Le sirene del populismo

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Le sirene del populismo

ZAGABRIA | Correva il 28 dicembre 2014. Elezioni presidenziali. I cittadini croati si recarono alle urne per eleggere il Presidente della Repubblica. Nei seggi elettorali vennero chiamati a scegliere tra quattro candidati: il Presidente uscente Ivo Josipović (SDP), la candidata dell’HDZ Kolinda Grabar-Kitarović, Milan Kujundžić (Alleanza per la Croazia) e il 24.enne Ivan Vilibor Sinčić leader di Barriera Umana.

Ivan Vilibor Sinčić: chi è costui? Barriera Umana: ma chi sono questi? Chi rappresentano? Non hanno nessuna chance di vincere, prenderanno un pugno di voti, hanno raccolto appena 15.200 firme a sostegno della candidatura e speso la misera cifra di 92.627 kune che a confronto dei favoriti Kolinda Grabar-Kitarović (2.500.000 kune) e Ivo Josipović (5.400.000 kune), sono letteralmente spiccioli, poca cosa. I soldi non sono tutto ma in politica contano e nella maggior parte delle volte fanno la differenza. Saranno una breve meteora che sparirà nel giro di pochi mesi, sono dilettanti allo sbaraglio. Questa erano le previsioni di una grande fetta di analisti e commentatori politici. Diciamo la verità: pochissimi all’epoca avrebbero immaginato che quattro anni dopo Barriera umana sarebbe assurta a terzo partito del Paese. Con tendenza a rafforzarsi ulteriormente.
Ma questo lo vedremo più avanti. Per ritornare al famoso 28 dicembre, quel giorno non fu la fine del partito ma l’inizio. Nonostante le appena 15.200 firme raccolte, i voti portati a casa furono 293.570: si arrivò a centrare il 16,42 p.c. dei consensi, una percentuale sulla quale prima delle elezioni non avrebbe scommesso nessuno. Sinčić gridò vittoria e promise di ripetere il successo già alle parlamentari. Promessa mantenuta. Gli “esperti” certo erano scettici. Le loro previsioni non erano rosee, perché una cosa erano le presidenziali con soli quattro candidati e quello per Sinčić era solamente un voto di protesta.

A difesa dei «bloccati»

Tutt’altro cosa sarebbero state le parlamentari, dove per Barriera Umana lo spazio sembrava ristretto. Le giornate passarono, i militanti di Barriera umana finirono sempre più spesso sui giornali e sulle televisioni per le loro manifestazioni di protesta, di resistenza, a difesa dei “bloccati”. Il loro leader più volte venne messo in stato di fermo dalle forze dell’ordine, e sempre più spesso lui e i suoi seguaci vennero tacciati da una grande parte dei commentatori come dei semplici “buffoni”. Arrivarono le elezioni e il “voto di protesta” non arretrò, anzi, Sinčić e compagnia portarono a casa quasi 100mila voti e il giovane leader approdò al Sabor. La legislatura non durò neanche un anno e nel settembre 2016 gli elettori vennero richiamati alle urne per eleggere i nuovi deputati. Barriera Umana si ripresentò e fece il botto: 117.280 voti, quarto partito e otto parlamentari eletti. Da forza politica marginale, si ritaglio il proprio spazio sullo scacchiere politico nazionale, ma nonostante i voti, il continuo salire nei sondaggi, la maggior parte degli analisti continuò a motivare la loro crescita con i richiami populisti. Difficile da smentire questa tesi. Barriera Umana ha giocato su politiche che toccano in prima persona i cittadini, le loro tasche soprattutto: meno tasse, prima i più deboli, più soldi ai lavoratori, abbasso i banchieri, in galera i politici corrotti, gli ultimi saranno i primi. Hanno giocato sull’emotività, sula contrapposizione tra buoni e cattivi, hanno sparato slogan che la gente voleva sentire. E lo hanno fatto, a differenza di altri però, stando sul campo, tra la gente, tra i cosiddetti “ultimi” che, per certi versi, sono diventati, a loro insaputa, protagonisti della “propaganda politica”.

Dilettanti allo sbaraglio…

Detto questo però, negli ultimi tempi il partito si è strutturato, si è dotato di organismi interni e poco tempo fa nella capitale ha tenuto il suo primo congresso. I suoi deputati, in primis Ivan Vilibor Sinčić e Branimir Bunjac, si sono dimostrati negli ultimi tempi non proprio dei “dilettanti allo sbaraglio”. Hanno indossato l’abito dei politici consumati, proponendo mozioni e leggi, avviando battaglie, una su tutte quella a favore dell’Istituto Immunologico. Sulle loro liste è stato eletto Marin Škibola – poi divenuto indipendente – il promotore della legge, comunemente conosciuta come “Legge Škibola”, in tutela dei cittadini che hanno contratto prestiti con istituti finanziari esteri operanti in Croazia.
Sempre nelle loro liste è stato eletto Goran Aleksić, considerato il paladino della battaglia dei cittadini con i conti bloccati, apprezzato a livello bipartisan per le sue iniziative. Potremmo continuare con gli esempi, il tutto per dire che gli ultimi sondaggi non fanno altro che indicare un trend di crescita che affonda le sue radici in una capillare operazione politica e mediatica condotta negli anni scorsi. Certo è che hanno le idee ancora un po’ confuse, per non dire piuttosto problematiche sui temi importanti dell’economia, della politica estera…, ma sarebbe fin troppo riduttivo, e sbagliato, ridurli puramente a questo. Gli ultimi sondaggi li fanno volare: sono il terzo partito con il 12,7 p.c. dei consensi e con la tendenza al rafforzamento.

Rafforzamento in Istria

Guardando alla situazione dalle nostre parti, stando ai sondaggi relativi all’ottava circoscrizione elettorale, Barriera umana soffia sul collo alla Dieta Democratica Istriana. Secondo l’IPSOS, che ha effettuato la ricerca, tra gli elettori fino ai 30 anni, Pernar, Sinčić e i loro seguaci godono del 22 p.c. delle preferenze. Alle ultime elezioni parlamentari del 2016 nell’ottavo collegio a vincere era stata la coalizione capeggiata dall’SDP con il 35 p.c. dei voti, seguita dal trio Dieta-Lista per Fiume-Alleanza litoraneo-montana con il 22 p.c. e l’HDZ con il 20 p.c.. Barriera umana si era fermata al 7,6 p.c. con un deputato eletto. Se si andasse ora alle elezioni e le previsioni fossero corrette, Barriera umana porterebbe al Sabor tre deputati eletti nell’ottavo collegio, catapultando il partito verso un testa a testa con la Dieta per la seconda posizione. Dal quartier generale del primo partito istriano minimizzano sostenendo che Barriera umana raccoglie voti di protesta o voti di cittadini che non si presentano alle urne, quindi non “rubano” loro l’elettorato. Queste sono soltanto previsioni, ma quello che è certo è che il vento in Europa sta cambiando. I Cinque stelle alle elezioni del 4 marzo in Italia hanno quasi doppiato il secondo arrivato, il Partito Democratico, candidandosi alla guida del Paese. Il paragone sarà forse azzardato, ma anche loro come Barriera umana venivano indicati, e continuano ad esserlo, come populisti che parlano alla pancia e non alla testa, ma ora si ritrovano a trattare per palazzo Chigi. Troveremo anche Sinčić e compagnia tra qualche anno a trattare per un altro palazzo, quello dei Banski Dvori?

No all’UE e alla NATO

Certo che l’ascesa al potere di Sinčić, Pernar e compagni avrebbe effetti dirompenti per la posizione internazionale e per il sistema finanziario del Paese se essi dovessero realmente giungere al potere e impegnarsi a fondo per attuare il loro programma. Questo perché l’uscita dall’UE e dalla NATO, l’abolizione della clausola valutaria e la stampa di denaro a volontà sono le loro ricetta fondamentali per il superamento della crisi che attanaglia il Paese. Ma è chiaro che una cosa sono i proclami, l’altra la realtà…

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