«La moneta unica non funga da alibi»

L'ex governatore della Banca centrale croata, Željko Rohatinski, ha presentato a Fiume il suo ultimo libro

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L’euro non è un bacchetta magica. Se lo fosse bisognerebbe chiedersi per quale ragione Stati quali la Svezia, la Polonia, l’Ungheria o la Norvegia non hanno adottato la moneta unica?”, ha dichiarato Željko Rohatinski. L’ex governatore della Banca centrale croata (HNB) ha affrontato l’argomento alla Facoltà di Economia (EFRI) dell’Università di Fiume (UNIRI), nel corso della presentazione del suo ultimo libro: “Kriza u Hrvatskoj” (La crisi in Croazia), pubblicato per i tipi della Naklada Ljevak.
L’Aula conferenze dell’EFRI ieri era gremita in ogni ordine di posti. Decine di studenti, professori universitari, banchieri, manager, imprenditori e amministratori pubblici sono accorsi ad ascoltare la conferenza tenuta da Rohatinski, macroeconomista di fama mondiale, con alle spalle una carriera lunga quasi cinque decenni. L’ex governatore dell’HNB, ha parlato della genesi della crisi economica del 2008 e dei motivi per i quali, a suo parere, le sue conseguenze in Croazia si sono fatte sentire più a lungo che altrove. Prima, durante e dopo la conferenza Rohatinski è stato letteralmente tempestato dalle domande dei presenti. Di conseguenza, ha parlato anche di politica monetaria, delle sorti della cantieristica, di crescita economica e delle sfide connesse al turismo. Un ramo dell’economia, quest’ultimo, che Rohatinski ha paragonato a una monocoltura, con tutti i rischi che ne derivano
“L’introduzione dell’euro è innanzitutto una questione di carattere economico e non politico, soprattutto se a gestirla sono politici di bassa lega. Se si desse retta a quest’ultimi basterebbe aderire a Eurolandia ed essere ammessi nell’Area Schengen per risolvere tutti i nostri problemi”, è stato categorico Rohatinski. “La situazione è cristallina. Dal punto di vista formale – ha proseguito – quando abbiamo firmato il Trattato di adesione all’Unione europea ci siamo impegnati anche a introdurre l’euro”. Ha spiegato che considerato l’alto tasso di eurizzazione del Paese, l’introduzione della moneta unica non susciterà particolari difficoltà di carattere tecnico. In altre parole non dovrebbero esserci ripercussioni negative di carattere psicologico o economico, perlomeno non in prima battuta. “Si verificheranno dei contraccolpi di natura inflazionistica. Stiamo parlando di un fenomeno che si è verificato in tutti i Paesi che hanno adottato l’euro. Non accadrà nulla di spettacolare. Riusciremo a sopravvivere. D’altronde siamo sopravvissuti a cose ben peggiori”, ha puntualizzato Rohatinski.
“Il punto è un altro. È superfluo chiedersi se o quando introdurremmo l’euro. L’interrogativo che ci dobbiamo porre è: qual è l’Eurozona nella quale desideriamo entrare a fare parte? Per come stanno messe le cose in questo momento l’Eurozona non funziona come dovrebbe. Ci sono degli squilibri. Il sistema è asimmetrico e favorisce i Paesi più forti”, ha affermato l’ex governatore. “Se vogliamo parlare di date – ha aggiunto Rohatinski – dobbiamo fissare dei criteri in base alle nostre ambizioni in materia di politica monetaria. Se decidiamo di condurre una politica monetaria neutrale, come stiamo facendo attualmente, è meglio introdurre l’euro quanto prima per assicurarci un alibi. Se, però, esiste l’ambizione di praticare una politica monetaria attiva sarebbe opportuno mantenere quanto più a lungo la nostra sovranità monetaria“. A tale proposito ha rilevato che lo Statuto della Banca centrale europea (BCE) e i documenti a esso connessi, sanciscono in modo chiaro che fino al suo ingresso nella zona euro ciascun Paese ha il diritto di esercitare la propria sovranità monetaria. Rohatinski ha espresso il parere che la Croazia trarrebbe giovamento dall’emissione funzionale di denaro. “Ovviamente – ha spiegato – si tratta di risorse che devono essere investite nell’economia e non impiegate per foraggiare i consumi e le importazioni. Per essere in grado di gestire questo sistema è necessario raggiungere un altro grado di sinergia tra l’HNB e il governo”.
Nell’affrontare l’argomento Rohatinski ha aperto una breve parentesi legata ai cantieri navali. “La situazione è catastrofica. Nella forma attuale, né l’Uljanik né il 3. maj possono continuare a operare sul mercato. Tuttavia, lo Stato, nella sua veste sostanziale di azionista di riferimento ha la possibilità di stimolare la riorganizzazione del sistema al fine di conseguire i risultati auspicati. Se lo decidiamo possiamo procedere alla riorganizzazione dei cantieri navali anche senza l’assenso dell’UE, ma per farlo bisogna dimostrare di avere il coraggio di osare”, ha affermato Rohtinski. A suo giudizio le risorse generate se si procedesse all’emissione funzionale di denaro potrebbero essere investite anche nella navalmeccanica. Rohatinski ha però segnalato che qualora si decidesse di intraprendere la strada della politica monetaria attiva bisogna essere pronti a usare il sistema del bastone e della carota. “Chi non rispetta i patti e sgarra deve essere consapevole che subirà delle conseguenze”, ha notato.
Al termine della conferenza Rohatinski è stato protagonista di un simpatico siparietto. Il preside dell’EFRI, Alan Host, gli ha chiesto un pronostico sulla data d’introduzione dell’euro in Croazia. “Senti – gli ha risposto l’ex governatore – la moneta unica è un argomento sul quale si possono incentrare un intero ciclo di conferenze. Se sei in grado di pagarmi un milione di euro sarò lieto di trattare l’argomento in questa sede, a prescindere da quale delle due valute dovrai usare per pagarmi”. A quel punto, dal pubblico hanno chiesto a Rohatinski se accetterebbe di essere pagato in dollari. L’ex governatore, prima ha sorriso e poi si è limitato a rispondere: “i ‘verdoni’ sono ‘verdoni’”.

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