Giorno del Ricordo, ferite insanabili

A Palazzo Manzioli la serata a cura di Amina e Giorgio Dudine della CI «Dante Alighieri»

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Giorno del Ricordo, ferite insanabili

“Avevo appena otto anni quando lasciai Isola nel 1953. La perdita della mia terra ha lasciato in me, ora ormai anziano e attempato, una profonda e insanabile ferita, che porto ancora sempre dentro il mio cuore”. È iniziato con le parole di Livio Chicco, stabilitosi a Canberra, in Australia, l’incontro promosso giovedì sera a Palazzo Manzioli dalla sezione Storia Patria della Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” di Isola in occasione del Giorno del Ricordo. Una solennità che a suo dire dovrebbe essere “un momento di profonda riflessione su quanto accaduto dopo la Seconda guerra mondiale”, ma anche un’occasione per trasmettere alle nuove generazioni delle tre Repubbliche che oggi governano l’Istria, “la consapevolezza dei principali valori umani: dignità, democrazia e libertà”, in quanto “soltanto così sarà possibile evitare il ripetersi di tali nefasti eventi”. Nel corso della commemorazione, ideata da Giorgio e Amina Dudine, che ha guidato l’evento, è stato tracciato il nostalgico e doloroso percorso di coloro che in quei tragici anni sono stati costretti ad abbandonare la propria terra d’origine, i propri averi e i propri affetti.

L’incontro moderato da Amina Dudine

Vicende drammatiche che sono sono state ricostruite con immagini, musica e parole grazie a Tanja Pulin e Tessa Dassena della Filodrammatica e al gruppo vocale “Rondini In-Canto”, diretto dalla Dudine. A contribuire alla serata sono state anche le persone che hanno vissuto sulla propria pelle i funesti episodi del secondo dopoguerra. Si è creata così un’atmosfera di grande pathos in cui esuli e rimasti hanno avuto modo di condividere le proprie memorie. Frammenti di vita vissuta che, nonostante siano passati molti anni, continuano a essere dolorosi. Dagli interventi del pubblico presente a Palazzo Manzioli e di coloro che hanno seguito l’evento da remoto, sono emerse storie struggenti e non soltanto da parte di chi ha dovuto salutare la propria amata terra, ma anche da coloro che hanno visto la città svuotarsi lentamente e hanno dovuto dire addio ad amici e familiari. “È importante commemorare il Giorno del Ricordo anche in Istria. Parlare di esodo e di foibe per certi versi continua ad essere un tabù in Slovenia e Croazia, ma paradossalmente lo è stato anche in Italia, fino a pochi anni fa”, ha dichiarato il presidente della CAN locale, Marko Gregorič. “A Isola siamo stati tra i primi in Istria a ricordare questo giorno. Certo, nulla potrà restituire agli esuli ciò che hanno perso, terra, famiglia e quant’altro, ma è giusto parlarne. La verità è venuta a galla e credo che ormai sia incanalata nella direzione giusta e non potrà essere fermata”, ha ancora aggiunto. “Sono stato molto contento di sentire le vostre esperienze”, ha osservato il Console Generale d’Italia a Capodistria, Giovanni Coviello. “Prima di andare in missione diplomatica ho avuto modo di studiare la storia di questi posti, ma quello che si legge nei libri è un conto, quello che si sente dalla gente che vissuto tutto ciò, invece, è tutt’altra cosa. Percepisco ancora il dolore. Tanta acqua è passata sotto i ponti e abbiamo fatto molti passi in avanti. Ben vengano i Giorni del Ricordo, continuiamo così perché il ricordo non è soltanto fine a sé stesso. Dobbiamo ricordare per andare avanti, per spiegare alle nuove generazioni tutto quello che è successo, affinché tutto ciò non si ripeta più”, ha concluso Coviello.

Il Console italiano Giovanni Coviello

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