MACCHINE DEL TEMPO «Comprai una GTI… da soma»

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MACCHINE DEL TEMPO «Comprai una GTI… da soma»
La VW Golf GTI di Darko Kos, ormai venduta ad Albona. Foto: LUCIO VIDOTTO

Tra un anno la “Golf” festeggia 50 anni arrivando all’ottava serie. Con l’uscita di scena del mitico maggiolino la “Golf” è diventata il simbolo della Volkswagen. La crisi della mezza età non si fa sentire. Dal 1974 a oggi è cresciuta in tutti i sensi, dimensioni, peso e prezzo, anche se nacque per occupare un posto tra le compatte economiche. La prima serie venne prodotta in 6,8 milioni di esemplari, per il mercato europeo e per quello nordamericano dove venne venduta come VW “Rabbit”. L’ultima uscì nel 1983. Per parlarne in modo più approfondito, semmai, aspettiamo il suo rotondo compleanno, mentre ora ci soffermiamo sulla sua versione sportiva, la GTI. Se la “Golf” fu un oggetto ambito nella sua versione “normale”, per molti la GTI rimase un desiderio inappagato. Il modello standard della prima serie non è raro vederlo sulle nostre strade, soprattutto i diesel, noti per il loro motore indistruttibile. Venne prodotta, tra l’altro, anche nell’ex Jugoslavia, a Sarajevo, motivo per cui ebbe una grande diffusione. La versione GTI venne presentata al Salone di Francoforte nella primavera del 1975 e quindi prodotta in soli 5.000 esemplari. Che si trattasse di cautela eccessiva, lo dimostra il fatto che, con qualche modifica tecnica ed estetica, arrivò a quota 462.000. Anche i modelli successivi, quindi, ebbero e hanno tutt’ora la versione GTI.

La GTI della foto qui accanto, certificata come auto d’epoca, da pochi giorni ha cambiato proprietario. Non è andata lontano, più precisamente ad Albona. “L’ho venduta lunedì – dice Darko Kos –, dopo che me la sono goduta per quindici anni”. La comprò, come racconta, di seconda, anzi, di terza mano, in condizioni tutt’altro che dignitose, soprattutto per una vettura concepita con uno spirito sportivo, 1,6 di cilindrata, 110 cavalli per poco più di 800 chili di peso, una scheggia! “Il proprietario precedente la usò per trasportare la legna. Ci mise anche il gancio per trainare il rimorchio”, commenta ridendo Darko Kos. In effetti, a quel punto, era quasi come agganciarvi l’aratro. “In ogni caso – aggiunge l’ormai ex proprietario –, ci ho lavorato a lungo, mettendoci dentro un motore della seconda serie da 1,8 litri, ma della stessa potenza, sostituendo molte parti meccaniche e restaurando la carozzeria, che a sua volta era messa piuttosto male”. Colore grigio metallizzato, con le rifiniture esterne rigorosamente in colore rosso e senza quei ritocchi e dettagli e aggiornamenti tecnici di cui si è spesso abusato per migliorare le prestazioni e l’estetica. Kos non ne parla con tristezza o nostalgia: “Ho tre auto d’epoca regolarmente immatricolate e due Golf, che da tanti anni attendono di avere la stessa fortuna”. Non sveliamo nulla, per ora, aspettando un’altra occasione per raccontare la storia di altre veterane.

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