Per la libertà di pensiero, pensiero critico e di parola

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Per la libertà di pensiero, pensiero critico e di parola

Con questo comunicato, faccio seguito alla conferenza stampa della scorsa settimana per precisare nel particolare la mia posizione nei confronti del caporedattore di Radio Capodistria, Stefano Lusa.
Devo prima di tutto ribadire che per quanto mi riguarda è fuori dubbio che tutti i giornalisti devono avere la possibilità di poter lavorare in piena autonomia e libertà, certamente seguendo le regole deontologiche della categoria.
Personalmente ho sempre rispettato tutti i giornalisti, sia nella mia vita privata sia nei miei ruoli pubblici. Ho anche sempre difeso il lavoro e l’operato dei programmi italiani di Radio e TV Capodistria.
Ho sempre seguito con attenzione e rispetto le trasmissioni, gli articoli e i commenti del caporedattore; apprezzandoli, spesso, ma anche qualche volta non condividendone le tesi e le idee.
Tutto tranquillo quindi, tutto normale, niente da eccepire, perfettamente in regola con l’autonomia del giornalista e senza dubbio anche con la deontologia professionale.
Nel caso particolare di giovedì scorso ho preso in esame alcune istanze accadute durante la campagna elettorale in cui è stata chiamata in causa anche la mia persona.
Se partiamo del principio, ampiamente condiviso da noi tutti, della piena autonomia del giornalista e dell’inviolabilità della professione, dobbiamo anche tenere conto che ogni singolo individuo sulla nostra Terra ha libertà di pensiero, pensiero critico e di parola. Per questo motivo, penso di avere anch’io, Alberto Scheriani, come cittadino privato, oppure come presidente della CAN costiera, o anche come presidente del Comitato RTV per i programmi italiani, come vicesindaco o come preside, la sacrosanta libertà di ascoltare una trasmissione e leggere un commento per poi, dopo un’analisi approfondita, esprimere ad alta voce le mie impressioni.
È mia ferma convinzione che con quanto ho dichiarato giovedì non ho offeso nessuno, non sono stato irrispettoso nei confronti di nessuno, non ho abusato di niente e nessuno e soprattutto non ho messo in pericolo il posto di lavoro di nessuno. A nessuno è stato tolto il microfono, a nessuno è stato tolto il computer dal tavolo e soprattutto a nessuno è stata tolta la penna dalla mano.
In quest’occasione quindi, lo ripeto nel caso ce ne fosse bisogno, ho espresso in modo del tutto legittimo le mie impressioni, la mia analisi e il mio modo di vedere le questioni trattate. Sicuramente in nessun modo tutto ciò può rappresentare un attacco o una minaccia al caporedattore, al suo pensiero, alla sua autonomia, alla sua professionalità e al suo modo di fare giornalismo.
In una società plurale e democratica ciò deve esser consentito. La democrazia e la libertà di parola non sono a senso unico, non possono essere date soltanto ad alcuni e ad altri no, ma parliamo di un bene di tutti e un bene di cui tutti devono essere partecipi.
Da parte mia, dopo queste dovute precisazioni che spero contribuiscano a comprendere meglio quali siano state le mie intenzioni onde evitare inutili strumentalizzazioni, ritengo chiuso l’argomento.
Colgo ancora l’occasione per augurare a tutti i giornalisti un buon lavoro e ringraziarli ancora una volta per la missione che con tanta fatica e cura portano avanti ogni giorno e che contribuiscono in maniera fondamentale a rendere la nostra società migliore, ricca di idee, argomenti e plurale.

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