Tempo di vacche magre a Rujevica

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Tempo di vacche magre a Rujevica

Nel sogno del Faraone sette vacche grasse vengono divorate da sette vacche magre. Dopo sette anni di abbondanza seguiranno altrettanti di carestia. A Rujevica, e prima a Cantrida, gli anni sono comunque otto. Il 20 marzo 2012 Damir Mišković assumeva le redini del Rijeka. Cinque i trofei vinti in questo periodo: tre Coppe Croazia, una Supercoppa e lo storico titolo nazionale, un sogno diventato realtà. Tre anche le partecipazioni alla fase a gironi di Europa League. Vacche grasse, insomma.
Ieri il presidente ci ha confessato che per la prima volta non sono stati pagati gli stipendi mensili. Mišković ha comunque reagito prontamente, prestando 1,5 milioni di euro alla società, ovvero l’importo della rata non pervenuta dal Cagliari per il trasferimento di Filip Bradarić.
Una decina di giocatori si sono già pronunciati in merito alla proposta di Mišković di tagliare gli stipendi. Un terzo lo percepiranno regolarmente, mentre un terzo sarà pagato tra sei o nove mesi dopo che s’inizierà a giocare. Tutto ovviamente dipenderà dal calciomercato: se non si venderà, saranno guai… In attesa della risposta degli altri giocatori, Mišković ha fatto sapere che non ci saranno conseguenze per chi non accetterà questa proposta. Ieri però ha confermato che in tal caso si cercherà il modo migliore per rescindere il contratto, il tutto ovviamente per tutelare gli interessi della società.
Lo Žilina, secondo in classifica nel campionato slovacco e avversario del Rijeka sette anni fa nella fase eliminatoria di Europa League, ha chiuso i battenti. Inevitabile la bancarotta dopo che i giocatori hanno rifiutato le misure proposte per uscire dal tunnel della crisi. Ora sono tutti svincolati, senza lavoro!
Decurtazione degli stipendi è la parola d’ordine mentre il calcio continentale è in quarantena. Nessuno può prevedere quando si riprenderà a calciare il pallone sui campi della felicità e del – business. I problemi al momento sono molto più complessi di un semplice pallone: il mondo è infatti in preda al panico.
Mentre al Rijeka lo staff tecnico con in testa Simon Rožman è il primo ad accettare le nuove misure, alla Dinamo Zagabria è successo il finimondo. Sono stati infatti cacciati i collaboratori dell’allenatore Nenad Bjelica, colpevoli di aver rifiutato il diktat della società. Contrari anche i giocatori, come del resto lo stesso Bjelica che dovrebbe rinunciare a 400.000 euro (il suo contratto e di 1,2 milioni!). Zdravko Mamić, padre padrone della Dinamo, in esilio a Međugorje, sul suo profilo Facebook ha rivelato quanto hanno guadagnato negli ultimi venti mesi Bjelica (24.385.673,01 kune) e i suo collaboratori cacciati. Nino Bule, ex giocatore del Rijeka, ha incassato 2.100.218,24 mentre Rene Poms 3.628.240,68.
Erano tempi di vacche grasse al Maksimir. Nemmeno alla Dinamo, con un budget di 50 milioni, nulla sarà tuttavia più come prima. Rispetto a tutte le squadre del campionato croato, Rijeka compreso, gli zagabresi sono comunque di… un altro pianeta. Rujevica è deserta, al momento si sente suonare soltanto l’allarme.

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