Paure ed estremismi francesi

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Paure ed estremismi francesi

Stando ai risultati di una ricerca diffusi dal “Gatestone Institut” nei quattro Paesi dell’Unione europea che hanno subito i più gravi attentati terroristici – Belgio, Germania, Gran Bretagna e Francia – oggi risiedono circa 66.000 estremisti islamici. Le attività che queste persone mettono in atto mettono gravemente a rischio la democrazia e incidono sempre di più sulla libertà di espressione dei cittadini. Stando invece a una ricerca svolta dall’“Institut français d’opinion publique (IFOP), il 56 p.c. dei francesi interpellati ritiene che l’Islam non sia compatibile con i valori della società francese e più dell’80 p.c. degli intervistati ritiene che lo Stato laico sia gravemente minacciato. In un’altra ricerca dell’IFOP si legge poi: “Oggi in Francia vivono tra i 3 e i 4 milioni di musulmani. Il gruppo più numeroso, il 46 p.c., è la ‘maggioranza silenziosa’, persone prevalentemente integrate che non vedono alcun contrasto tra l’Islam e lo Stato laico (la Costituzione e le leggi francesi). Il 25 p.c. degli intervistati si definisce: “Musulmano che desidera esprimere pubblicamente l’appartenenza” pur nel rispetto delle leggi francesi e dei principi dello Stato laico. C’è però anche un terzo gruppo che ha suscitato un vero e proprio shock nell’opinione pubblica francese: si tratta di quel 28 p.c. di intervistati che si ritengono “fondamentalisti”. Sempre in Francia l’“Institut Montaigne” ha fatto una ricerca dalla quale emerge che nel Paese vivono circa 20mila radicali islamici (non necessariamente ogni islamico è anche un jihadista). Attualmente la Francia risulta essere l’unico Paese occidentale sul cui territorio negli ultimi 5 anni sono stati uccisi 250 ebrei – appartenenti alla Comunità islamica autoctona. Nonostante il Presidente francese Emmanuel Macron abbia dichiarato in più occasioni: “Una Francia senza gli ebrei non sarebbe più la Francia” nella prassi avviene che più del 20 p.c. degli appartenenti alla Comunità ebraica ha già abbandonato il Paese perché si sentono minacciati dal terrorismo islamico. Pertanto uno dei principali problemi che la Francia si trova ad affrontare è quello della crescente ostilità nei confronti degli ebrei. Un’espressione d’odio fomentata dagli estremisti islamici. Stando a uno studio la percentuale degli ebrei residenti in Francia che desiderano emigrare tocca il 40 p.c.; un numero non insignificante di agenti della Gendarmeria nazionale francese deve assicurare tutela alle scuole e ai luoghi di culto della Comuinità ebraica. Pertanto il mese scorso 100 intellettuali hanno lanciato pubblicamente un “Appello contro il separatismo islamico”. Nel darne notizia “Le Figaro” ha scritto di un contesto contraddistinto dal “nuovo totalitarismo” e dalle “azioni che mettono a rischio le libertà fondamentali dell’uomo”. Il Professore Kenan Malik, un filosofo brittanico di origine indiana, docente all’University of Sussex e all’Imperial College di Londra, ritiene che nell’UE “non sia in atto uno scontro tra culture bensì che ci si stia confrontando con le conseguenze di una politica d’immigrazione sbagliata”. A suo dire le scelte politiche sbagliate hanno “contribuito al rafforzamento dei partiti populisti che promuovono idee illiberali”. Il Prof. Samir Khalil Samir, filosofo, teologo e gesuita che insegna all’Università Cattolica di Milano, a Graz, Gottinga, Georgtown, Parigi, Cairo, Tokio… ritiene che “il compito dei politici sia favorire l’integrazione degli immigrati, assicurando aiuto nella ricerca di un posto di lavoro, di un’abitazione, ma a una condizione: che gli immigrati si dichiarino pronti a diventare francesi, tedeschi, italiani, francesi, britannici…”. In occasione della sua visita ufficiale in Brasile, Papa Francesco si è rivolto alle autorità dicendo loro: “Soltanto lo Stato laico promuove la convivenza pacifica tra le varie religioni”. Proprio perché i cittadini hanno opinioni diverse e si differenziano per cultura e tradizione deve esistere un arbitro che farà da garante della parità di trattamento, che assicurerà la convivenza pacifica a tutti. Sappiamo bene che il principio dello Stato laico ha salvaguardato l’Europa da lunghe e cruente guerre religiose. È stato proprio lo Stato laico ad assicurare a tutti la libertà, comunità religiose di vario tipo incluse. Pertanto è a ragione che ci si aspetta dallo Stato laico che assicuri la piena libertà, sicurezza e parità di trattamento a tutti. Lo Stato laico deve tutelare i suoi cittadini da ogni forma di terrorismo, di fondamentalismo e da ogni manifestazione tendente ad escludere l’altro. Fenomeni che, lo sappiamo bene, non sono un’esclusiva di una sola religione o di una sola nazione.

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