Nessuna giustificazione per i crimini

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Nessuna giustificazione per i crimini

ISOLA | Non si spengono le polemiche sulla proiezione del film “Red Land (Rosso Istria)” avvenuta a Isola, il 22 e 23 febbraio scorsi. A intervenire a gamba tesa è stato il Partito del Centro Moderno del ministro degli Esteri Miro Cerar che in un comunicato ha di fatto accusato l’Unione Italiana di fomentare l’intolleranza nella zona confinaria con l’Italia attraverso la proiezione del film. L’SMC sostiene che la pellicola non sia null’altro che l’ennesimo tentativo di revisionismo storico, di riscrivere la storia di queste terre e fomentare l’odio e l’intolleranza tra le sue genti. Nel comunicato si afferma che la storia della zona confinaria è stata difficile: “Il fascismo ha lasciato ferite nella terra slovena. L’Unione europea è nata dai valori liberali, per porre fine ai totalitarismi e ai regimi che soggiogavano i propri cittadini e quelli di altro Paesi. Per tale motivo siamo preoccupati per le tensioni che negli ultimi tempi emergono da parte italiana. La Slovenia e l’Italia sono Paesi vicini, membri dell’Unione europea. Per tale motivo bisogna puntare ai buoni rapporti e alla collaborazione in tutti i settori, senza strumentalizzare la cultura per creare tensioni tra gli Stati”. Secondo il Partito del Centro Moderno l’unico punto di partenza accettabile per discutere con pazienza delle tragedie del passato è il rapporto della Commissione mista storica sulle relazioni italiano slovene dal 1880 al 1956 risalente al Duemila.

La reazione dell’UI

Immediata è stata la risposta di Unione Italiana alla nota dell’SMC. La massima organizzazione rappresentativa della CNI ha definito del tutto infondato il giudizio del Partito del Centro Moderno. Nel comunicato diramato dall’Unione Italiana si sottolinea che “l’UI, nei suoi indirizzi programmatici, nel suo operare e nelle sua azioni, è convinta assertrice dei principi e dei valori della convivenza e della tolleranza, del rispetto dei diritti umani e del dialogo interculturale, dell’antifascismo e dell’antitotalitarismo, del rispetto della dignità umana e della solidarietà, della libertà e dello stato di diritto, della cross-fertilisation, della fraternità e della democrazia, dell’uguaglianza e della giustizia, del rispetto delle altrui identità e verità. Pertanto, nell’esprimere profondo stupore, non possiamo che definire come del tutto infondato il giudizio che sull’Unione Italiana ha dato il Partito SMC nel suo comunicato emesso il 23 febbraio 2019. È sufficiente ripercorrere il nostro agire, la nostra attività, la nostra azione politica e istituzionale che abbiamo sempre seguito con coerenza e fermezza, per averne chiara conferma”.
Il film “Red Land (Rosso Istria)”, si sottolinea ancora nel comunicato dell’UI “racconta un fatto drammatico, realmente accaduto, circoscritto nel tempo e nel luogo: Norma Cossetto fu seviziata, stuprata e barbaramente uccisa, tra il 4 e il 5 ottobre 1943 nella foiba di Villa Surani. È la storia di una ragazza a cui il Presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, amico sincero della Croazia e della Slovenia, ha conferito la medaglia d’oro al valor civile. Quali crimini aveva commesso Norma Cossetto per subire questo destino? Di quali nefandezze si era macchiata? Quale processo ha subito per le sue presunte colpe? Come si possono definire le persone che le hanno riservato questo trattamento? Il film dà voce principalmente ai gerarchi e ai militanti fascisti, ossia di quel regime che si è macchiato di orribili crimini nei confronti dei popoli croato e sloveno, ma anche nei confronti di tantissimi oppositori italiani, di quel regime che ha proclamato le leggi razziali e che pertanto nutriva sentimenti nei riguardi di questo popoli che l’Unione Italiana ha sempre fermamente condannato. Questi orrori non hanno giustificazione. Come non possono avere giustificazioni i crimini come quelli commessi nei riguardi di Norma Cossetto e di tanti altri connazionali”.

Pubblico dibattito

Di pari passo l’UI evidenzia che non possono nessere considerati che alla stregua di criminali “gli assassini di Marija Medica e Lina Zacchigna, una croata e una italiana, fucilate dai fascisti a Bruttia, vicino a Salvore, il 28 marzo 1944, dopo che le due giovani ragazze, corriere partigiani, erano state seviziate. I crimini sono tali a prescindere da chi li commette. L’UI è fermamente convinta che per quanto riguarda i fatti storici è giusto siano affrontato dagli storici, anche di orientamenti diversi, ma il cui confronto si basi sui fatti accertati, documentati e sulle fonti storiche certe. L’Unione Italiana è ampiamente disponibile a partecipare a un pubblico dibattito su questi temi, ossia sugli aspetti politici e più ampiamente culturali. Si potrà così anche fare luce sulla politica dell’Unione Italiana in favore della convivenza e della pace”.

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