i 523 milioni di kune ottenuti in prestito. Stando ad alcune stime il debito accumulato dall’Uljanik nei confronti del 3. maj sarebbe di gran lunga superiore e ammonterebbe a circa 900 milioni di kune. In ogni caso, si tratta di importi che, se risarciti, consentirebbero al cantiere navale fiumano di saldare i debiti, versare gli stipendi e riavviare la produzione. Proprio per questo motivo l’Unità di crisi del 3. maj insiste affinché al cantiere navale siano restituiti tutti i prestiti concessi all’Uljanik, ma anche sulla fuoriuscita dello stabilimento fiumano dal Gruppo navalmeccanico istriano.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display