Quando ambizioni e realtà fanno a pugni

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Quando ambizioni e realtà fanno a pugni

Krstičević, Tudor, Vukas, Poklepović, Vučević, Burić, Pušnik, Lozo Carrillo, Kopić e – Vulić! Non è l’elenco telefonico del rione spalatino Poljud, bensì la lista degli allenatori dell’Hajduk dal marzo di cinque anni fa ad oggi. Dai tempi, insomma, in cui Matjaž Kek prese in mano le redini del Rijeka. In cinque anni e mezzo il tecnico sloveno, con Damir Mišković presidente (da dicembre anche padrone del 70 per cento, mentre il resto delle azioni è nella casse di Obersnel), ha subito una sola sconfitta con i dalmati, per opera dell’ultimo silurato al Poljud (Željko Kopić), lo scorso campionato a Rujevica.
L’Hajduk riparte da Zoran Vulić, ex giocatore degli spalatini (per un breve periodo anche allenatore del Rijeka), in sella per la quinta volta! Nella storia del calcio croato soltanto Marijan Vlak ha avuto un maggiore numero di “matrimoni e separazioni” alla Dinamo: esattamente sei. Seguito poi da Branko Ivanković (vent’anni fa allenatore del Rijeka), sempre alla Dinamo, con quattro occasioni buttate al vento alla corte di Zdravko Mamić, attualmente in…esilio. Come Napoleone, che ai suoi tempi non conosceva Međugorje, in Erzegovina. Kopić è “saltato” il giorno dopo esser stato confermato, malgrado il digiuno di vittorie dopo sei giornate (quattro pareggi). La colpa? Aver preso un caffè in compagnia di Igor Štimac! Štimac, a detta dell’Associazione “Naš Hajduk” (formata dai tifosi) che ha in mano le sorti della società (?), è un… nemico dell’Hajduk. Trattasi, ricordiamolo, di una leggenda del calcio dalmata e croato. Ex nazionale ed ex selezionatore, con l’Hajduk che gli scorre nelle vene. Da giocatore conquistò numerosi trofei, mentre da allenatore vinse il campionato croato nel 2005, che è anche l’ultimo titolo conquistato dai dalmati. Da allora sono a digiuno, continuamente a caccia delle streghe… Tutti colpevoli e tutti nemici!
Nella stagione trionfale di tredici anni fa Štimac prese in mano la squadra a otto giornate del termine, dopo che nel corso del torneo furono silurati Ivan Katalinić e Blaž Slišković. Un golfo di pescecani, che si cibano di… allenatori. Ricorda un po’ la situazione a Cantrida nel 2011/2012, quando ad Alen Horvat (10 partite) subentrò Ivo Ištuk (11) prima dell’arrivo di Dragan Skočić (7) e, nel finale, di Elvis Scoria (2). Era la stagione in cui il defunto Robert Komen salvò il Rijeka consegnandolo a Damir Mišković. La stagione successiva arrivò poi Matjaž Kek. Per il tecnico sloveno sono 197 le panchine di campionato dal marzo del 2013, la prima partita con l’Inter (2-1) a Cantrida. A Rujevica hanno le idee chiare anche quando sono costretti a remare controcorrente per aver fallito la qualificazione all’Europa League, come quest’anno. Buttati via tre milioni di euro, che certamente mancheranno nel budget di Mišković, ma ancora di più la possibilità di mettere in vetrina i giocatori. Fedeli alla parola – vivere del proprio lavoro o, in parole povere, avere risultati. A Spalato, purtroppo, ed è un peccato, ne patisce tutto il calcio croato. Le ambizioni fanno a pugni con la realtà. A pagare il conto sono regolarmente quelli più indifesi, ovvero gli allenatori. Kek a Rujevica ha la fortuna di avere per presidente Mišković, e il contrario… Un binomio perfetto. Le liti in famiglia, poi, rafforzano il legame!

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