Hot spot? Secco no da Zagabria

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Hot spot? Secco no da Zagabria

ZAGABRIA | Il baratto della serie migranti in cambio di soldi non interessa alla Croazia. Le autorità di Zagabria hanno già lasciato intendere discretamente di non essere interessate ad accogliere l’offerta della Commissione europea di corrispondere agli Stati 6.000 euro per ogni migrante salvato in mare. Non interessano alla Croazia nemmeno le altre offerte di Bruxelles ai Paesi disposti a permettere l’apertura sul loro territorio di centri controllati per verificare chi dei migranti abbia diritto alla protezione internazionale e chi no. Zagabria, come hanno fatto trapelare in via ufficiosa le autorità governative, rimane ferma nella decisione di non consentire l’apertura sul proprio territorio di campi profughi, hol spot o centri controllati che dir si voglia. Di pari passo la Croazia sta facendo il possibile per impedire l’ingresso ai clandestini, ovvero ai migranti assiepati in gran numero ormai in particolare alla frontiera croato-bosnaica. Nei giorni scorsi recente il comandante della Marina militare croata, il commodoro Ivo Raffanelli, ha ribadito che le navi della Guardia costiera sono pronte a intervenire per fronteggiare un’eventuale emergenza migratoria nell’Adriatico. Per il momento comunque poco o nulla lascia presagire che la rotta migratoria balcanica, peraltro ridotta al lumicino grazie all’impegno dei Paesi della regione, possa trasferirsi dalla terraferma al Mare Adriatico.

Il dibattito sull’accoglienza che infiamma la scena politica di diversi Paesi dell’Europa occidentale in Croazia, dunque, per il momento è del tutto assente. Non si notano differenze di rilievo tra il centrosinistra e il centrodestra, tra la Chiesa cattolica croata e le autorità governative. Memori delle esperienze del passato, ovvero dei conflitti di stampo etnico, che hanno infiammato e infiammano ancora i Paesi della regione, i politici di Zagabria, almeno per il momento, sono decisi a fare muro nei confronti di tutto ciò che sa alla lontana di possibile modifica della composizione etnica della popolazione. Resta però il problema di fondo rappresentato dalla decrescita demografica e dalla crescente penuria di manodopera in molti comparti economici, ad iniziare dal nodo degli stagionali nel turismo. Quindi se la politica dice no apertamente all’immigrazione e concedere con il contagocce permessi di lavoro per gli stranieri le necessità dell’economia potrebbero ben presto spingere la linea governativa di chiusura ai migranti in tutt’altra direzione. Anche sulla stampa nazionale si notano di tanto in tanto segnali d’apertura in questa direzione, che a lungo andare appare quasi obbligata.

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