Minoranze. Consigli e Rappresentanti, il ruolo sia più incisivo

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Minoranze. Consigli e Rappresentanti, il ruolo sia più incisivo

Manca soltanto una manciata di giorni al 5 maggio, data in cui gli appartenenti alle etnie saranno chiamati a recarsi alle urne per eleggere i componenti dei Consigli e i Rappresentanti delle minoranze nazionali a livello regionale, cittadino e comunale. Un appuntamento che si ripete per la quinta volta, ma che vede il debutto delle nuove regole varate dal Sabor. Per la prima volta, infatti, le elezioni non si svolgono in base alle disposizioni pensate per le elezioni amministrative. Un cambiamento che, assicura Aleksandar Tolnaur, che nei giorni scorsi ha ottenuto dal governo un nuovo mandato alla guida del Consiglio delle minoranze operante a livello nazionale. “Da molto tempo invitavamo a colmare la lacuna giuridica che ci interessava direttamente. Proseguire con la prassi per la quale le elezioni per i Consigli e i Rappresentanti avveniva senza che ci fossero delle regole pensate appositamente per questi organismi consultivi cozzava con le disposizioni della Legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali. Pertanto, se qualcuno è felice del fatto che la Legge sia stata approvata quelli siamo sicuramente noi”, dichiara all’agenzia Stina, puntualizzando: “Ovviamente, mai nessuna legge è perfetta e quindi non lo è nemmeno questa. Va però detto che i passi avanti e le migliorie sono evidenti. Concretamente: sono regolamentate in modo sistematico le questioni riguardanti lo svolgimento delle elezioni e della campagna elettorale, ma anche i rimborsi elettorali”.

Un ruolo più incisivo

A parte l’aspetto formale, qual era l’obiettivo di fondo perseguito con il varo di una normativa specifica? Per Tolnauer non ci sono dubbi: assicurare le condizioni necessarie per un ruolo più incisivo degli appartenenti alle minoranze nell’autogoverno locale e regionale. Sarà davvero così? Scorrendo le candidature si nota che in molte località queste sono mancate, ma anche che in buona parte dei casi le liste sono uniche. Nell’analizzare la situazione in essere Tolnauer ribadisce: “La nuova legge indubbiamente rappresenta un passo avanti perché colma le lacune giuridiche finora esistenti: non bisogna però dimenticare che tra l’approvazione della normativa e l’appuntamento elettorale il lasso di tempo è brevissimo. Situazione alla quale era impossibile ovviare perché ogni posticipazione del voto avrebbe significato la proroga del mandato ai Consigli e ai Rappresentanti uscenti.”

Il silenzio dei media

Il presidente del Consiglio nazionale delle minoranze è però convinto che la bassa adesione sia dovuta anche alla scarsa diffusione delle informazioni. “Operiamo in una sorta di vacuum mediatico. La volta scorsa ci eravamo mossi in maniera autonoma e in collaborazione con le ONG avevamo organizzato la presentazione delle elezioni per i Consigli e i Rappresentanti delle minoranze nazionali nei programmi dell’HRT e delle emittenti radio locali. Avevamo anche convocato una conferenza stampa a Zagabria e pubblicato un foglio informativo. Questa volta tutto ricade sulle associazioni delle minoranze e sulle unità d’autogoverno locale e regionale e mi sembra che sia stato fatto poco o nulla. Dal punto di vista mediatico il silenzio è pressoché assoluto e la cosa ci preoccupa”, spiega Tolanuer, che non nasconde la sua delusione per il disinteresse delle emittenti che trasmettono su scala nazionale.

Una situazione variegata

Ma guardando avanti, una volta concluse le elezioni, scrutinate le schede e proclamati i risultati quale potrebbe essere il valore aggiunto dato dalla nuova legge? “Se interpretata correttamente la legge assicura ai Consigli e ai Rappresentanti uno status più incisivo nelle unità d’autogoverno di competenza. Vero è che la Legge costituzionale impone il rispetto del loro ruolo consultivo, ma ora le legge specifica rafforza quest’aspetto che spesso si esauriva a livello formale. Spazi per migliorare ulteriormente permangono per quanto attiene alle competenze degli organismi, in quanto viene loro riconosciuto soltanto un ruolo consultivo”. Un’impostazione che in alcuni casi, soprattutto nelle città più grandi, ha portato a delle buone prassi, ma che in altri casi è servita come giustificazione per una collaborazione non esemplare tra le amministrazioni e i Consigli o i Rappresentanti.
In questo senso Tolnauer cita come uno dei problemi rimasti aperti quello della “mancata introduzione di sanzioni nel caso di mancata considerazione del ruolo dei Consigli e dei Rappresentanti da parte delle unità d’autogoverno locale o regionale”.

La Legge costituzionale

“Attualmente i rapporti non sono definiti in modo chiaro ed esaustivo e succede che alcune questioni inerenti alle minoranze vengono politicizzate sia dai partiti della maggioranza sia da quelli dell’opposizione. Ebbene – evidenzia Tolnauer – quest’approccio non è in sintonia né con le disposizioni della Legge costituzionale, né con i principi della politica inerente le minoranze attuata a livello statale. C’è ancora molto lavoro da fare”, assicura, chiarendo che questo dovrà riguardare anche la Legge costituzionale. “Tutti gli elogi che ottiene sono meritati, ma non bisogna dimenticare che è stata approvata praticamente 20 anni fa e che con il passare del tempo cambiano anche le sfide sociali e politiche. L’adeguamento è un qualcosa di inevitabile e quindi chiederemo alcune modifiche, ma lo faremo senza mai perdere di vista il senso della misura o il contatto con la realtà. Dobbiamo essere responsabili e curare la partnership con i nostri interlocutori. Dobbiamo creare le condizioni per consentire alle associazioni delle minoranze di agire in modo più efficace a tutela dei diritti delle etnie, favorendo al contempo il benessere e la crescita della società nel suo insieme”.

Il nostro compito? Risolvere i problemi

Aleksandar Tolnauer è stato confermato presidente del Consiglio nazionale per le minoranze per un nuovo mandato. Lo ha deciso il governo nel corso della sessione a porte chiuse svoltasi il 18 aprile scorso. “Parlare di sé stessi è antipatico e difficile. Alle volte però bisogna farlo… Non sono un esponente di un partito, il mio impegno nel settore dei diritti delle minoranze è iniziato molto prima del mio incarico in seno al Consiglio, del quale sono stato confermato presidente da diversi governi. Per me – commenta Tolanauer – è ovviamente un motivo d’orgoglio, ma ritengo sia in primo luogo un riconoscimento al lavoro fatto da tutto il Consiglio in questi anni che hanno visto impostare dal nulla una politica dedicata alle minoranze nazionali. Ma non bastava impostarla, bisognava anche contestualizzarla nella realtà europea sotto due profili: all’interno quello della tutela dei diritti in applicazione degli standard UE e sul piano internazionale quello del suo potenziale democratico inteso come elemento della politica complessiva del Paese. Negli anni il Consiglio ha pazientemente, ma tenacemente contribuito all’innalzamento degli standard di tutela e sviluppo dei diritti delle minoranze dando così un suo contributo all’avvicinamento del Paese al traguardo dell’adesione all’Unione europea. Nel presiedere il Consiglio ho sempre prestato molta attenzione a far emergere questa duplice importanza dei temi da noi curati, senza mai dimenticare quella che è una sorta di duplici legittimità in quanto i componenti del Consiglio vengono proposti ed eletti dagli appartenenti alle etnie, ma godiamo anche della fiducia della maggioranza. Quindi, il nostro compito è quello di risolvere i problemi e non di contribuire alla loro nascita. Anche per questo siamo sempre aperti a una partnership con il governo dal quale ci aspettiamo sostegno a prescindere dal suo colore politico. Ritengo che quest’approccio sia stato riconosciuto come un valore e un contributo qualitativo dato nel tempo sia da me, e ne vado orgoglioso, sia – conclude –, e a maggior ragione, dal Consiglio nazionale.”

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